Hidden Humanity: Un'intervista con Alberto Ros
2 4 Share TweetAlberto Ros è un fotografo spagnolo che è cresciuto circondato dalla fotografia. Era ancora giovane quando è entrato a far parte del mondo della fotografia, e da allora ne è sempre rimasto affascinato. Il suo progetto Hidden Humanity vi toglierà il fiato e vi farà ripensare a tipo di società in cui viviamo.
L'oscurità e la luce vivono dentro ognuno di noi, e questo è ciò che Alberto ha voluto enfatizzare attraverso questa serie straordinaria. In questa intervista, condivide la storia dietro queste fotografie e ci racconta un po' del processo del Wet plate che ha utilizzato per realizzare queste immagini fantastiche.
Ciao Alberto! Benvenuto sul nostro magazine! Quando è iniziato il tuo viaggio fotografico? Come ti sei innamorato della fotografia?
Ciao Lomography! È un piacere essere qui. Beh, ho iniziato quando ero ancora un bambino. Mio padre possedeva dei laboratori industriali chiamati Ros Fotocolor ed ero così sempre circondato dalla fotografia. Una mostra organizzata da Blanca Berlin, la mia galleria d'arte, e con tre generazioni della mia famiglia termina questa settimana: si chiama "Ros, a photographic name”.
Include fotografie di mio nonno, mio zio e me stesso dal 1917 fino a oggi. È una mostra per me molto speciale. Mi ricordo di quando mio padre mi ha mostrato il processo fotografico di stampa nel nostro laboratorio a casa. Mi ha sempre detto che la fotografia è magia. Metti un foglio bianco su una sostanza chimica e puoi vedere l'immagine apparire. È una sensazione unica! In quel momento mi sono innamorato della fotografia.
Qual è stata la tua prima vera fotocamera? Ce l'hai ancora?
La mia prima fotocamera fu una Olympus OM1 usata con un obiettivo Zuiko, da parte di mio padre. E sì! Ce l'ho ancora e inoltre fotografo con le sue Rollei flex e Graflex Speedmaster.
Come descriveresti il tuo stile fotografico?
Sono alla ricerca di uno stile personale che mi definisca come artista. Cerco di concentrarmi non solo su ciò che vedo ma su ciò che provo. La mia fotografia è espressionista poichè è basata sui sentimenti.
Qual è il tuo processo creativo? Dove trovi ispirazione per creare dei lavori così unici?
Prima di fotografare disegno sempre, è essenziale per me. Non so bene come mi vengono in mente quelle immagini, ma le disegno su un quaderno e poi cerco di replicarle nella mia fotografia. Inoltre, ho la necessità di farlo poichè scattare ferrotipi di 20x20 pollici è difficile e costoso e posso solo fare uno/due scatti, non di più. Se non mi piace l'immagine al secondo scatto, lascio perdere. In questo processo, la luce è essenziale per creare tensione scenica. Mi piace l'oscurità che pervade le fotografie e contrasta con la luce che illumina certi dettagli.
Hai sempre avuto una connessione speciale con la fotografia sin da quando eri bambino. In che modo la fotografia ha influenzato la tua vita e il tuo essere artista?
Vivere circondato dalla fotografia può risultare un pò travolgente e a volte si perde interesse. Mi è successo quando sono diventato adolescente. Ciò che una volta era speciale divenne qualcosa di normale. La mia carriera riguarda più il mondo audiovisivo. Dirigo e produco ma non ho mai smesso di fare fotografie. La mia passione artistica è ritornata qualche anno fa, quando mi sono stancato del mio lavoro. Il mercato dell'arte è complicato quasi quanto l'essere umano, è capriccioso, difficie e appassionato.
Puoi raccontarci qualcosa a proposito della tua serie fotografica “Hidden Humanity”? Qual è la storia dietro?
Quache anno fa ho scoperto il processo del collodio umido ed è questo che fa la differenza nel lavoro Hidden Humanity, un ferrotipo personale che riflette il mio punto di vista a proposito del lato oscuro che tutti abbiamo e si confronta con gli standard sociali che caratterizzano le nostre società omogenee. Siamo una specie complessa, fatta di emozioni e sentimenti contrastanti.
L'aspetto che mi interessa di più è quel lato della coscienza che non possiamo controllare e può sopraffarci in molte situazioni: tristezza, amore, depressione. Credo che la coscienza ci definisca come specie, ma renda anche impossibile la vera conoscenza di noi stessi. Nel mio caso, ci sono parti di me che non voglio approfondire.
C'è una certa oscurità che impregna tutte le fotogrfie, ma c'è anche un barlume di luce in ognuna di esse. È il tuo modo di affermare che tutti gli umani hanno un po' di entrambi in loro stessi?
Esatto. Siamo luce e ombra, amore e odio, felicità e tristezza. Ma siamo controllati da ciò che ci circonda, dal potere politico. Chi è che vuole persone con idee diverse in una società omogenea? Da un punto di vista sociale, ha senso: siamo alla ricerca di quel pensiero unico, il dibattito dell'assurdo.
Che tecniche hai usato per fare in modo che le fotografie risultassero in questo modo?
Lavoro attraverso il collodio umido. È un processo fantastico pieno di difficoltà ma l'immagine prodotta è inconfondibile. Volevo realizzare grandi ferrotipi, così ho ordinato una fotocamera grande 20x20 pollici, ho fuso 2 kg di argento per fare il nitrato di argento e passo dopo passo ho acquistato obiettivi vintage, vassoi da sviluppo, qualsiasi tipo di sostanza chimica. Sono quasi rimasto al verde ma sono ancora qui.
Com'è un giorno tipico nella vita di Alberto Ros?
Lavoro, lavoro, lavoro, e famiglia. Adoro la mia routine e di sicuro amo la mia famiglia, Ciò che davvero vorrei è di poter vivere attraverso la mia fotografia artistica, ma è molto difficile soprattutto a causa del sistema del mercato dell'arte. Al momento, sarei contento se potessi mantenere i miei vizi fotografici.
Stai preparando progetti futuri che ti andrebbe di condividere con noi?
Ora sto lavorando su una serie di fotografie stampate su foglie attraverso un processo naturale al 100%. Le chiamo Chlorophylltypes. È basato sulla calotipia La serie è sul concetto di Tao, un modo di vivere che puoi imparare leggendo i libri di Lao Tse. Sto inoltre iniziando una serie di ritratti con un processo di stampa a carbone che sarà fantastico e comporterà grandi sfide tecniche e creative.
Tutte le immagini in questo articolo sono state autorizzate da Alberto Ros. Se vuoi vedere altri suoi lavori, visita il sito di Alberto.
Scritto da Ivana Džamić il 2017-04-23 in #persone
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