Un giorno a Torino con l'obiettivo aggiuntivo grandangolare della Lomo'Instant Square!
6 Share TweetGiuseppe, il nostro community member conosciuto come Cryboy ha provato l'obiettivo aggiuntivo grandangolare della Lomo'Instant Square.
Ci ha raccontanto com'è nata la sua passione per la fotografia analogica, da dove nasce la sua verve creativa e della sua personalità andando in giro per una delle città più belle d'Italia, Torino.
Ciao Giuseppe, bentornato su Lomography! Sei tra gli storici della nostra comunity, ti andrebbe di presentarti ai membri più nuovi?
Ciao! Nella comunity di Lomography, in cui sono iscritto dal 2010, mi conoscono come “cryboy” anche se poi sono resuscitato senza morire, assumendo le sembianze della Premiata Fotograferia Mmhhhhh. Scatto da sempre, con la dovuta pausa digitale, mi piace sperimentare, fare pozioni magiche, sviluppare da me. Amo definirmi “cialtrone della fotografia analogica”, soprattutto perché non mi piace prendermi troppo sul serio. Mantengo la genuinità dell’intenzione e non tradisco il mio rapporto hobbistico con la fotografia riesco a non annoiarmi mai, che è il segreto per vivere bene fondamentalmente!
Qual è il tuo rapporto con la fotografia analogica?
Ciò che mi ha stregato, nel momento in cui ho incontrato di nuovo la fotografia analogica, è la non prevedibilità della stessa. I maestri navigati direbbero che il bravo fotografo riesce a prevedere e controllare perfettamente tutti i passaggi del processo analogico, io dico che se così fosse si perderebbe la magia dello scatto su pellicola. Per la perfezione e il controllo totale c’è la fotografia digitale, più immediata, più economica, in una parola più comoda.
Ai sognatori non rimane che pasticciare con le pellicole, senza per forza dover arrivare alla stampa finale. La vedo un po’ come Jackson Pollock: a lui interessava tutto ciò che viene prima del dipinto, il processo creativo fine a se stesso di cui il dipinto è solo l’ultima fase, quella meno importante. L’opera rimane come feticcio/escremento/epifania di una serie di processi interni.
Così è la fotografia per me, mi procura delle emozioni nel momento in cui scelgo la macchina, scelgo la pellicola, l’obiettivo, penso, mi guardo intorno, scatto. Paradossalmente potrei anche non scattare, a quel punto non serve più, basta il ricordo, mutevole, cangiante. Per questo spesso ho discussioni accese con chi dice che se non arrivi alla stampa finale il tuo operare rimane incompleto, addirittura si critica la scelta di utilizzare uno scanner per digitalizzare le immagini. Ci si arrocca a tutti i costi su posizioni idealistiche, ma per cosa? Per nulla.
Tutto ciò che ha a che fare con l’arte attiene alla sfera intima per eccellenza, così ci sono tanti approcci, tante teorie, tante risposte quanti siamo noi.
Da cosa ti fai ispirare per scattare una fotografia? Hai dei "maestri"?
Solitamente rispondo che il mio maestro è il vicino della porta accanto. Per dire che non mi piace studiare i grandi fotografi, non li conosco, non voglio essere influenzato, sono ignorante e “omo sanza lettere”, tale voglio rimanere, un naïve della fotografia. Aggiungo solo una cosa, per chi vuole a tutti i costi dei nomi: ultimamente ho visto la mostra su Carlo Mollino, al Centro Camera di Torino. Mi è piaciuto il suo aspetto poliedrico, di uomo che utilizza la fotografia, un mezzo come un altro, per rispondere a delle esigenze.
Hai da poco iniziato ad usare la Lomo'Instant Square, come ti stai trovando con questa fotocamera? Hai qualche consiglio da dare a chi si vuole approcciare alla fotografia istantanea con questa camera?
Sono contento di aver partecipato alla campagna kickstarter di finanziamento della Lomo ‘Instant Square. L’attesa è stata ampiamente ripagata già fin dai primi scatti. Ero incuriosito dal nuovo formato Fuji, appunto “square”, l’unico che ancora mancava nella famiglia istantanea Fuji. Inoltre il design della nuova fotocamera Lomography di ispirazione ’70 è unico, insieme al soffietto diventa poi una combinazione vivamente sconsigliata ai deboli di cuore!
La lente in vetro produce scatti di qualità, nei quali il dettaglio e la nitidezza hanno una resa sorprendente. L’esposimetro automatico fa sì che in esterni con luce normale sia veramente difficile sbagliare, mentre in interni o in situazioni di luce più complesse (sole forte sul soggetto, controluce, penombra ecc.) è necessaria un po’ di dimestichezza con la macchina.
Bisogna imparare a conoscerla, per cui preparatevi magari a sprecare 20/30 scatti, ma non disperate che saprà darvi grandi soddisfazioni! Un altro particolare degno di nota è assolutamente il telecomando che ha un sensore di ricezione sia sul fronte che sul retro della camera. Per quanto riguarda il flash trovo che sia poco potente, spesso in interni bisogna ricorrere alla correzione dell’esposizione sovraesponendo un po’. Il mirino non è comodissimo a causa delle dimensioni ridotte, ma anche qui basta prendere un po’ di confidenza e si impara a sfruttarlo al meglio. Inoltre al suo interno ha una cornicetta per la correzione dell’errore di parallasse in fase di scatto (per foto ravvicinate bisogna centrare il soggetto nella zona chiara del mirino, senza considerare la fascia scura intorno).
Questi scatti sono realizzati con l'obiettivo aggiuntivo grandangolare per Lomo'Instant Square, cosa ci puoi raccontare di queste foto? Come è avvenuta la scelta dei soggetti?
Per quanto riguarda i soggetti solitamente non programmo i miei scatti, non mi assegno un tema, semplicemente vado in giro con la macchina in mano e quando ne vale la pena scatto: se c’è un taglio di luce particolare o qualche bel soggetto senza elementi di disturbo intorno. Negli scatti alle auto storiche sapevo che il giorno dopo ci sarebbe stata una partenza dal Museo dell’Automobile di Torino, sono andato appositamente per scattare perché ho un debole per le linee e i dettagli delle auto d’epoca. In un paio di scatti mi sono invece divertito con le doppie esposizioni, una funzione della macchina assolutamente da provare!
Come ti sei trovato con questo obiettivo? Per cosa lo reputi più adatto e che consigli daresti per sfruttarlo al meglio?
L’aggiuntivo ottico wide è stato divertente da usare e quindi vi ringrazio per avermene dato la possibilità. Il suo utilizzo è relativamente semplice, nel senso che non essendo presente un mirino wide esterno non è facile capire cosa verrà esattamente in foto. Questa è stata la difficoltà maggiore che ho riscontrato nell’utilizzarlo.
>In questo caso il consiglio che posso dare è quello di inquadrare e comporre tenendo sempre a mente che l’obiettivo wide per sua natura allontana i soggetti.
In alcuni dei miei scatti, se si guardano con attenzione, si possono notare degli elementi di disturbo sui bordi (persone, ombre, dettagli vari), nel mirino non li vedevo e confesso che evidentemente in quel momento non stavo pensando in wide!
Detto questo, per il resto è una lente divertente e di qualità da usare in tutti quei casi in cui una vista panoramica aggiunge qualcosa all’immagine.
Grazie Giuseppe per aver condiviso con noi questa esperienza con l'obiettivo aggiuntivo grandangolare della Lomo'Instant Square. Puoi seguire tutti i lavori di Giuseppe nella sua LomoHome Cryboy e su Facebook come P F M - Premiata Fotograferia Mmhhhhh
Scoprire di più sulla Lomo'Instant Square e sull'obiettivo aggiuntivo grandangolare nel nostro shop online.
2018-05-15 #persone
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