L'arte di creare ritratti emozionali. Intervista a Deborah Cortelazzi

Deborah Cortelazzi è una giovanissima fotografa, classe ’96. Nonostante l'età, si è costruita un bagaglio d'esperienza fotografica davvero notevole, approfondendo lo studio dell’immagine. Dimostra di avere un'attitudine all'attenzione verso il dettaglio, i suoi scatti trasmettono la sua vitalità, emozioni e voglia di vivere questa vita. Deborah si è messa in gioco scegliendo l'obiettivo artistico Daguerreotype Achromat per questa serie di ritratti. Scopriamo di più sulla giovane artista:

Ciao Deborah, ci piacerebbe che raccontassi qualcosa di te. Cos’è per te la fotografia?

La fotografia è un modo di liberare la mente. Nessun pensiero negativo mi passa in testa quando mi dedico alla mia passione e lavoro. E' uno strumento che prende la realtà e la trasforma in quello che vedo o sento in quel momento. Potrei definirlo come essere catapultati nel mio mondo, con i miei colori, le mie sensazioni e il mio punto di vista.

Quando hai inziato a scattare?

Quando avevo 8/9 anni mi divertivo a immortalare persone, animali oppure oggetti in maniera totalmente casuale con una macchina usa e getta. Crescendo, ho iniziato a prendere il tutto più seriamente e, verso la fine del liceo, sono passata da macchine fotografiche professionali entry-level alle mie attuali Canon 6D e Sony A7 iii.

Come definiresti il tuo stile?

Posso dire che oscilla tra il ritratto e lo street-fashion. Le mie fotografie sono basate sulle emozioni e sulla bellezza. La lente che utilizzo di più è il 50mm con diaframmi molto aperti, direi che la mia attrezzatura è leggera. I miei progetti prendono vita in base alla luce del sole!
Amo curare nei minimi dettagli l’estetica della foto scattando il più possibile in daylight. Ciò che più mi piace è l’idea di raccontare storie attraverso le espressioni e i gesti della modella, come se lei agisse nel suo mondo e noi la spiassimo.

Le tue foto sono dei magnifici ritratti. Cosa vuoi raccontare tramite questi?

Il mio progetto ha come filo conduttore il mondo onirico. E’ un mondo costruito da noi stessi e dal nostro subconscio, sede delle nostre cariche emotive, dei nostri impulsi, dei nostri desideri. Le interpretazioni possono essere molteplici e ognuno può darne una a seconda di quello che suscitano gli scatti. Quello che dovrebbe essere uguale per tutti è il punto di vista. In questa serie di scatti noi siamo gli spettatori, negli sfondi non c’è nessun altra presenza umana, il focus è il soggetto che prende vita in un luogo fatto di metafore.

Cosa ti ha portato a specializzarti in questo tipo di fotografia?

Mi è sempre piaciuto fotografare persone. Mi piace tirare fuori la loro bellezza, le espressioni dalle mille sfaccettature, l’intensità degli sguardi e le loro emozioni. Ed è per questo che amo il mio lavoro perché mi permette di stare a contatto e di conoscere sempre nuove persone.

Non c’è soddisfazione più grande nel sentirmi dire:

“ grazie Deborah, le tue foto hanno reso esattamente ciò che volevo esprimere in quel momento, mi rappresentano ”.

Quali sono state le tue prime impressioni con Dagguerreotype Art Lens? E’ stata all’altezza delle tue aspettative?

L’utilizzo dell’obiettivo non è immediato in quanto cambia totalmente il meccanismo di messa a fuoco. E’ una lente estremamente manuale, bisogna prendersi più tempo per ragionare sull’inquadratura e sul tipo di messa a fuoco, è privo di automatismi, infatti prende ispirazione dalla prima lente fotografica al mondo. Tutto ciò mi ha dato ancora più soddisfazione quando i miei ritratti hanno preso vita. Lo scatto è più “meditato”, non è uno “scattare a raffica”. Perciò Si, l’obiettivo ha soddisfatto pienamente le mie aspettative, grazie al tipo di bokeh concentrico ha enfatizzato il significato del mio progetto.

E’ stato complicato utilizzarla? Quale lunghezza focale hai usato maggiormente?

No, non è stato complicato. Bisogna solo fare una serie di “prove” iniziali e prendersi un pomeriggio per sperimentare un po’ tutte le lunghezze focali perchè ogni apertura da un significato diverso allo scatto. Io ho preferito utilizzare come apertura f2.9 perché quel tipo di sfuocato concentrico ha permesso di rendere a pieno il senso del mio progetto.

I miei progetti prendono vita in base alla luce del sole! Amo curare nei minimi dettagli l’estetica della foto scattando il più possibile in daylight

Puoi dirci come hai lavorato per produrre questi scatti?

Per questi scatti ho deciso di recarmi a Lanzarote, tre quarti del progetto è stato realizzato lì. E’ un’isola affascinante ed è ricca di locations suggestive che mi hanno dato molta ispirazione. Sono stati tre giorni intensi: sveglia alle 7, valigia di 30 kg con tantissimi cambi outfit, attrezzatura e itinerario alla mano e si stava in giro a scattare fino alle otto di sera. durante il mio breve e intenso soggiorno ho conosciuto altre due ragazze bellissime che si sono offerte di posare per me. E’ stata un’esperienza molto particolare sia a livello umano perché mi ha permesso di conoscere persone del posto sia a livello fotografico perché non mi ero mai spinta così lontano per realizzare un progetto in così poco tempo.
Per quanto riguarda la post-produzione degli scatti: ho preferito mantenere la resa della luce daylight senza stravolgere l’immagine (altrimenti si sarebbero persi i colori, e le sensazioni del luogo).

I luoghi che hai scelto sono stati studiati per accompagnare il ritratto?

Si, le locations dovevano essere come dei luoghi incontaminati, come se non dovesse esistere la presenza dell’uomo, come se il soggetto ritratto fosse solo in un mondo onirico. Quindi direi che Lanzarote ha reso completamente ciò che mi ero immaginata di rappresentare. Ci sono poi due immagini in particolare che sono state scattate in una vasca da bagno. Quelle rappresentano l’oscuro universo del subconscio poiché non tutti i sogni tramettono tranquillità e beatitudine.

Quali sono le caratteristiche che più hai apprezzato di questo obiettivo e quale consiglio daresti ad un fotografo che lo usa per la prima volta?

Le caratteristiche che ho apprezzato di più sono la semplicità del meccanismo (per quanto non sia immediato) e l’effetto del bokeh. Quello che consiglio è di provare l’obiettivo in tutti i contesti fotografici ovvero: fotografia di street, ritratto, paesaggio, moda, reportage, nudo artistico ecc.. perché in ogni ambito si possono trovare soluzioni artistico-stilistiche differenti grazie alla resa dei vari piattelli di apertura di diaframma.

Quali progetti ti aspettano per il futuro e quali obiettivi hai per il 2019?

Tutto ciò che chiedo è di continuare ad essere felice come lo sono oggi, di poter girare il mondo con le mie fotografie, continuando ad amare costantemente il mio meraviglioso lavoro. Sicuramente entro quest’anno voglio partire di nuovo per un viaggio e realizzare un altro progetto fotografico in un posto altrettanto meraviglioso e stimolante fuori dall’Italia.

Grazie mille Deborah per questi splendidi scatti e per quest'intervista!

Se siete interessati ai lavori di Deborah Cortalazzi vi consigliamo di seguire il suo sito web e la sua pagina Instagram

2019-05-21 #news

Daguerreotype Achromat 2.9/64 Art Lens

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