Canonet QL17: oltre la lomografia
7 5 Share TweetLa Canonet QL17 GIII è un piccolo gioiellino di meccanica di precisione giapponese dotata di una lente nitidissima e luminosa, di un valido telemetro e di un otturatore silenzioso. Leggera, compatta ed affidabile, è ottima sia per esperimenti lomografici che per la fotografia tradizionale.
La Canon Canonet QL17 GIII è una macchina a telemetro dotata di un’ottica incredibile. Un obbiettivo (non intercambiabile) di focale 40mm luminosissimo (apertura 1,7), dallo schema ottico complesso e che garantisce una nitidezza straordinaria e un contrasto incredibile. Compatta e leggera, soddisfa le esigenze di chi desidera una macchina completamente automatica (come la Lomo LC-A) ed anche di chi vuole pieni comandi di tempo e diaframma
Se impostate la macchina in modalità “A” (automatico), non vi resta che scegliere il tempo di scatto (da 1/4 di secondo a 1/500), e l’esposimetro incorporato calcolerà automaticamente l’apertura del diaframma, con un sistema elettromeccanico degno della miglior orologeria di precisione. Infatti, l’ago dell’esposimetro, visibile nel mirino, è meccanicamente collegato a un sistema di ingranaggi di precisione che selezioneranno l’apertura del diagramma a seconda della luce incidente.
Semplice a dirsi, ma vi assicuro che il sistema meccanico è piuttosto complesso e la sua realizzazione è un capolavoro di micromeccanica. Se scegliete un tempo troppo basso in condizioni di forte luce, tale che anche alla massima chiusura del diaframma si ha una sovraesposizione, il pulsante di scatto resta bloccato, evitandovi di gettare uno scatto. In questo caso, basta selezionare un tempo più veloce e la macchina vi consentirà di scattare la foto.
Stessa cosa se scegliete un tempo troppo rapido in condizione di scarsa luce e la macchina anche aprendo al massimo il diaframma si trova in condizione di sottoesposizone.
Se invece desiderate un controllo totale della macchina, una volta fatta la lettura esposimetrica nel mirino, potete impostare a vostro piacimento tempo e diaframma. E’ disponibile anche la posa “B” per lunghe esposizioni. Quando la macchina è impostata in manuale, l’esposimetro si spegne permettendovi di risparmiare la batteria. A proposito: un piccolo tastino rosso posto a sinistra del mirino serve per il test della batteria. Se è carica si accende una piccola lampadina posta sopra il tasto.
Il rullino viene caricato con il sistema Canon “Quick Load” (da qui le iniziali QL del modello): basta appoggiare la coda del rullino sugli ingranaggi, chiudere il dorso della macchina ed avanzare la pellicola: la leva di scatto si ferma dopo quattro movimenti sul primo fotogramma utile.
Una finestrella con un indicatore a bande rosso e bianche permette di verificare l’aggangio e l’avanzamento del rullino, oltre che il suo riavvolgimento: quando riavvolgete la pellicola le bande oscillano, quando l’oscillazione termina il rullino è completamente avvolto.
L’ottica è di una nitidezza incredibile, nulla da invidiare a famosissimi obbiettivi tedesci e giapponesi! Lo schema è piuttosto complesso, avvalendosi di 6 lenti in quattro gruppi.
L’ottimo trattamento superficiale delle lenti permette di avere una grande resistenza al flare (l’obbiettivo si comporta egregiamente anche in controluce), una elevata trasmittanza (cioè gran parte della luce incidente sull’obbiettivo raggiunge la pellicola e pochissima viene riflessa), un contrasto elevato e gradevole, e l’assenza di distorsioni o di aberrazioni ottiche e cromatiche.
Ho scattato queste foto nei giardini di Villa Melzi a Bellagio con una pellicola HP5 sviluppata in Rodinal Special: come potete vedere la scala dei grigi è gradevolissima, permettendo di distinguere bene primo piano e sfondo, e la nitidezza è incredibile. L’elevato contrasto rende le foto gradevoli anche in condizione di foschia o di pioggia.
Il telemetro consente una messa a fuoco accurata anche in condizione di scarsa luce. Inoltre le cornicette all’interno del mirino consentono di compensare gli errori di parallasse per foto scattate da vicino (la cosa fantastica è che le cornicette sono proiettate come nelle mitiche macchine Leica serie M, spostandosi al variare della messa a fuoco, e consentendo di vedere realmente il campo inquadrato come in una macchina reflex, avvalendosi tuttavia della comodità del telemetro, utilissimo in condizioni di scarsa luce e nella street photography… con un po’ di esperienza la messa a fuoco telemetrica è più veloce che con un autofocus!)
Il selettore di sensibilità ISO si ferma a 800; tuttavia data la posisbilità di una impostazione manuale di tempo e diaframma, si può fare la lettura a 800 ISO e poi calcolarla manualmente per pellicole più veloci.
Nota: La macchina è alimentata da una batteria al mercurio PX625: siccome questo modello di batteria non è più sul mercato, si può utilizzare una versione alcalina della stessa (ad esempio la 625A). In questo caso occorre dimezzare la selezione degli ISO (cosa che peraltro consente di utilizzare l’esposimetro sino a 1600 ISO!). Infatti la vecchia batteria al mercurio erogava una tensione di 1,35V contro gli 1,5 volt delle batterie alcaline (o 1,55 volt di quelle all’ossido di argento). Io uso con successo una batteria alcalina semplicemente ricorrendo alla correzione degli ISO.
L’otturatore centrale arriva sino a 1/500 di secondo ed è silenziosissimo: pertanto questa macchina si presta bene ad essere utilizzata per le foto di strada, le candid, e le foto a teatro. Un piccolo gioiellino tutto da scoprire!
Scritto da sirio174 il 2012-11-22 in #gear #review #canon #canonet #lomografia #bianco-e-nero #ql17 #recensione #nitidezza #autunno #ql17-giii #varazze
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