Qual è la Tua Impugnatura? (Parte 3: Fotocamere Reflex)

Dopo i miei due precedenti articoli sull’ergonomicità di fotocamere tascabili ed a telemetro, è giunto ora il momento di analizzare alcune tra le più popolari reflex 35mm, cominciando dalle mitiche ed intramontabili macchine di fabbricazione sovietica: le Zenit E, EM, TTL, 122, 412 che potete veder impugnate nelle seguenti foto:

Credits: ty_ni_pri_chem, alexzenit, mmxi, rickyabcd & stelladamico

Incominciamo dalla Zenit E, che per me rappresenta la nave scuola della fotografia analogica, nonostante le sue notevoli limitazioni in fatto di maneggevolezza e prontezza di scatto. Presenta infatti il difetto di avere un esposimetro con cella al selenio praticamente inutile (poco sensibile in condizione di luce scarsa, quando sarebbe veramente utile) le cui indicazioni vanno lette su un indice mobile posto sulla parte superiore della fotocamera (come per la Fed 5 o le Kiev a telemetro). Vi consiglio di non utilizzarlo, vi fa solo perdere tempo; in condizioni di luce diurna basta la regola del 16 per calcolare l’esposizione corretta. La selezione del tempo di scatto non è immediata, dovendo sollevare la rotellina dei tempi per poterla ruotare. A “rallentare” ulteriormente lo scatto c’è la limitazione di dover chiudere manualmente il diaframma dell’obiettivo (ruotando un anello coassiale al selettore dell’apertura) prima di premere il pulsante. Infine, se non è tenuta nella sua custodia, è abbastanza scomoda (e pesante) da tenere in mano: pesa circa un chilogrammo e non ha gancini per attaccarci una tracolla o un cinturino. Nonostante tutto, per chi ama gli scatti lenti e pensati, studiando la profondità di campo prima dello scatto, è un’ottima macchina per fare pratica di tutte le regolazioni manuali presenti su una fotocamera di piccolo formato. Considerazioni analoghe valgono per la Zenit EM, del tutto simile alla precedente, ma più rapida nell’utilizzo grazie all’introduzione del sistema automatico di chiusura del diaframma. Per quest’ultima macchina, come per le altre Zenit, si può ugualmente stimare la profondità di campo premendo a metà il pulsante di scatto.

Le Zenit TTL, 122 e 412 sono assai più pratiche da utilizzare e da portare in giro: tutte sono provviste di attacco per una tracolla, il selettore dei tempi può essere ruotato senza doverlo sollevare, le indicazioni esposimetriche (con una cella assai più sensibile) sono indicate all’interno del mirino (un ago per la TTL, indicazioni a LED per le altre due) ed è presente la chiusura automatica del diaframma. La TTL ha un mirino poco luminoso, ed è piuttosto pesante (il corpo è interamente in metallo), mentre le altre due, con il corpo in materiale plastico, sono assai più confortevoli da tenere al collo. La 412 presenta il vantaggio della lettura automatica del codice DX, è quindi indicata per chi alle prime armi potrebbe involotariamente sbagliare il settaggio del selettore della sensibilità della pellicola.

L’attacco a vite dell’obbiettivo di tutte queste macchine è ovviamente poco indicato per chi deve cambiare in fretta la focale, ma presenta il vantaggio di essere assai robusto ed affidabile nel tempo. Prestate attenzione, tuttavia, a non utillizzare alcuni obiettivi Pentax Takumar sulle Zenit: c’è un piccolo pulsantino sul retro dell’obiettivo che si incastra con le viti che fissano l’anello frontale della fotocamera! Se dovesse capitare questo inconveniente, per togliere l’obiettivo incastrato utilizzate una lametta da barba che inserirete tra il corpo macchina e la lente.

Qui di seguito una serie di mie foto, scattate con tutte queste macchine, nell’ordine con cui sono state presentate.

Credits: sirio174

Tra le mie reflex preferite, soprattutto per la loro completezza e per la possibilità di montargli una infinità di obiettivi (l’attacco a vite M42 è molto popolare), ci sono le Praktica: sono in possesso dei modelli LB, MTL 3, Super TL1000, MTL 5, MTL 5b ed MTL 50.

Credits: kylethefrench, stratski, sarahnb, fake_lol & biostar

Completamente meccaniche come le Zenit, presentano il vantaggio di disporre dei tempi lenti (da 1/15 a 1 secondo), mancanti sui modelli sovietici, di essere abbastanza leggere e comode da tenere in mano, e di avere il pulsante di scatto in posizione strategica, ovvero sulla parte frontale della macchina!

Ad eccezione della LB che ha un esposimetro al selenio esterno (come le prime due Zenit di questo articolo), tutte le altre hanno le indicazioni esposimetriche incorporate nel mirino (un ago, eccetto la MTL 50 dotata di due LED). Per queste ultime macchine, pochi centimetri più vicino all’obiettivo si trova anche la levetta per misurare l’esposizione in modalità stop down, ovvero chiudendo il diaframma. Potete così ottenere due piccioni con una fava, ovvero misurare la luce e stimare la profondità di campo. Con due dita della mano destra poste sul frontale della macchina potete sia misurare l’esposizione che scattare; la posizione della mano assicura una solida presa, ottima per scatti con tempi lenti. Inoltre l’ausilio del pollice ed indice della stessa mano potete facilmente regolare la ghiera dei tempi, lasciando libera la mano sinistra per la messa a fuoco e per la regolazione dell’apertura. Ad eccezione dalla LB, sono tutte praticamente simili, a parte marginali differenze sulla forma dell’esposimetro interno, sulla leva di carica (plastica o metallo), sul vetrino di messa a fuoco (stigo a immagine spezzata singolo o doppio, orizzontale o diagonale) e sulla presenza dell’autoscatto (ho due MTL 3 e due Super TL 1000; su entrambi i modelli ci sono lievi differenze: una ha l’autoscatto, l’altra no, ed anche il rivestimento in pelle è diverso.)

Non conosco altre fotocamere completamente manuali dotate di una ergonomicità così geniale!

Infine: a differenza delle Zenit, non ci sono problemi a montare su queste fotocamere gli obiettivi della Pentax.

Ecco una serie di foto scattate con tutte queste macchine, sempre nell’ordine di presentazione. Come potete vedere, (a parte la LB) la praticità d’uso rende queste fotocamere ottime per la fotografia di strada e di reportage!

Credits: sirio174

Un’altra macchina meccanica in mio possesso è la Pentax MX, un gioiellino di precisione, robustezza ed affidabilità. E’ costruita con materiali di grande qualità (il mio fotoriparatore di fiducia mi ha assicurato che tutte le parti meccaniche critiche sono in metallo, senza intrusioni di parti in plastica). Parliamo qui di una macchina progettata per un uso professionale, con un valido esposimetro a led e con vetrino di messa a fuoco intercambiabile. Tutti i pulsanti sono al posto giusto, con quello di scatto in posizione classica sulla parte superiore della macchina, e con la leva dell’autoscatto che, spinta leggeremente verso l’obiettivo, consente di previsualizzare la profondità di campo chiudendo il diaframma. La misurazione della luce è fatta a tutta apertura, permettendovi di non perdere tempo con la procedura stop down. Ottima la leva di avanzamento a carica rapida. Questo capolavoro di ingegneria meccanica, ha solo un piccolo difettuccio: la rotellina di selezione dei tempi è piccola e troppo vicino alla leva di avanzamento, e pertanto è un pochino scomoda da regolare, specie se si indossano dei guanti. A differenza della sua diretta concorrente, la Olympus OM-1n, è sprovvista del meccanismo di sollevamento dello specchio, utile su tempi lenti per evitare micromossi quando si lavora sul cavalletto. (Occorre notare che il problema non si presenta negli scatti a mano libera, come ho spiegato nel mio precedente articolo).

Credits: pauline_wildwind & patsm12

Un paio di mie foto scattate con la Pentax MX:

Credits: sirio174

La Olympus OM-1n (del tutto simile, esternamente, al precedente modello OM-1, con solo miglioramenti interni) è la mia seconda reflex professionale.

Credits: cryve & rebecca_jane

Anch’essa completamente meccanica, ed anch’essa dotata di vetrino di messa a fuoco intercambiabile, dispone di un esposimetro ad ago piccolo e poco invadente nel mirino, e si differenzia dalla precedente fotocamera per una piccola levetta (posta a destra dell’obiettivo) per sollevare lo specchio. I comandi sono posti in modo differente dalle precedenti macchine: la rotella a fianco del pulsante di scatto non è il selettore dei tempi ma serve per selezionare la sensibilità ISO (una posizione per me poco opportuna, sarebbe stata meglio metterla coassiale al manettino di riavvolgimento della pellicola), mentre la regolazione dei tempi di scatto viene fatta ruotando un anello coassiale alla ghiera portaobiettivo. Dopo un po’ di pratica con questa posizione inusuale dei comandi ci si rende conto dei possibili vantaggi di questa scelta: tempi, diaframmi e controllo della profondità di campo (un pulsantino sugli obiettivi) sono tutti a portata di mano di pollice ed indice della mano destra. Una macchina compatta e leggera, superata in miniaturizzazione (e di poco) solo dalle Pentax serie M!

Un paio di foto scattate con la mia Olympus Om-1n:

Credits: sirio174

Passiamo ora alle macchine a controllo elettronico, cominciando dalla famiglia Pentax MG, MV, ME Super, splendide per la loro compattezza e leggerezza:

Credits: marielotass & ddanae

I modelli MG ed MV funzionano a priorità di diaframmi. Nella prima il tempo viene visualizzato mediante accensione di un LED a fianco del valore all’interno del mirino, mentre nella seconda c’è solo un semaforo che indica luce verde per tempi sicuri, gialla per tempi lenti sotto 1/30s (rischio mosso) e rossa nel caso di sovraesposizione (in questo caso occorre chiudere di più il diaframma). Decisamente più comoda e versatile la prima, mentre la seconda è indicata per chi è alle prime armi, grazie alle sue indicazioni minimali che non distraggono dalla composizione ed evitano di commettere errori. La ME Super merita un discorso a parte: è decisamente più completa permettendo di operare anche in modalità manuale (selezionando il tempo di scatto con due tastini posti sulla parte superiore della fotocamera, una procedura non del tutto comoda). Tutte dispongono anche di un tempo meccanico (1/100 per le prime due, 1/125 per la ME Super) che vi permette di scattare anche quando le batterie sono esaurite. Pensate per un uso amatoriale o semiprofessionale, non hanno la possibilità di previsualizzare la profondità di campo, ed il vetrino di messa a fuoco non è intercambiabile. Occorre tuttavia notare che restano delle ottime macchine in termini di affidabilità e precisione; inoltre lo scatto della ME Super è davvero spoco disturbante, forse il più silenzioso in assoluto tra macchine reflex degli anni ‘70-’90. La Pentax ME Super è stata utilizzata con successo negli ultimi decenni di lavoro dal grande fotografo sociale Willy Ronis, che si riteneva soddisfatto della sua macchina su cui montava un semplice zoom amatoriale!

In caso di controluce, o di soggetto scuro, potete correggere l’esposizione giocando sul selettore degli ISO (coassiale al manettino di riavvolgimento) per le prime due fotocamere, mentre la terza possiede una ghiera coassiale al selettore della sensibilità che vi permette di correggere l’esposizione di 1 o 2 stop sia in eccesso che in difetto. Personalmente trovo entrambi i metodi equivalenti, e comunque inferiori alla trovata geniale presente sulla Canon AV-1 di cui vi parlerò tra poco.

Eccovi una mia foto per ciascuna di queste fotocamere:

Credits: sirio174

Se non vi interessa la compatteza, ci sono due ottimi modelli Canon piuttosto interessanti: la AV-1 e la AE-1 Program:

Credits: pompoms13 & bassftw

La AV-1 è piuttosto simile alle Pentax elettroniche appena esaminate, ma dal corpo macchina di dimensioni maggiori (quindi più adatta a chi ha mani grosse), e funziona anch’essa a priorità di diaframmi. Il tempo di scatto è indicato da un ago all’interno del mirino. Intelligentemente, il tempo critico di 1/30 di secondo (a partire dal quale si ha il rischio di mosso con un obbiettivo normale) è a metà della scala, ed in questo modo basta una rapida occhiata alla posizione dell’ago per sapere se state scattando con tempi sicuri: quando l’ago è rivolto verso l’alto il tempo di otturazione sarà sicuramente più rapido o uguale ad 1/60 di secondo. Una rotellina posta sulla parte superiore della fotocamera vi permette inoltre di selezionare la posa B, l’autoscatto (con e senza flash), ed il tempo di sincronizzazione di 1/60 di secondo per il flash. Una geniale trovata della casa costruttrice è stata quella di mettere un tastino a sinistra dell’obbiettivo, che, se tenuto premuto mentre si scatta, permette di sovraesporre di 1,5 stop, cosa utilissima in controluce, sulla neve o sulla spiaggia, evitandovi di giocare sul selettore degli ISO per adattare l’esposizione. Una delle mie reflex preferite in assoluto, per praticità e rapidità d’utilizzo.

Di dimensioni simili, leggermente più pesante, ma con la possibilità di maggiori regolazioni è la AE-1 Program. Questa macchina può funzionare sia in modo completamente automatico (impostando la ghiera dei tempi in modalità Program, e la ghiera dei diaframmi in posizione A), a priorità di tempi (con il valore dell’apertura visualizzato nel mirino con una serie di numeretti rossi a LED – in questo caso bisogna settare la ghiera dei diaframmi sulla posizione A), oppure in modalità completamente manuale. Classica nella disposizione dei comandi, è una macchina per un uso semiprofessionale o amatoriale decisamente completa eccetto la possibilità di sollevere lo specchio. Una leva posta a sinistra della ghiera portaobiettivo vi permette di stimare la profondità di campo; basta spingerla verso la lente. E’ importante notare come il vetrino di messa a fuoco sia intercambiabile, cosa davvero rara per una macchina non professionale! Pur avendo tutti i comandi al posto giusto, la uso assai meno della precedente per il suo maggior peso.

Occorre infine notare come, a differenza delle Pentax elettroniche, queste due fotocamere non funzionano con le batterie scariche.

Due foto scattate con queste fotocamere:

Credits: sirio174

Nel prossimo articolo vi parlerò dell’ergonomicità delle fotocamere medio formato. Stay tuned!

Nei precedenti articoli mi sono occupato dei mirini delle macchine con messa a fuoco su vetro piano, di quelli delle reflex, e dell’ergonomia delle fotocamere da taschino ed a telemetro

Scritto da sirio174 il 2017-01-29 in #gear #slr #reflex #fotocamere #regular-contributor #comandi #impugnatora #ergomicita

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