The Bloody Beetroots e la Lomo'Instant Automat Glass: un amore punk
3 8 Share TweetOggigiorno, nella musica come nella fotografia, il dualismo fra analogico e digitale ha oltrepassato i confini tecnologici arrivando a rappresentare un diverso approccio al processo creativo.
Noi di Lomography amiamo scoprire come gli artisti esprimono la propria creatività attraverso la fotografia. Questa volta abbiamo contattato Sir Bob Cornelius Rifo, corpo e anima di The Bloody Beetroots, per saperne di più sul suo processo creativo e sulla sua passione per la fotografia attraverso gli scatti realizzati con la Lomo'Instant Automat Glass.
Il mondo digitale ha assottigliato molto la distanza con i fan, ampliando la possibilità di condividere contenuti con loro in un modo quasi impensabile fino a 15 anni fa.
Mentre nel passato i musicisti comunicavano principalmente con la loro musica e qualche intervista, oggi si può comunicare qualsiasi aspetto della propria quotidianità istantaneamente. Che effetto ha tutto questo sul processo creativo? Viene in qualche modo influenzato?
Credo sia una scelta assolutamente personale; io preferisco una comunicazione complementare concentrata sulla musica che non sia mai off topic. Il mondo digitale offre una vasta possibilità di scelte, la mia è sempre indirizzata sulla qualità dei contenuti.
Quanto è importante oggi nella musica avere un’immagine pubblica accattivante, sia essa fatta con il proprio volto o con altri mezzi?
Avere un’immagine pubblica coerente con la propria musica è sempre stato importante se non indispensabile.
Oltre alle connessioni con i fan, ci sono le connessioni tra artisti che portano a lavorare assieme. Tu puoi annoverare collaborazioni pazzesche: da Paul McCartney ai Jet, passando per Peter Frampton; quanto importanti sono le collaborazioni con altri artisti per te?
Le collaborazioni sono essenziali per la crescita del progetto. Ogni singolo artista con il quale ho avuto la fortuna di collaborare ha portato conoscenza, sviluppo e contenuti senza i quali TBB non avrebbe potuto evolversi negli anni.
Come nasce una collaborazione? Viene pianificata, nel senso che componi un pezzo pensato per una particolare voce o magari la si cerca per avere un credito importante nel disco, oppure nasce tutto per amicizia o, addirittura, per caso?
Ogni canzone ha un proprio percorso di ricerca, spesso è casuale e spesso è condiviso attraverso l’amicizia. In entrambi i casi l’empatia non deve mai mancare poiché rappresenta l’unico vero collante per un risultato artisticamente integro. La mera ricerca del credito nel mio caso andrebbe a svilire il racconto di una storia.
Hai passato l’estate suonando in Europa (passando anche per l’Italia) e stai facendo un tour in Nord America. Come vedi la scena musicale italiana da artista di fama internazionale? Credi ci sia un maggiore spazio per emergere che in passato?
L’Italia è legata parzialmente ad alcuni sistemi maggiori di diffusione di massa, non c’è ancora un linguaggio internazionale che permette all'artista di evolvere in modo naturale il proprio credo. Sento la mancanza di un’interfaccia bilingue come sento la mancanza di un confronto culturale con il resto del mondo che penalizza il “passo” dopo il confine. C’è poca identità.
Alla luce della velocità di condivisione dei contenuti di cui parlavamo prima, come è stato usare una fotocamera analogica?
Da quanto sei appassionato di fotografia e cosa rappresenta questo mezzo espressivo per te?
Mi sono innamorato della fotografia in età pre adolescenziale ammirando mio padre scattare con una vecchia reflex analogica.
Sono un fanatico del telemetro.
Come ti sei trovato con la Lomo’Instant Automat Glass e quale caratteristica della fotocamera hai apprezzato maggiormente?
Mi piace il fatto che sia una fotocamera limitata perchè trovo che la limitazione sia un privilegio. Inoltre amo il fatto di poterla condividere con i miei collaboratori per indurre la responsabilità di un click e basta. Tecnicamente ne adoro il sistema di esposizione multiplo e l’obiettivo 38mm.
Dal tuo punto di vista di musicista, dove l’analogico continua ad avere un ruolo importante a partire dagli strumenti fino ad arrivare all'attrezzatura degli studi di registrazione, che futuro vedi per il mondo analogico, in particolare nella fotografia?
L’analogico è un mezzo necessario per portare umanità nelle proprie creazioni, sia esse musicali che fotografiche. Per forza di cose dovrà sempre confrontarsi con la velocità del digitale, ma entrambi hanno bisogno uno dell’altro.
Grazie mille a Sir Bob Cornelius Rifo per aver condiviso con noi questi scatti! Segui The Bloody Beetroots su Instagram e su Facebook.
Scritto da lomosmarti il 2017-11-20 in #persone #instant #the-bloody-beetroots #lomo-istant-automat-glass
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