La Tanzania con gli occhi della Lomo'Instant Automat Glass

Eleonora è una giovane fotografa ricca di sorprese, l'avevamo incontrata tempo fa per riflettere sugli autoritratti e sul suo modo di scattare dalla forte impronta "introspettiva ed espressiva". In questi ultimi mesi ha scelto di partire per l'Africa con la Lomo'Instant Automat Glass e di esplorare questi luoghi ricchi di fascino.

Ciao Eleonora, benvenuta nella nostra community!
Prima di inziare ci piacerebbe farti conoscere meglio dalla nostra community, ti andrebbe di raccontarci qualcosa di te?

Ciao a tutti, mi chiamo Eleonora Sabet, ho 22 anni, sono di Milano e attualmente mi trovo in Africa, Tanzania dai primi di gennaio.
La mia passione per la fotografia è nata per caso, quando anni fa rubai la macchina fotografica di mia nonna. Da autodidatta iniziai ad informarmi sulle tecniche fotografiche e soprattutto su come utilizzare al meglio uno strumento così complesso. La mia prima macchina fotografica (ovvero quella rubata a mia nonna) è una Nikon D3100, reflex che divenne fondamentale per realizzare i miei lavori. Il mio primo approccio con la fotografia avvenne tramite la tecnica degli auto-ritratti, modalità che mi accompagna tuttora nel mio processo creativo.

Stai intraprendendo un bellissimo viaggio in Africa. Cosa ti ha portato fin là?

Sentivo il bisogno di fotografare realtà diverse dalla mia attuale, amo Milano ma la mia ambizione è quella di diventare foto reporter.

>La mia curiosità nel conoscere persone, culture e situazioni diverse dalla mia mi sprona a realizzare lavori sempre più complessi.

Nei primi mesi del mio viaggio ho vissuto in un piccolo villaggio chiamato Pomerini che si trova nella regione di Iringa, circa a 10 ore da Dar es Salaam. Durante il mio soggiorno a Pomerini ho collaborato con una ONG italiana che ha diversi progetti sul territorio, grazie a questa esperienza ho avuto modo di conoscere e fotografare persone che provengono da una situazione completamente diversa dalla città.

Dar es Salaam è la città più grande della Tanzania, come ti sei trovata a scattare con Lomo'Instant Automat Glass ?

Dar es Salaam è una città particolarmente affollata, calda e disordinata. Nei miei spostamenti in Tanzania, la mia percezione delle persone che fotografavo è sempre cambiata. In città la percezione che ho avuto è che la gente non vuole farsi fotografare e non vuole che lo si faccia anche “da lontano”. Probabilmente è sia per la situazione politica attuale nel paese, ci sono state molte restrizioni a livello mediatico ed è come se le persone avessero timore di qualcosa… e sia perché spesso un occidentale che scatta foto in contesti poveri viene visto come una persona che vuole prendersi gioco della situazione di povertà che lui non vive.

Al contrario, nel villaggio in cui ho vissuto, percepivo una particolare curiosità indipendente dal genere e dall’età del soggetto.

Scattare con la Lomo Istant Automat Glass non è stato semplice, appunto per questo motivo non tutti accettavano di essere fotografati. Non potendomi avvicinare troppo, a livello tecnico ho avuto qualche difficoltà per via della lente. Fotografare con la vostra macchina è stata un’esperienza diversa da una mia potenziale giornata street fotografica e sicuramente farò altre foto al di fuori di questo progetto.

Cosa hai scelto di scattare?

Con i miei scatti ho provato ad evidenziare la grande differenza economica all’interno del contesto sociale di Dar es Salaam. Camminando per le strade di questa città si può percepire che la maggior parte delle persone appartengono a un ceto basso ma in parte si percepisce anche la presenza di persone benestanti. Ciò che manca è la presenza di una classe media: qua o sei povero o ricco.

Cosa ti piace di più della fotografia istantanea?

>La mia parte preferita della fotografia istantanea è la breve attesa dello sviluppo della pellicola. Adoro la sensazione di non sapere come sia venuta la foto per poi 10 minuti dopo controllare e vederne il risultato.

Mi reputo (purtroppo) una persona con poca pazienza, nonostante io sia innamorata della fotografia analogica aspettare lo sviluppo dei rullini è quasi una sofferenza. Trovo che la fotografia istantanea sia un buon compromesso alla mia mancanza di pazienza!

Le tue fotografie ci raccontano I viaggi che hai fatto... e ne hai fatti tanti, eh! Cosa ti è piaciuto di più di Dar? Come hai interagito con la gente del posto?

Sicuramente non le zanzare… probabilmente una delle cose che mi piace più di Dar es Salaam è lo scenario che si crea di notte. La città cambia completamente per la mancanza di lampioni, ci sono solo luci di macchine ma la città sembra ancora più viva. Provo una sensazione strana quando giro di sera, quasi di paura e curiosità.
Una cosa che invece ho iniziato ad apprezzare sempre di più con il passare dei giorni è la preghiera delle moschee che ho vicino a casa. Le prime notti non è stato facile dormire, ora invece mi svegliano, ma non mi disturbano. Durante il giorno il canto che emanano col loro megafono mi rilassa.
Interagire con le persone, dal mio punto di vista, non è così semplice. Partiamo dal presupposto che in questo contesto, fisicamente sono fosforescente… qua la persona occidentale non è molto apprezzata e probabilmente ne hanno ogni diritto. Ma nel mio viaggio ho incontrato per lo più persone gentilissime desiderose di scambiare due parole.

Com’era l’aspetto paesaggistico? E quello culinario?

I paesaggi qua sono meravigliosi, la vegetazione è la prima cosa che mi ha colpito a livello visivo. Appena arrivata in Tanzania, per proseguire il viaggio verso la mia meta di allora, dovetti prendere un autobus di 10 ore e vedere così tanti paesaggi diversi è stato bellissimo.
Dal punto di vista culinario, qua non c’è molta scelta… sicuramente posso affermare con certezza di non aver mai mangiato così tanto pollo come in questi quattro mesi!
Nei baretti locali si può trovare pollo e patatine, cipsy-maiai (frittata d’uovo con dentro patatine fritte) e bocconcini di carne. La specialità qui è l’uguali (polenta bianca) con fagioli.
Invece nei centri commerciali a Dar, ci sono fast food come KFC, Subway e Pizza Hut.

Avevi un percorso predefinito e organizzato o sei andata all’avventura?

Quando ho iniziato questa avventura avevo pianificato i primi tre mesi, quelli vissuti a Pomerini. Attualmente sono senza programmi precisi, mi trovo a Dar es Salaam e giro un po’ per realizzare qualche progetto fotografico. Sto organizzando i miei prossimi spostamenti, non so ancora con precisione dove andrò!

Qual è stato il momento che ha lasciato il segno nel tuo cuore? A quale aspetto del tuo viaggio avevi dato una maggiore aspettativa ma che invece ti ha deluso

Un momento che ha decisamente lasciato il segno nel mio cuore è stato quando ho salutato Regina, la mia amica di Pomerini. È stata fondamentale per la mia crescita personale e per il mio processo creativo.

Se devo essere sincera non sono partita con particolari aspettative, sono partita con l’idea di immergermi il più possibile nella cultura nuova che sarei andata a conoscere così da poter trasmettere le mie sensazioni tramite le fotografie che realizzavo.

Cosa ti piacerebbe sperimentare adesso? Stai pensando a nuove mente?

Vorrei spostarmi per realizzare nuovi progetti fotografici, ho qualcosa in mente ma nulla ancora di certo. Per scaramanzia meglio non dire nulla!

Cosa consiglieresti a chi sceglie un viaggio in Tanzania?

Il consiglio che mi sento di dare è di viaggiare il più possibile (se non hai fatto almeno 5 ore di viaggio su un autobus, non potrai mai dire di essere stato davvero in Africa), visitare piccoli villaggi, fare una tappa a Zanzibar, non perdersi il safari per vedere gli animali più belli e godersi i colori che questo meraviglioso posto regala.
L’ultimo consiglio può essere rappresentato da una sola parola: autan.

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Grazie mille Eleonora per aver condiviso con noi i tuoi scatti e questa fantastica esperienza.

Per vedere i suoi lavori e continuare a seguirla nei suoi spostamenti, potete visitare il suo profilo Instagram e sito Internet.

2018-05-18 #persone

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