Echoes: Esposizoni multiple di Martin Blanco

Martin Blanco è cinematografo e fotografo analogico originario di Maracaibo, Venezuela, anche se oggi vive tra Minneapolis e New York City. Affascinato dall'intreccio d'identità, memoria e contesto, la sua serie di fotografie “Echoes” esplora queste tematiche con la tecnica delle esposizioni multiple.

©Martin Blanco

Come sei arrivato alla fotografia analogica la prima volta?

Fino a due anni fa non avevo mai avuto una fotocamera mia personale. Scappavo con la fotocamera della mia matrigna o chiedevo agli amici che possedevano una fotocamera di prestarmela per andare in giro tra i boschi e le strade sferrate della mia città. Quando mi sono trasferito a New York per la scuola di cinema, ho perso tutto questo, avevo a disposizione le attrezzature cinematografiche per le produzioni video, ma non per quelle fotografiche. Ad un certo punto, un mio amico, mi ha prestato una vecchia Canon AE-1 di suo padre. Ho sempre sognato il cinema con la sua grana e i suoi colori sbiaditi. Così quando finalmente l'opportunità si è presentata, mi sono tuffato a capofitto e ho iniziato a portare con me una macchina fotografica ovunque andassi. Niente regole, nessuna aspettativa. Semplicemente sperimentare, pensare e scoprire. Alcuni mesi dopo il mio compleanno, il mio amico mi ha sorpreso e regalato la macchina fotografica, per davvero! Da quel momento in poi, è iniziata la mia storia!

Le tue esposizioni multiple ci hanno intrigato, ci racconti di questa serie che hai realizzato?

Era un periodo produttivo in cui sperimentavo molto, giocavo con le pellicole, gli effetti e diverse tecniche tra cui le espozioni multiple. Ricordo anche il mio primo scatto con questa tecnica, era l'ultimo fotogramma di un rullino. Considerando che quando parlo di pellicola non mi piace scattare per due volte la stessa cosa o in quei momenti in cui non mi sento sicuro. Però ero alla fine del rullino e mi son detto che dovevo provare prima o poi e ho fatto un tentativo! Inutile dire che anche i rischi, ripagano.

©Martin Blanco

Cosa ti affascina di questo particolare metodo?

Riprendendo le idee concettuali di memoria, identità e contesto, rimasi rapidamente affascinato da come, attraverso una combinazione di ritratto e paesaggio all'interno della stessa cornice, non solo ero in grado di ottenere l'illusione di vedere i due elementi contemporaneamente, ma riuscire a realizzare una meraviglia creata dalla combinazione di due immagini. Come un sogno che riaffiora, queste fusioni causano una perdita dei dettagli ma nel loro combinarsi mi danno una sensazione magica che mi ha spinto a proseguire.

Parlando specificamente di "Echoes" , questo progetto dimostra di essere un tema approfondito del trio di memoria, identità e contesto, e di come i tre si sono applicati, anche inconsciamente, su me stesso. Esaminando il mio lavoro sulle esposizoni multiple negli ultimi due anni mi sono reso conto che alcune prospettive su colore e composizione, riemergevano con nuovi soggetti, colori e nuovi elementi. Le esposizioni multiple sono fotografie surreali, illustrano uno spazio mentale o un pensiero, e vedere questi elementi comuni mi ha incoraggiato e perseguire ed indagare su questi elementi che riprendono ricordi passati e sfociano in possibilità future. I ricordi e il futuro non sono elementi indipendenti l'uno dall'altro, ma possono coesistere. Nel nostro futuro troveremo sempre elementi di richiamo al passato e senza quest'ultimo non ci sarebbe il nostro futuro.

Cosa scatti e come crei le tue doppie esposizioni? Parti da un'idea iniziale oppure vai di istinto?

Adesso scatto con l'AE-1 regalatami dal mio vecchio amico e per mia fortuna, la fotocamera continua a essere, a mio avviso, una delle reflex più intuitive e la sua capacità di ignorare la funzione frame-skip facilita enormemente le multi esposizioni. Tenendo presente questo, fotografo solo un fotogramma alla volta senza mai considerare quello che sarà il successivo, il secondo o il terzo elemento. Il fattore decisivo è sempre il momento: i punti di vista specifici o sentimenti vissuti in quell'istante. Di solito, è un percorso veloce, a volte dopo poche ore ho scattato tutto, ma onestamente, può andare avanti per giorni o addirittura settimane!

©Martin Blanco

Qualche consiglio per le persone che vogliono iniziare a sperimentare con le esposizioni multiple?

La cosa più importante e, onestamente quello che faccio regolarmente, è fidarsi dell'istinto. Non perdere tempo a pensare "Che cosa succede se non ci riesco?" O "Cosa succede se poi quello che ho fatto non significa nulla?". Non pensare e scatta la foto! L'esperienza dimostra che, anche se in quel momento non riesci a capire perché o se funzionerà, o se ti piacerà il risultato finale, potresti ritrovarti settimane, mesi, persino anni dopo ed essere felice di aver scattato quella foto.

La prima cosa da tenere a mente è che ci sono più processi che si differenziano principalmente dal metodo: un'esposizione alla volta o scattare un intero rullino solo e poi riprenderlo nuovamente. Trova ciò che funziona per te e ciò che ti permette di sperimentare!

Se persegui il metodo "una foto alla volta", le cose più importanti da tenere a mente sono: 1) sottoesporre leggermente e 2) tenere traccia delle tue ombre. Se sei sottoesposto - anche di mezzo stop - crei nuovi spazi per la seconda immagine da far emergere, nuovi modi di essere sorpreso una volta che il rullino viene sviluppato e scansionato! Quindi, se si tiene conto dell'oscurità dello scatto, è possibile posizionare la seconda o la terza foto con intenzione, introducendo texture, colori e motivi che elevano la foto precedente.

Ultima cosa, consiglio vivamente la Lomography CN 800! Ha una bella venatura simile a quella della vernice che è adorabile per le multi-esposizioni. Inoltre, si può utilizzare sia di giorno che di notte, è perfetta.


Se ti piacciono i lavori di Martin, dai uno sguardo ad altri suoi scuatti nel suo sito personale e su Instagram.

Scritto da sragomo il 2019-08-01 in #gear #cultura #persone

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