Il Golfo di Napoli Attraverso gli Scatti Analogici di Sefora Castaldo

Guardando gli scatti di Sefora del Golfo di Napoli con la pellicola Color Negative 400 è impossibile non intonare "Vide 'o mare quant'è bello Spira tantu sentimento"!

Ciao Sefora, parlaci del tuo background fotografico. Com'è iniziato il tuo viaggio nel mondo della fotografia?

La mia prima macchina fotografica è stata una Olympus ad ovetto, avevo 10 anni. Il mio interesse per la fotografia nasce, in realtà, successivamente. Avevo 16 anni. Partecipavo ad un campo estivo insieme ad altri amici e una delle mie amiche aveva portato con sé la sua reflex. In quella settimana io e i miei amici ci eravamo ripromessi di documentare ogni attività del campo, e non so come, mi ritrovai con la reflex di questa mia amica al collo. Dopo quella settimana fu amore. Tornata a casa chiesi ai miei genitori di comprarne una. Mio padre, che mi ha sempre insegnato il valore delle cose, mi guardò e disse: "Se ne vuoi una, risparmia e comprala." Andò esattamente così anche se ci misi un bel po' dato che non lavoravo e dovevo mettere da parte i soldi che mi davano ai compleanni o nelle occasioni speciali. Arriviamo ai miei 19 anni quando, dopo 3 anni di risparmi, riuscii finalmente ad avere la somma necessaria per comprare la mia prima reflex. All'università, dopo aver fatto due anni di economia e aver mollato, sono entrata all'Accademia di Belle Arti di Roma e sto per prendere il mio diploma accademico in Fotografia & Video. Negli ultimi tre anni mi sono specializzata nel ritratto e sto cominciando a muovermi verso gli editoriali e le campagne di moda, anche se la strada da fare è ancora tanta.

Sul tuo profilo Instagram hai principalmente scatti in digitale, ma recentemente ci hai svelato che stai preparando la tesi di laurea sul vintage e hai scritto addirittura un capitolo intero sulle toy camera e sulla Lomografia: dove nasce la tua passione per l'analogico e nei confronti dell'approcio Lomografico?

In realtà ho anche un profilo dedicato interamente all'analogico, anche se è ancora piccolino. Sono circa due anni che ho sviluppato un amore verso la fotografia analogica e quella istantanea, tanto e vero che, come vi raccontavo, ho deciso di scriverci il mio elaborato finale di tesi. In realtà la tesi riguarda il VINTAGE e il RITORNO AL PASSATO e l'ho espansa al video, all'arte, all'architettura e alla moda, oltre che al comparto fotografico. La mia passione per l'analogico nasce dal fatto che la perfezione del digitale che si può ottenere grazie anche ai programmi di fotoritocco oltre che alla sofisticatezza delle macchine fotografiche, mi aveva stancato. La foto perfetta senza sbavature mi aveva stancato. Il poter scattare 10 foto in un secondo mi aveva stancato e mi stava portando a non pensare più prima di premere il bottone, ed è qui che l'analogico mi ha salvato: non puoi sapere se hai sbagliato la foto oppure no finché non sviluppi il rullino. Ti costringe a pensare prima di premere perché in un rullo hai solo 24 o 36 pose al massimo. Non puoi permetterti di sbagliare. L'approccio alla Lomo e alle Toy Camera ha seguito più o meno lo stesso ragionamento, ma più sul piano artistico. Con i rulli Lomo non sai mai quali colori verranno fuori, sul piano artistico mi si sono aperti dei mondi che non pensavo esistessero. Quando ho sviluppato i rulli che ho scattato con la LOMO Color Negative 400, l'estate scorsa, sono rimasta a sorpresa dei colori che la pellicola mi ha restituito: ho trovato che quei colori erano esattamente i coloro della mia Napoli e della costiera che tanto amo. Le Toy Camera poi sono macchine completamente in plastica in cui non c'è niente di tecnologico: in quel caso conta solo il rullo all'interno della macchina, il tuo occhio e la tua fantasia.

Hai una macchina fotografica a pellicola preferita?

La mia macchina analogica preferita è ma NIKON FM2 purtroppo non mia, ma di una mia cara amica che me la presta ogni volta che gliela chiedo. Per scattare e realizzare i progetti a cui tengo di più ormai utilizzo quella.

Che tipo di attrezzatura fotografica porti sempre con te nei tuoi viaggi?

Quando viaggio l'attrezzatura che scelgo di portare dipende molto da chi è con me e dal motivo del viaggio: se viaggio con la mia famiglia o con gli amici, tendo a viaggiare leggera e quindi mi carico solamente di una mirrorless e, al massimo, anche un'istantanea, se invece viaggio con altri fotografi tendo a portare tutto quello che ho, reflex, mirrorless, drone e istantanea. Una sola volta con la mia famiglia ho osato portare con me un treppiedi da tavolo quando sono andata in Francia qualche anno fa: restavo sempre indietro e ogni volta che li raggiungevo erano visibilmente scocciati. Non c'è niente da fare: se dovete viaggiare per fotografare, viaggiate con fotografi o con amici che comprendono la vostra mania di fare fotografie.

Chi sono gli artisti che segui e da chi-cosa trai ispirazione per le tue foto?

Gli artisti che ad oggi mi trasmettono di più e da cui tendo a prendere di più sono tanti, ma ne cito giusto due: Marta Bevacqua e Nicholas Fols. Questi due sono, parlando di fotografi contemporanei, quelli, in genere, mi fanno venire voglia di mollare tutto e dire: no, la fotografia non fa per me. Marta riesce a trasmettere tantissimo con poco, mentre Nicholas è quasi un pittore. Se poi posso far riferimento a fotografi un po' più avanti negli anni, allora abbiamo: Peter Lindbergh, Annie Leibovitz e Scianna. Ma potresti stare qui ad lencare fotografi per ore.

Per questa serie hai utilizzato la nostra pellicola Color Negative 400 ISO. Su quale macchina l'hai testata?

Ho testato la pellicola Color Negative 400 sulla mia macchina preferita: NIKON FM2 con 50mm 1.4

Quali sono le caratteristiche che più ti hanno colpito di questa questa pellicola?

Lo accennavo già prima, la cosa che più mi ha colpito è stata la resa dei colori, soprattutto nei bordi quando ho scattato sotto il sole pieno.

In questa serie hai immortalato diversi scorci del bellissimo Golfo di Napoli. Quale legame hai con questa terra?

Io sono nata e cresciuta nella provincia di Caserta, dico provincia di Caserta, ma il mio paese confinava con la provincia di Napoli e tutti i miei parenti vivevano in provincia di Napoli. A 17 anni, a causa del lavoro dei miei genitori mi sono dovuta trasferire a Roma. A Napoli ci andavo quando non entravo a scuola. Con i miei compagni di classe prendevamo il treno dalla stazione a pochi chilometri dal nostro liceo, e andavamo in città. Napoli è casa mia, è la mia terra, le mie origini. Non importa quante volte io visiti quei luoghi, ci sarà sempre qualcosa che mi farà restare a bocca aperta: dalle persone che ogni estate si tuffano dal ponte che porta a Castel Dell'Ovo, a quelli che prendono il sole sugli scogli attaccati al lungomare, al granitaro che ti offre una granita al limone perché "Signurì, vi vedo accaldata". Napoli, come, in realtà tutto il Sud, è un mondo a parte. Un mondo meraviglioso che molto spesso viene frainteso e caricato di pregiudizi.

Hai qualche progetto o collaborazione interessante in programma?

Un progetto che sta prendendo forma e che ho deciso di scattare tutto in analogico c'è. In realtà non ne posso parlare perché sarà in collaborazione con un movimento che si occupa di raccogliere storie di catcalling e non solo. Per il momento c'è solo l'idea e lo strumento con cui raccontarla. Non ho definito ancora nulla di preciso perché questa idea ha preso forma poco prima del 2021 e io, poco dopo, mi sono trovata immersa nel fantastico mondo di un universitario alle prese con gli ultimi esami e la tesi, ma l'idea è quella di realizzarlo tra aprile e dicembre, e poi sottoporlo a qualche associazione e magari vederlo sia esposto che pubblicato. So che è un tema molto delicato, molto attuale e che spesso passa in sordina, ma è proprio per questo che tengo a realizzarlo.

Svelaci la tua foto preferita? Puoi raccontarci la storia che c'è dietro?

La mia foto preferita...ehh. Questa è tosta. Se mi chiedete una risposta a bruciapelo allora vi dico che ne ho due, che in sostanza significano la stessa cosa. Una l'ho scattata al Kyoto Garden di Londra a settembre del 2019 e rappresenta una Carpa Koi. L'altra l'ho scattata a Novembre 2020 all'Isola Tiberina di Roma ed è un ragazzo che corre. Le ho entrambe stampate e appese nel mio studio. Per i giapponesi la Carpa Koi è simbolo di coraggio. Ogni volta che guardo quella foto mi dico di non mollare e di tirare dritta per la strada che mi sono scelta, nonostante tutto e tutti. L'altra invece si collega alla carpa perché oltre al ragazzo che corre (anche se sfocato) si intravedono dei gabbiani in volo. Mi dà un senso di libertà che nel 2020 ci è stata negata a causa della pandemia. Per me poi "coraggio e libertà" vanno a braccetto.


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Scritto da melissaperitore il 2021-03-08 in #gear #persone

Maggiori informazioni

Lomography Color Negative 400 (35mm)

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