Napoli su Pellicola: Fotografie di Alessandro Zarotti

Dopo Roma e Venezia, Alessandro Zarotti ci porta alla scoperta di Napoli, sempre esclusivamente su pellicola.

Ciao Alessandro, bentornato! Cosa ti tiene impegnato nell'ultimo periodo?

Ciao Lomography! Sicuramente il lavoro, ma anche i libri di foto, i negativi e le uscite fotografiche! Sto scrivendo un nuovo libro personale che si chiama “Italia”, una storia analogica che si svolge da Lampedusa a Milano passando per Napoli, Roma, Parma e Venezia. Voglio realmente mostrare quanto l’italia sia il paese più bello del mondo tramite le mie foto. Le persone saranno al centro di questo viaggio: vediamo cosa salterà fuori!

Questa serie è stata scattata a Napoli: qual è stato il momento più memorabile del tuo viaggio?

Sicuramente l’arrivo ai Quartieri Spagnoli. La città ha un folklore, un’energia e una vita che non ho mai visto in nessun posto al mondo se non forse a Marrakech. Ed i quartieri spagnoli sicuramente rappresentano al meglio i colori e l’atmosfera di Napoli. Fotograficamente parlando ho trovato però molto più interessante “la sanità” come la chiamano i napoletani: un quartiere meno conosciuto quindi meno turistico e più autentico: ho mangiato una pizza incredibile e ho colto all’ennesima potenza cosa voglia dire essere Napoletani!

Potresti dirci qual è l'elemento più importante quando componi un'immagine?

Sicuramente il lato umano. Difficilmente compongo un’immagine senza una persona: mi aiuta a dare il senso di pienezza che serve per trasmettere qualcosa di un luogo. Voglio che chi guarda la foto si immedisimi, sappia come vivono le persone in una città e come essa può essere visitata, quali sono le tradizioni e i vestiti tipici, gli angoli dei quartieri e le mansioni svolte nella routine di tutti i giorni.

Cosa cerchi di solito in una scena e cosa la spinge a premere l'otturatore?

Dal momento che mi definisco uno Human-Hunter e che amo cogliere l’essere umano nella sua vera essenza, cerco di avvicinarmi alle persone che compongono una scena stando però un passo indietro, senza interagire con la sfera personale del soggetto e distoglierlo da quello che sta facendo. Sono convinto che l’essere umano sappia essere estremamente affascinante quando compie azioni della sua vita ordinaria, senza sapere di essere ripreso: ecco che io lì premo il grilletto. Dal momento che mi accorgo dell’attenzione del soggetto su di me e che esso smette di fare quello che stava facendo, allora non premo il grilletto. E’ una questione di tempismo!

Durante questo viaggio (e anche in generale) c'è stato un momento che rimpiangi di non aver immortalato su pellicola? Se sì, come mai hai deciso di non premere l'otturatore?

Più che un momento che non ho immortalato, c’è stato un momento che ho immortalato male. Nei quartieri spagnoli tutto si muove molto in fretta e c’è poco tempo per scattare: mi trovai di fronte questo signore napoletano che mangiava per strada su un tavolo improvvisato in mezzo alla strada e con la testa a ridosso di alcuni panni appesi: era una scena davvero...napoletana! Ritraeva per me perfettamente come io vedo Napoli. Ma, per la fretta, ho dato poco peso alla composizione, e quella che pensavo sarebbe uscita una foto bellissima si è rivelata in realtà davvero una foto insufficiente!

Se potessi passare una giornata con qualsiasi fotografo (anche non più vivo) chi sarebbe? E per quale motivo?

Non ci penserei mai due volte e direi subito Robert Capa. Cioè, il più grande o uno tra i più grandi di tutti i tempi! Se potessi scegliere come passare una giornata con lui lo farei sicuramente in un campo di guerra. Vorrei capire come si muove, cosa cerca e cosa attrae la sua attenzione più di un’altra cosa. Sarebbe poi incredibile poter capire come lui calcolava l’esposizione e come il suo occhio ragionava a livello fotografico, in un periodo in cui ancora la fotografia era agli albori e nessuno aveva la cultura fotografica e scientifica che possiamo avere noi oggi.

Quale sarà la meta del tuo prossimo reportage fotografico?

Nord Europa, destinazione Finlandia. Sarò in Lapponia per 4 giorni ad inizio dicembre. Sarà fighissimo vedere come reagiscono le pellicole a temperature estreme e se riesco a fotografare (ma soprattutto a vedere) l’aurora boreale. Sogno una diapositiva 120 da appendermi in casa che ritrae i colori dell’aurora!


In attesa dei suoi prossimi diari di viaggio analogici attraverso l'Italia, segui Alessandro sul suo profilo Instagram e sul suo sito.

Scritto da melissaperitore il 2021-11-22 in #luoghi #napoli

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