Fotografia Musicale con la Lente Artistica Petzval 58: Intervista a Luigi Rizzo

Luigi Rizzo ritrae da anni artisti della scena nazionale e internazionale sui palcoscenici di tutta Italia: conosciamolo meglio attraverso questa intervista in cui ci mostra anche i suoi scatti con la Lente Artistica Petzval 58.

© Luigi Rizzo

Ciao Luigi, benvenuto! Potresti fare una tua piccola presentazione ai lettori del nostro Online Magazine?

Vengo da una bellissima cittadina del Salento che si chiama Galatina in provincia di Lecce. Il mio passato lavorativo è un po’ strano in quanto sono stato un veterinario specializzato in cavalli dai 23 ai 32 anni e questo mi ha portato a girare l’italia e vari posti nel mondo. Poi a 32 anni, per tutta una serie di vicissitudini, ho deciso di stravolgere la mia vita, mi sono rimesso a studiare e ho cominciato a lavorare come fisioterapista dedicandomi appassionandomi molto alla riabilitazione neurologica. In tutto questo l’arte ha sempre fatto parte della mia vita in varie forme, finchè un giorno non ho cominciato (o dovrei meglio dire ricominciato) a fotografare e da allora non l’ho più tradita.

© Luigi Rizzo

Raccontaci del tuo background fotografico: quando hai iniziato il tuo viaggio nel mondo della fotografia?

In realtà la fotografia entra nella mia vita da subito. Una macchina fotografica è stata il mio primo giocattolo. Mia madre è stata colei che mi ha trasmesso questa passione. Lei era solita portarci a fare foto in occasione delle feste, delle gite, dei cambi di stagione praticamente ogni anno. Nella sua famiglia ci sono stati tanti fotografi anche illustri che io non conosciuto. Quindi diciamo che un po’ era nel DNA, però è stato proprio nel passaggio tra un lavoro e l’altro che la fotografia è tornata prepotentemente nella mia vita dopo anni di abbandono tra le cose legate all’infanzia.

Durante un viaggio per lavoro conobbi un collega veterinario che mi riportò a fotografare, nel passaggio tra un lavoro e l’altro iniziai a fotografare per locali e discoteche della mia zona e da li il percorso ha preso una piega così simile a delle montagne russe che ancora mi sto chiedendo come mai mi trovo a fotografare concerti così grossi. Complice l’esplosione turistica del salento mi ritrovai a fotografare anche i primi concerti che venivano organizzati e dopo qualche anni mi trovai nel posto giusto al momento giusto: la location dove lavoravo stipulò una partnership con Rockol e Rolling Stone Italia e io ero l’unico contatto a disposizione e da lì cominciarono le mie due collaborazioni più longeve.

© Luigi Rizzo

Tutte queste foto sono state scattate con la Lente Artistica Petzval 58: quali sono le caratteristiche che più ti piacciono di questa lente?

L’incontro con questa lente è stata totalmente fortuita. Nel mondo della fotografia musicale bene o male abbiamo tutti la stessa attrezzatura, il livello professionale è bene o male lo stesso e quindi alla fine ho capito che l’unico modo per avere foto diverse sarebbe stato usare attrezzatura “scomoda” che gli altri non usavano. Per scomoda intendo che è da folli oggigiorno usare un obiettivo manuale e con caratteristiche di messa a fuoco così particolari per una tipologia di fotografia che si basa su movimento, impossibilità di chiedere un bis dell’azione e luci assenti o molto mutevoli.

Ovviamente del Petzval apprezzo proprio questa sua unicità, il risultato da ottenere durante un concerto è davvero un traguardo complicato, ma quando riesci ad ottenere quella foto che hai in mente, con la giusta messa a fuoco e la giusta dose di “flare” la soddisfazione non ha eguali. In un mondo tecnologico dove nitidezza è sinonimo di qualità e bellezza, ho voluto divertirmi a riportare un po’ di imprevedibilità e imperfezione.

© Luigi Rizzo

Quali sono invece i contro?

Sicuramente i diaframmi sono molto difficili da scegliere al buio e di fretta come scatto io ma io non li vivo come dei “contro”. Sono proprio l’ostacolo che voglio per divertirmi a fotografare ogni volta come se fosse la prima. Poi ovviamente uso sempre anche i miei obiettivi più moderni perché devo essere sicuro di avere un lavoro fatto bene. Ma con obiettivi come il Petzval mi diverto molto di più.

Quale fotocamera hai usato?

Ho comprato il Petzval quando ancora usavo la mia vecchia Canon 5d mark 3. Ora lo uso sulla Sony A7 r III con adattatore Canon e va comunque benissimo.

Qual è l'aspetto più gratificante nel fotografare concerti?

Ti domanderei di rimando: ci sono aspetti che non lo sono? Io adoro fotografare e mi è indispensabile quanto respirare. Odio fotografare al chiuso e in posa. E le mie giornate non potrebbero trascorrere senza ascoltare musica di qualsiasi genere. Fotografare i concerti mi sembra una sintesi perfetta delle mie necessità. Sicuramente un aspetto bellissimo, a parte gli scherzi, è quello di scoprire tantissimi artisti che altrimenti non avrei mai avuto modo di conoscere. Soprattutto nei festival esteri ascolti tante di quelle band straniere e sconosciute da noi che sarebbe davvero impossibile entrarci in contatto diversamente. E poi fotografare la musica e chi la pratica ha una magia unica, immortali una forma di divertimento e di arte così emotivamente carico che lo considero davvero un privilegio poterlo fare.

© Luigi Rizzo

Dalla moltitudine di concerti ed eventi in cui sei stato coinvolto come fotografo, ci devono essere sicuramente stati degli aneddoti particolari: hai una storia bella o assurda da raccontarci?

Uh qua ci sarebbe davvero da scrivere un romanzo. Così a pelle ti racconterei qualcosa che riguarda il mio ascolto della musica da fan. Io amo i Thirty Seconds To Mars sopra ogni cosa e anche fotograficamente sono stati molto importanti per me, non fosse altro che sono stati la mia prima gallery per RS italia. L’episodio più assurdo però è avvenuto durante il loro ultimo live a Milano se non sbaglio nel 2018. In quell’occasione ci fu concesso di fotografare tutto il live nel pit (evento più che raro) e per me fu la notizia più bella che potessi ricevere. Dopo 18 brani passati a fotografare in preda alla frenesia adolescenziale mi accostai al palco per riposarmi un po’ davanti ad una scala che non avevo notato portasse proprio sul palco. Ad un certo punto sentì una mano sulla spalla e qualcuno che mi spingeva con un rapido “sorry”. Il tempo di girarmi e mi trovai davanti Jared Leto che mi sorrideva e correva verso il centro del pit per buttarsi a cantare sul pubblico in delirio. Io rimasi a bocca aperto a fissare il vuoto per un tempo interminabile e se non fosse stato per una collega che venne a svegliarmi sarei rimasto imbambolato così per sempre. Sinceramente io non credo a chi di ce che si abitua a queste cose. Per me stare sotto palco è ogni giorno la realizzazione del sogno di un fan della musica live. È troppo bello!

© Luigi Rizzo

Quale attrezzatura non può mancare quando devi coprire un concerto? E quale nei tuoi viaggi?

Mmm questa domanda è davvero difficile. In generale ti direi che non dovrebbero mancare un 24-70 e un 70-200 possibilmente a focale fissa. Così copri la quasi totalità dei concerti in location medio piccole e molti di quelli in location più grandi come palazzetti. Se poi si passa agli stadi e a quelle date in palazzetti dove ti posizionano in fondo alla sala, ti direi che sono indispensabili un super tele, uno sgabello e un monopiede. In realtà però io ho delle lenti tutte strane come il Petzval e se posso mi porto dietro tutto quello che riesco perché penso sempre che non si sa mai cosa ti può succedere. Nei viaggi vorrei portarmi dietro tutto ma di solito viaggio con il 24-70 e il 70-200 e puntualmente rimpiango di aver portato il resto.

Qualche suggerimento per chi vuole iniziare a fare fotografia di musica/live?

Nel corso degli anni mi sono trovato a dirigere due web magazine (Nightguide prima per tanti anni e ora MusicAttitude) e in entrambi i casi io ho sempre cercato di dare spazio a fotografi emergenti per nuove collaborazioni.

Il consiglio fondamentale e la domanda che faccio sempre a tutti è “Perché fotografate? Cosa volete dire?” e non hai idea di quanti non sappiano rispondere sensatamente a questa semplice domanda. Se rispondi a questa domanda in maniera sincera sei già a buon punto. Se sai perché lo fai, sai anche cosa ti spinge, sai come affrontare i no, come proporti, come arrivare a fare qualcosa di personale e soprattutto sarai pronto a quelle botte di fortuna che ogni tanto accadono. Se lo fai tanto per uno sfizio momentaneo o per una moda, personalmente non ti do nemmeno una chance. Poi ricordo a tutti che la foto live non può essere una strada da intraprendere con l’idea di diventare ricchi o di stare sempre in mezzo agli artisti. Non è così. Io non lo faccio come lavoro primario, ma i miei colleghi che lo fanno sono dei valorosi guerrieri che si spostano in continuazione e non hanno una vita normale e regolare. Bisogna essere disposti a molti sacrifici.

© Luigi Rizzo

Durante una tua intervista hai dichiarato: “Durante i concerti non sono mai totalmente concentrato sul frontman: voglio fotografare la musica, non il cantante.” Puoi spiegarci meglio questo concetto e come riesci a traslarlo sulle tue immagini?

Questo punto per me è tutto. È l’essenza di quello che cerco. Fotografare una persona che canta è il minimo. Fotografare la musica che emette e le emozioni che suscita è un’altra storia. Ogni genere musicale ha un colore, uno stato d’animo e io cerco di trasformarlo in immagine, sia con lo scatto diretto che con la postproduzione. Mi piace giocare con il viraggio dei colori, con le inquadrature ardite per trasmettere il senso di calma, di agitazione o di ansia che un genere di musica mi suscita. Mi piace molto anche cercare di beccare le espressioni personali e intime che gli artisti fanno pensando di non essere visti così da vicino. Io mi emoziono molto e mi piace che le mie foto facciano altrettanto. Altrimenti il tutto si limita a premere un bottone.

Qual è l'elemento più importante quando componi un'immagine?

Altra domanda difficilissima. Per me la simmetria nelle foto è tutto. Si parte da un ordine di elementi che devono essere al loro posto oppure essere totalmente stravolte. Però è fondamentale conoscere le regole della composizione standard e della simmetria nel proporzionare vuoti e pieni in un’immagine. Se non conosci la regola non puoi romperla. Chi rompe gli schemi a caso e gli esce qualcosa di bello ha solo fortuna non ha un’idea da portare avanti. L’immagine è un’informazione che arriva al cervello di chi guarda, se non sai come far arrivare queste informazioni è come se stai cercando di spiegarti in italiano ad uno straniero, potrà interpretare qualche aspetto del tuo pensiero ma arriverà mai al nocciolo della tua arte.

© Luigi Rizzo

Hai progetti o collaborazioni interessanti in programma?

Dipendesse da me ne avrei a milioni sempre e in ogni momento, ma non dipende da me. In questo preciso momento ho un progetto per il prossimo anno quasi impossibile da realizzare, si tratta di seguire una band di cui non farò il nome in giro per alcune date estere per realizzare un reportage in stile vintage, come si faceva una volta, magari anche in pellicola. Si tratta di sogni. Staremo a vedere.


Segui Luigi su Intagram per vedere tutti i suoi lavori.

Scritto da melissaperitore il 2021-10-15 in #gear

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