I Ritratti di Roberto Bramati con la Lente Daguerreotype Achromat e le Sue Sperimentazioni Fotografiche

In questa intervista Roberto Bramati ci mostra i suo ritratti creati con la Lente Artistica Daguerreotype Achromat 2.9/64 e ci catapulta in un mondo di sperimentazione fotografica parlandoci di fotografia a realtà aumentata, foto mosaici e molto altro ancora.

© Roberto Bramati

Ciao Roberto, benvenuto! Potresti fare una tua piccola presentazione ai lettori del nostro Online Magazine?

Sono Roberto Bramati, un fotografo romano ritrattista, classe '62. Sono un fotografo amatoriale per scelta, nel senso che non amo legarmi particolarmente ad un marchio o un brand ma preferisco rimanere libero da vincoli ed esprimere la creatività senza dover sottostare inevitabili regole commerciali. Divido il mio tempo tra l’attività di libraio più che ventennale e quella della fotografia. Mi sto dedicando anche alla fotografia a realtà aumentata o almeno così viene chiamata ultimamente. Ecco cosa intendo: fotografia che sia percepibile anche ad altri sensi, olfattivo, tattile, cenestesico, etc.. etc.. e fotografia tridimensionale. Questo tipo di fotografia è apprezzabile, nella sua interezza soltanto dal vivo, chiaramente, quindi una visita in prima persona ad una mostra è l’unico modo di vivere questo tipo di esperienza a tutto tondo. Potremmo quasi eguagliarla ad una istallazione.

Cercherò di sintetizzarla con qualche sintetico esempio:

  1. Se si mettono due foto affiancate, fatte ad ok (sinteticamente con uno scostamento orizzontale 1/23 dal primo oggetto della fotografia), si da un visore allo spettatore gli si permette di vedere la tridimensionalità di quella immagine. Il tre di è considerato attualmente la fotografia a realtà aumentata per antonomasia. Era un tipo di fotografia molto in auge nel fine 800 primi 900.
  2. Se ad una fotografia di un campo di grano battuto dal vento si mette un ventilatore, posizionandolo affinché l’osservatore venga colpito dal vento, essa sarà percepita non soltanto da un punto di vista visivo ma con effetto che tocca altri canali sensoriali
  3. Se una fotografia di una spiaggia viene profumata di salsedine, quando lo spettatore vi passa davanti percepirà anche l’odore. Ho fatto l’esempio di una spiaggia ma potrebbe essere un ritratto con un mazzo di rose ed il relativo profumo.
  4. Se una fotografia di una persona che scatta una foto viene unita ad un suono dello scatto, quando vi ci si passa davanti.
  5. Se una fotografia si mette una scritta a rilievo in braille si consente ad un cieco di poterne apprezzare la descrizione
© Roberto Bramati

Raccontaci del tuo background fotografico: quando hai iniziato il tuo viaggio nel mondo della fotografia?

Scatto praticamente da sempre, dall’età di 3 anni, anche se in verità tutti noi scattiamo fotografie da quando apriamo gli occhi, quindi sarebbe più corretto dire che uso apparecchiature fotografici dall’età di 3 anni. Non dirò più di tanto su me stesso perché considero il fotografo ininfluente o addirittura fuorviante rispetto alle opere che realizza. Lo stesso vale per il titolo o una descrizione della foto, poiché l’immagine viene percepita in maniera soggettiva; ad ognuno di noi comunica impressioni, emozioni diverse; non mi sembra giusto limitare l’osservatore ad una mia visione.

In questo mezzo secolo ho avuto modo di utilizzare molti media fotografici dal digitale all’analogico, all’istantaneo. Avendo vissuto, per forza di cose, in prima persona l’evoluzione della fotografia e le sue trasformazioni, mi piace ricercare metodi antichi, tecniche di altri tempi, rivisitandoli in chiave moderna, come la cianotipia e la callitipia, la fotografia stereoscopica a quella stetoscopica, la fotografia ad infrarossi.

Questa visione fotografica a tutto campo mi ha permesso di approcciarmi alla fotografia sistemica e al foto mosaico, che sono due aspetti della fotografia che consentono di uscire dalla tunnel vision generata dalla visione oculare.

In altre parole con la definizione di “fotografia sistemica” intendo il trasformare un’immagine già eseguita, utilizzandola come una matrice, rimanipolandola attraverso il passaggio in sistemi diversi ed ottenendo in tal modo una specie di ready made. Oppure eseguendola direttamente dal vivo, scomponendo all’origine l’immagine in diversi scatti, realizzandoli e per poi assemblarli di nuovo e ricreare un unicum fotografico, una unica fotografia composta da più scatti.

Questo tipo di fotografia che può essere fatto in digitale-analogico o istantaneo è riconducibile ai primi 900 e alla pittura futurista, del siciliano Boccioni, poi successivamente rivisitata da un punto di vista fotografico da diversi autori e che ha avuto delle punte di notorietà ed eccellenza con il dadaismo e la pop art. Quindi passando dal cabaret Voltair a Marcel Dechamp , da David Hockney a Andy Warhol , per dare un inquadramento temporale.

© Roberto Bramati

Tutte queste foto sono state scattate con la Lente Artistica Daguerreotype Achromat 2.9/64: quali sono le caratteristiche che più ti piacciono di questa lente?

Questo obiettivo lo amo particolarmente perché ha una luminosità che va ben oltre al nominale 2,9 e permette di scattare in condizioni di pochissima luce; inoltre ha un tipo di resa veramente speciale, unica. Il bokeh dello sfondo non è raggiungibile con altre lenti, forse si avvicina il Canon 50 1.0. Le piastre di diaframma permettono di lavorare sui punti luci vignettandoli a cuore, a stella a fiocco di neve etc..etc…La vignettatura con effetto fluo (soft focus) conferisce agli scatti quell’effetto sfocato che avvolge i ritratti di un romanticismo speciale. Il tutto con un ingombro ed un peso ridotto.

La mancanza di autofocus rende le fotografie un po’ più difficili, più lente nell’esecuzione, più a dimensione umana. In un certo modo ti costringe ad una maggior concentrazione e ad aggiustamenti dello scatto. Questa peculiarità costringe ad uscire dalla confort zone ed evita la frenesia degli scatti a raffica sensa senso. E’ un tornare indietro nel tempo per andare avanti nella propria evoluzione fotografica. Lente a focale fissa, quindi bisogna spostarsi maggiormente rispetto al soggetto per avere il voluto taglio fotografico, altra peculiarità che permette di darci più tempo nello studio della giusta inquadratura. Insomma quelli che potrebbero sembrare delle difficoltà nell’esecuzione offrono in contraccambio il tempo di riflessione per eseguire una foto maggiormente studiata, forzandoci la mano in questa direzione.

Per questo motivo è un obbiettivo che porto sempre con me, non soltanto nella fotografia a me più congeniale che è la ritrattistica, dove questa lente da sicuramente il massimo, ma la utilizzo per tutti i generi fotografici, dal paesaggio dove si hanno tutti i tempi di studiare la composizione dello scatto alla fotografia sportiva che ha per definizione una dinamica dai ritmi più serrati.

Quali sono invece i contro?

Essendo un fotografo ufficiale della CrossXrace (associazione sportiva che effettua eventi di gare ad ostacoli anche in ambito militare su percorsi di selezione del pentatlon), quando ci si trova a scattare in queste occasioni, bisogna settare preventivamente la corretta luminosità e la messa a fuoco, aspettando poi il soggetto che passi in quel punto esatto, un po come la street Photography in cui si ritrova a fare praticamente il cecchino. Quindi necessita di uno studio a monte per poterla utilizzare al suo meglio e torniamo quindi al fatto di eseguire degli scatti studiati, ragionati. Poi ad ognuno le proprie riflessione, ma qualcosa che mi costringe usare la testa mi porta sempre dei risultati migliori, mi permette di crescere.

© Roberto Bramati

Che tipo di attrezzatura fotografica non può mai mancare nei tuoi viaggi?

Nei viaggi porto sempre con me una fotocamera istantanea e una Leica bT perché sono pratiche, di ingombro ridotto e poco invasive.

Qual è l'elemento più importante quando componi un'immagine?

L’elemento più importante quando compongo un’immagine è la luce...la sua assenza.

Di seguito troviamo alcune esempi delle sperimentazioni di Roberto:

Fotografia sistemica

Scatti originali eseguiti in digitale con l’obbiettivo Daguerreotype Achromat 2.9/64 senza piastra di diaframma e successivo passaggio a foto mosaico di due scatti istantanei.

Modella a destra: Medmusa; Modella a sinistra: Evanesco

Fotografia a foto mosaico eseguita dal vivo direttamente con 12 scatti

© Roberto Bramati - Modella: Luxes

Fotomosaico a sovrapposizione eseguito in digitale con 12 scatti con lente Daguerreotype Achromat 2.9/64 – Algoritmo di scatto schema display canon (orizzontale /parallelo).

Ritratto urbano fotomosaico

© Roberto Bramati

Questi 3 esempi di foto mosaico di cui due eseguiti con pellicole Lomography sono un abstract di un progetto “A Long Sunday” in cui si è voluto fermare il momento del 1° lockdown della pandemia da covid19, da parte di 15 fotografi italiani e da altre nazioni. Tutte le fotografie del progetto sono state scattate con una Ferrania Eura con pellicole 120. Per il progetto ho utilizzato anche le pellicole LomoChrome Metropolis e le Lomochrome Purple. E' una mostra itinerante in tutte le città dei fotografi che costituisco il progetto. Si è conclusa da poco l’esposizione degli scatti nella tappa di Città della Pieve, svoltasi nelle cripte della cattedrale. Essendo un ritrattista ho voluto cimentarmi in questo tipo di fotografia che potrebbe sembrare a prima vista avulsa dal mio di scattare, eppure da una disamina più approfondita si evince che in sostanza sono anch’essi ritratti, certo non di un volto umano ma quello di una città. Nel ritratto di una persona c’è il momento istantaneo in cui si ferma una certa espressione, nel ritratto di un paesaggio il tempo è più dilatato ma sempre di un ritratto si tratta (cit). Questo è un altro esempio del cambiare gli schemi, di provare ad osservare quello che circonda da un’altra prospettiva.

© Roberto Bramati - Modella: Mendy Fashin Tyna

“Legs in latex”, foto mosaico di 6 scatti istantanei, sistemica da uno scatto digitale effettuato con un obiettivo Daguerrotype Acromat 2.9/64 con piastra di diaframma che chiamo a margherita, manipolazione a punteruolo.

© Roberto Bramati

Cenni sulla fotocomposizione

Nel foto mosaico eseguo gli scatti con un algoritmo di scatto, cioè una ben determinata sequenza di scatto, che è lo studio preventivo, la linea guida per eseguire un foto mosaico. Esistono infinite variante e sono condizionate dall’apparecchio che si utilizza. Esempio di algoritmo di scatto a schema grafico:

© Roberto Bramati

Per esempio con la fotografia istantanea l’algoritmo tiene presente il numero di scatti del film Pack, e servirà successivamente come guida per poter ricomporre il puzzle. Con il digitale invece si usa un algoritmo coerente con il display della macchina usata, per poter vedere immediatamente il mosaico composto. Un obiettivo come il Daguerrotyper Acromat permette di mantenere la messa a fuoco sul soggetto e creare foto mosaici maggiormente coerenti, siano essi a sovrapposizione che ad affiancamento. Non mi dilungherò sul foto mosaico che è un genere di fotografia che avrebbe bisogno di un approfondimento più articolato, sono in stesura di un libro “Il foto mosaico– testo argomentativo” in cui raccolgo tutte le mie riflessioni su questo tipo di fotografia.

© Roberto Bramati - Modella: Evanesco Redsnow

Nell'opera sottostante, oltre alla scritta in braille sono presenti anche altre manipolazione, cuciture e dorature all’interno con oro 18 carati, un esempio anche se riduttivo della realtà aumentata.

© Roberto Bramati - Modella: Luxes “costellazione Lux”

Foto mosaico in callitipia

© Roberto Bramati - Modelle: Dasirya e Minou

Cianotipie

© Roberto Bramati

Segui Roberto sul suo profilo Instagram per vedere tutte le sue sperimentazioni fotografiche.

Scritto da melissaperitore il 2021-10-18 in #gear

Daguerreotype Achromat 2.9/64 Art Lens

Daguerreotype Achromat 2.9/64 Art Lens è disponibile con attacco Canon EF, Nikon F oppure Pentax K (sia analogiche che digitali). È inoltre compatibile con molti altri modelli di fotocamera utilizzando gli adattatori!

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