XII^ Edizione del Festival della Fotografia Etica

Fino al 24 ottobre Lodi torna a raccontare il mondo in cui siamo immersi, nella XII^ edizione del Festival della Fotografia Etica. Un mondo che evolve velocissimamente quasi quanto il click di uno scatto fotografico.

In ordine dall'alto a sinistra: © Ami Vitale, © Bulent Kilic e © Eva Marie

Ad aprirci finestre su situazioni e storie a noi spesso sconosciute, saranno 80 fotografi da ogni parte del pianeta con 20 mostre e con progetti inediti che saranno esposti nelle prestigiose sedi espositive della città e in spazi all'aperto. Cuore del Festival rimane il World Report Award. Sei le sezioni che lo compongono, con i relativi vincitori scelti dalla Giuria composta da Svetlana Bachevanova, direttrice esecutiva della Fondazione FotoEvidence, Lauren Steel, co-fondatrice di Visual Thinking Collective, Gary Knight fotografo e direttore dell’agenzia fotografica VII, Alberto Prina e Aldo Mendichi, coordinatori del Festival della Fotografia Etica.

In ordine dall'alto a sinistra: © Lorenzo Pesce, © Daniele Vita e © Alain Schroeder

A partire dalla categoria MASTER, vinta dall’italiano Nicolò Filippo Rosso con Exodus, viaggio che documenta la lunga marcia di rifugiati e migranti dal Venezuela alla Colombia e dall'America centrale al Messico e agli Stati Uniti, in cerca di pace e libertà; la categoria SPOTLIGHT va al polacco Jędrzej Nowicki e alla sua The Scars, resoconto di quella che oggi è considerata la più grande protesta antigovernativa nella storia della Bielorussia, iniziata nell'agosto 2020; la sezione SINGLE SHOT con lo scatto singolo del belga Alain Schroeder dal titolo Saving Orangutans, che denuncia il pericolo di estinzione dell’orango in Indonesia a causa della deforestazione incontrollata; la categoria SHORT STORY è stata anch’essa vinta dall’italiano Nicolò Filippo Rosso con Consumed by Grief, racconto del ritorno dei corpi di 13 migranti al loro villaggio natio in Guatemala, partiti pochi mesi prima in cerca di una nuova vita in Texas dove non fecero mai arrivo; la tedesca Jana Mai si è aggiudicata la categoria STUDENT con il lavoro The Descendants Of The Wolves, ossia la storia dei gagauzi, una minoranza turca di fede ortodossa cristiana che vive nell’area meridionale della Repubblica Moldova; infine la categoria FUTURE GENERATIONS, vinta dall’italiano Daniele Vita con Bagnanti, che ci porta a Catania sulle tracce dei giovani adolescenti dei “quatteri”, e della loro voglia di vita parallela spesso a scelte di criminalità e malavita.

In ordine dall'alto a sinistra: © Farshid Tighehsaz, © Eugene Richards e © Fiorella Baldisserri

Il programma definitivo della kermesse prevede:

Nello Spazio Approfondimento, ex Chiesa dell’Angelo, ritorna a Lodi dopo 10 anni un maestro del fotogiornalismo mondiale, l’americano Eugene Richards, che ci porterà nell’America profonda del delta dell’Arkansas per vedere quali promesse erano state fatte 50 anni fa alla comunità afroamericana, e quante di quelle si vedono realizzate oggi. Storie che raccontano la povertà endemica, il razzismo, la violenza e la lunga strada ancora da percorrere per raggiungere l’uguaglianza, in una mostra assolutamente
inedita in Italia.

A sinistra: © Francesco Andreoli. A destra: © Jana Mai

Tra le belle novità di quest’anno lo Spazio Outdoor, che coinvolgerà i Giardini pubblici di Lodi portandovi nientemeno che la notissima fotografa americana Ami Vitale con A Daring Giraffe Rescue, cronaca del salvataggio drammatico e pirotecnico al tempo stesso di un gruppo di giraffe di Rothschild dall'isola di Longicharo, un pinnacolo roccioso di lava nel mezzo del lago Baringo, nel Kenya occidentale. Accanto a lei torna a Lodi il fotografo olandese Jasper Doest con Pandemic Pigeons - A Love Story, che racconta di una coppia di piccioni selvatici che ha fatto amicizia con la famiglia del fotografo, isolata in casa durante la pandemia di Covid-19. Ollie e Dollie, questi i nomi che ha dato loro la famiglia, erano “ospiti” abituali in casa e le loro visite quotidiane hanno aiutato tutti quanti a rimanere “sani di mente” in un periodo molto impegnativo.

Grande attenzione, come sempre, sarà per la sezione Uno Sguardo sul Nuovo Mondo, visitabile presso il Palazzo della Provincia, che propone due percorsi realizzati in collaborazione con Agence-France Presse attraverso lo sguardo di diversi fotogiornalisti che raccontano La democrazia americana messa alla prova. Una nazione divisa, e Siria: dieci anni di conflitto; l’iraniano Farshid Tighehsaz, invece, con la sua The New Name of Death racconta l’impatto dell’attuale pandemia in una nazione complessa come l’Iran, visitabile invece a Palazzo Barni.

Uno spazio di assoluta importanza sarà quello dedicato ad EMERGENCY, Un ricordo per Gino, attraverso le foto di Giulio Piscitelli realizzate in Afghanistan negli ospedali di Kabul e Lashkar Gah. La collaborazione tra il Festival della Fotografia Etica e EMERGENCY ha caratterizzato questi dodici anni di manifestazione ed è sempre stata scandita dalla volontà comune di mostrare la verità, anche se scomoda. Questa mostra, in un momento storico così particolare, vuole essere un monito a non abbassare lo sguardo e a continuare a sostenere il lavoro quotidiano operativo e di sensibilizzazione di EMERGENCY, ricordando le parole di Gino:

“Curando le vittime, anno dopo anno, abbiamo capito una cosa semplice. Che qualunque siano le armi, qualunque siano i motivi, la guerra ha sempre la stessa faccia: morti, feriti, gente che soffre. È trovandoci di fronte ogni giorno la sofferenza di centinaia di esseri umani, che abbiamo iniziato a maturare l’idea di una comunità in cui i rapporti siano fondati sulla solidarietà e il rispetto. Una società che faccia a meno della guerra, per sempre."

La mostra sarà visitabile presso il chiostro del Museo Paolo Gorini dove sarà inoltre possibile sostenere EMERGENCY attraverso una donazione.

In ordine dall'alto a sinistra: © Jasper Doest, © Nicolo Filippo Rosso © Jedrzej Nowicki

Quest’anno si è scelto, nello spazio No Profit, di raccontare il progetto Baba Yao. The Father Of All promosso dalla Fondazione Fútbol Más e realizzato dal fotografo Sebastian Gil Miranda. Baba Yao è la bellissima storia di Austin Ajowi, allenatore di calcio keniota di Mathare, una delle più grandi baraccopoli di Nairobi e dell’Africa. Quando un infortunio al ginocchio ha compromesso la sua carriera da portiere, ha iniziato a ripulire montagne di spazzatura in una discarica nella sua comunità, avvicinandosi ogni giorno di più al suo obiettivo: costruire un campo da gioco per i bambini della sua comunità che oggi si chiama “Austin Grounds”.

Novità di quest’anno è lo Spazio Freedom, con i lavori di Fiorella Baldisserri e Lorenzo Pesce. Fiorella racconta la storia di Morris Donini, bolognese, che tutti conoscono come Morris il “cinemaio”, un artigiano della pellicola che in questo anno di chiusura forzata a causa della pandemia ha deciso di continuare a proiettare film a sala vuota. Lorenzo invece racconta gli adolescenti che hanno espresso i sogni, incubi e desideri vissuti durante la pandemia.

Il Festival della Fotografia Etica accoglierà anche una tappa del progetto RESET di Sistema Festival Fotografia, di cui fa parte assieme ai principali festival di fotografia nazionali, con tre mostre a Palazzo Modignani. La prima sarà del fotografo Francesco Andreoli con (UN)Vaxxed , foto-inchiesta iniziata a dicembre 2019 che affronta il tema delle vaccinazioni; la seconda vede protagonisti Jean-Marc Caimi e Valentina Piccini con il progetto Questa terra è la mia terra, che racconta l’epidemia della Xylella Fastidiosa - un patogeno batterico - nella penisola salentina negli ultimi sette anni che uccide in poco tempo gli alberi; infine Mattia Marzorati con La terra dei buchi, che racconta di industrie inquinanti, discariche e cave che hanno rappresentato una enorme risorsa per il business dell’interramento dei rifiuti. Vi sarà la possibilità inoltre di visionare un estratto del paper redatto da Benedetta Donato, Lo sguardo lungimirante, progetto vincitore della Call for Paper, parte del progetto RESET.

Un delicato progetto verrà esposto nello spazio Corporate for Festival, un’area in cui sono esposti progetti di responsabilità sociale d’impresa in collaborazione con aziende che vogliono sostenere efficacemente la cultura e sensibilizzare il pubblico su tematiche d'impatto etico e sociale. La mostra firmata da Silvia Amodio dal titolo Io ero, sono, sarò ha lo scopo di attirare l’attenzione sul tumore al seno e sulla prevenzione e sarà visitabile presso il bellissimo chiostro del Museo Gorini.

In ordine dall'alto a sinistra: © Nicolo Filippo Rosso, © Silvia Amodio e © Sebastian Gil Miranda

Immancabile l’appuntamento con il Premio Voglino che quest’anno è stato assegnato ad Alfredo Bosco e al suo Forgotten Guerrero, reportage che documenta l’attuale situazione politica e sociale dello stato messicano di Guerrero, un posto unico per la violenza e i disordini nella guerra per le droghe del paese.

Contemporaneamente al Festival si svolgerà FFE – OFF, un circuito di mostre fotografiche, esposte in negozi, bar, ristoranti, gallerie, circoli culturali e aree pubbliche della città. Lo scopo di FFE – OFF è quello di valorizzare e diffondere le opere di chiunque voglia proporre le proprie realizzazioni. Per questo motivo non ci sono vincoli tematici o di genere, in quanto FFE – OFF non è un’estensione del programma principale del Festival della Fotografia Etica. Infine, sarà possibile: incontrare alcuni degli autori dei reportage proposti, farsi autografare il libro dell’autore preferito acquistato presso il bookshop del Festival.


Trovi maggiori informazioni sul sito del festival: www.festivaldellafotografiaetica.it

Scritto da melissaperitore il 2021-10-08 in #cultura #festivaldifotografia

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