Delicati Monocromi Medio Formato di Loris Faé su Pellicola Potsdam Kino 120

Il grafico e fotografo Loris Faé é un vero appassionato di fotografia analogica. Ha esplorato le diverse possibilità offerte dalla nostra pellicola di medio formato Potsdam Kino 120 100 ISO catturando ritratti e paesaggi. In questo articolo condivide con noi le sue delicate e morbide foto monocromatiche e ci parla della sua arte e del suo lavoro.

Ciao Loris, potresti fare una tua breve presentazione?

Ciao, sono Loris, un graphic designer. Da poco più di 20 anni lavoro in questo campo e da 10 anni pratico parallelamente la fotografia. Prima come assistente fotografo in uno studio ed ora per conto mio. Scatto principalmente ritratti per privati e professionisti e creo contenuti per artigiani o commercianti. E infine, per divertimento, mi diletto nella fotografia di viaggio e di natura.

Come è nata la tua passione per la fotografia analogica? Qual è stata la tua prima macchina fotografica?

La mia passione per la fotografia analogica è nata durante i miei studi presso la scuola d'arte. Sono entrato in contatto con la fotografia in un periodo in cui la pellicola era in declino e nascevano le prime fotocamere SLR digitali. La mia prima macchina fotografica è stata quella che mio padre (come per molti) mi ha prestato per un progetto scolastico; una Canon AE1 Program che ho ancora oggi, con gli obiettivi 24 mm, 50 mm e 135 mm e i filtri...uno starter kit di lusso!

Scattare su pellicola significa avere pazienza, una certa immaginazione, e cimentarsi nello sviluppo in camera oscura. Tutto ciò, unito anche ai suoni della fotografia analogica, in qualche modo crea un processo magico!

Potresti dirci qualcosa di più sulle immagini che hai scattato con la pellicola Potsdam Kino?

Ho scattato questi tre rullini in ambienti e condizioni diverse ogni volta. Per il primo rullino, ho fotografato Océane a Sète, in piccolo villaggio di pescatori. Per questo servizio, ha indossato abiti upcycled. Ricordo di aver impostato la fotocamera a 1/500s e spesso tra f/5.6, f/8, e f/11 perché la luce era molto forte ma, il vantaggio del medio formato è che, anche a f/8, il bokeh rimane molto piacevole, molto setoso. D'altra parte, avevo la sensazione di bruciare le luci ogni volta che premevo il pulsante di scatto.

Per il secondo rullino, ho fotografato Laura: é stato un servizio a metà strada tra una semplice sessione di ritratti e un servizio di ispirazione "etnica" con i gioielli gentilmente prestati da Camille. Quel giorno avevamo una luce molto instabile. Abbiamo dovuto aspettare che le nuvole passassero per guadagnare uno o due stop. Ho scattato principalmente a f/2.8 e 1/125s.

Non avendo mai provato prima la Potsdam, non avevo idea di come sarebbero stati i contrasti tra il vestito nero e la carnagione di Laura. Come per il primo rullo, la parola finale è stata: "Vedremo" ;) Scattare su pellicola significa anche accettare gli errori e le sorprese!

Per il terzo rullino, ho voluto essere più eterogeneo nei soggetti fotografati. Come per le altre due pellicole, il filo conduttore era il contrasto ed ho scelto quindi scene che potessero farlo risaltare. Rocce e mare, un piccolo vicolo in ombra e luce intensa, texture di pietra, ecc. Ogni volta, ho misurato la luce con il mio esposimetro per cercare di essere il più "preciso" possibile.

Cosa pensa della nostra pellicola Potsdam Kino 120 100 ISO e con quale macchina fotografica l'hai usata?

Ho usato la Potsdam Kino con la mia Mamiya c220 e il suo obiettivo 80 mm f/2.8. Una TLR 6x6 di medio formato. Poiché la fotocamera non ha un misuratore di luce, ho usato un'applicazione sul mio smartphone per misurare la luce. Non è la misurazione più accurata, ma finora mi sono trovato sempre bene.

Mi piace molto la resa in bianco e nero quasi "slavata". I bianchi non sono veramente bianchi, ed i neri sono evidenti. La transizione tra luci e ombre è abbastanza delicata, con una gamma di grigi molto bella. I dettagli sono presenti, con una grana fine. Le texture hanno reso bene nonostante l'obiettivo non fosse il migliore in questa categoria. A questo proposito, la combinazione Mamiya c220 e 80 mm accentua questa resa rétro della pellicola e il formato quadrato è la ciliegina sulla torta, soprattutto per le immagini scattate in paese o in campagna. Trovo che la pellicola si adatti bene a diverse situazioni di luce o soggetti. Questo ci permette di giocare un po' con i contrasti più forti. Mi piacerebbe usarla in studio con un flash per spingere i contrasti sui ritratti, ad esempio.

Cosa ti piace della fotografia in formato 120?

Mi piace il medio formato per diverse ragioni. Da un lato, sono molto legato al formato quadrato. Con la standardizzazione del 16:9, comporre con il formato quadrato diventa quasi esotico. Penso che questo formato non venga usato abbastanza. E come parlare del medio formato senza evocare la sua resa inimitabile! Tra la nitidezza, il passaggio al bokeh di fondo e la qualità del bokeh...è il mio formato preferito.

Quando vado a fare un servizio, non mi chiedo mai se dovrei portarmi una macchina fotografica di medio formato perché é sempre nella mia borsa insieme a 2 o 3 pellicole. E infine, il numero molto limitato di foto, come 12 al massimo con la C220, ti incoraggia a dare il meglio e questo aspetto mi piace molto.

Invece cosa ti piace della fotografia in bianco e nero?

Senza essere troppo banale: il bianco e nero è senza tempo; penso che sia davvero attuale e contemporaneo in questo mondo saturo di colori. Il bianco e nero ovviamente rende più facile la lettura dell'immagine perché l'occhio non è disturbato dal colore. Il bianco e nero è soprattutto una scelta. Quando la pellicola è nella macchina fotografica, non può essere cambiata con una pellicola a colori (eccetto su certe macchine fotografiche con dorsi intercambiabili). Non tutti i soggetti e le immagini sono adatti al bianco e nero. Penso che debba sapere cosa stai per fotografare per scegliere la pellicola in anticipo, ma avere un rullino di bianco e nero nella borsa è spesso una buona idea.

Perché credi che molti scattino tuttora su pellicola?

Per la magia, la temporalità e la fotocamera in se! C'è una tale differenza di tempo tra il digitale e la pellicola...Raramente sviluppo le mie pellicole immediatamente dopo lo scatto. Spesso aspetto settimane o addirittura mesi...Cosa totalmente diversa con il digitale. E quando arriva il momento magico dello sviluppo, è un vero piacere vedere le immagini.

E naturalmente per la fotocamera. Mi godo i diversi piaceri di scattare con una particolare macchina fotografica...C'è una tale differenza tra una Praktika e una Canon AE-1 per esempio, la resa delle ottiche e il bokeh...ogni fotocamera offre una resa diversa. Si possono sperimentare molte cose con la pellicola: spingere o tirare una pellicola, esposizioni multiple, film soup e film swap...Si può anche bruciare la pellicola una volta sviluppata, giocare con le temperature durante lo sviluppo...La pellicola e il digitale credo non si possano mettere in contrapposizione in quanto non si possono paragonare ma, al contrario, credo siano due strumenti complementari.

Progetti futuri?

Voglio soprattutto continuare a fotografare e sviluppare le mie pellicole perché é sempre un'avventura! Fare viaggi fotografici come la mia micro-avventura nel Morvan, progetto analogico pubblicato l'anno scorso. E infine, continuare a fotografare le persone!

Guarda tutte le foto di Loris sul suo sito e sul suo profilo Instagram.

Le pellicole B/N Kino di Lomography sono disponibili sul nostro negozio online.

Scritto da florinegarcin il 2022-01-31 in #gear #persone