Me, Myself and Eye: La Dodicesima Edizione di Cortona On The Move

Mentre si percorre la salita all'ingresso di Cortona, un vocicchio fatto di tante lingue diverse risuona sempre più fragoroso, propagandosi in tutto il paese. Il groviglio di persone che passeggiano è variegato: professionisti della fotografia, aspiranti e appassionati, o turisti americani sulle tracce dei vini toscani, riempono le strade, questi ultimi, ignari di ciò che sta prendendo vita intorno a loro.

A prescindere dal motivo che li ha portati tra le mura dell'antico villaggio, tutti coloro che arrivano a Cortona, dal 14 luglio al 2 ottobre 2022, possono essere partecipi e, (o almeno provare a) rispondere alla domanda che il festival pone quest'anno come tema centrale: Me Myself and Eye.

© Elisa Parrino
In questo momento cruciale, in cui la fotografia è più presente che mai, assurta a linguaggio universale, prodotta, condivisa e consumata in maniera ossessiva, Cortona On The Move vuole riflettere su autorialità, punto di vista e legittimità. Su come soggetto e oggetto si intersecano, si scontrano e finiscono col coesistere. Paolo Woods, direttore artistico.

I fotografi della dodicesima edizione duque, portano lo spettatore a riflettere, e considerare la propria posizione nei confronti delle storie raccontate. Che sia per un motivo di vicinanza emotiva o per un bisogno di distanziarci per capire piu' a fondo cosa stia succedendo di fronte ai nostri occhi, ogni immagine ci parla di come la nostra esistenza abbia in un qualche modo, un'impatto sul prossimo.

© Jessica Auer

Nel punto più alto del villaggio, si trova la Fortezza del Girifalco, dove, tra le altre mostre, si trova il lavoro di Jessica Auer che riflette sull'impatto dell'uomo sulle aree remote del mondo. La fotografa di origine canadese e residente in Islanda, lavora prevalentemente con il largo formato e le immagini vengono stampate dall'autrice stessa.

Nella sua fotografia, si esamina il conflitto esistente tra la nostra esigenza di andare nella natura, e l'inevitabile danno che andiamo ad infliggere su di essa, alterarndo questi luoghi per accomodarli alle nostre esigenze. Come possiamo dunque proteggerlo?

Come spesso accade nella pratica analogica, il tempo necessario a completare il lavoro dell'artista e' in giustapposizione con la rapidità con la quale gli interventi fatti dall'uomo sul paesaggio, modificato per accomodare il turismo di massa, stanno rapidamente deteriorando l'ecosistema.

Sempre all'interno della fortezza si trovano i lavori di Walter Niedermayr che, dal 1985, il fotografo originario di Bolzano, tratta il tema del turismo e della montagna documentando i ghiacciai delle Alpi in estate. Le sue immagini, vengono concepite come assemblaggio di due o più fotografie.

La loro è solo un'apparente realtà che invece, costruita ad arte, con piccoli movimenti e spostamenti nell'inquadratura sempre estremamente curata e studiata, ci porta a riflettere su come ci relazioniamo al luogo della quale stiamo usufruendo, espandendone ancora di più la loro funzione. Lo spazio della fotografia ha una funzione cruciale dunque, durante tutti i suoi processi dal concepimento iniziale sino alla stampa finale.

© Walter Niedermayr

Il lavoro di Walter Niedermayr è fatto di molta ricerca e studi preliminari. La posizione dalla quale scatta, funge da metafora: c'è sempre una controparte alla vallata della montagna così come c'è sempre una reazione ad ogni azione che forziamo su un ecosistema così importante per la nostra sopravvivenza. Da quando queste immagini sono state scattate, in alcuni di questi luoghi la loro trasformazione è già avvenuta e sono già completamente alterati.

Ogni fotografo ha uno stile proprio, ci sono storie che sembrano appartenere ad un autore più che a un altro. Con la sua composizione sequenziale degli oggetti ritratti, Gabriele Galimberti ci porta a riflettere su uno dei sentimenti più diffusi tra le persone ritratte nelle sue immagini, il bisogno di auto-protezione percepito dai protagonisti di Ameriguns. I suoi ritratti fatti ai possessori di armi da fuoco, sono allestiti negli ambienti domestici come le loro abitazioni o i giardini dei cortili; e vengono accompagnati da didascalie che riportano estrapolazioni delle loro interviste.

Il sentimento percepito, stride in concomitanza con i numeri delle statistiche riportate nella sua ricerca, che rivelano come in America ci siano circa 40.000 morti da arma da fuoco, della quale 20.000 per suicidi; queste cifre accostate alle immagini, ci proiettano nel loro mondo, lasciando allo spettatore il compito di organizzare e digerire queste informazioni.

© Gabriele Galimberti

La serie vincitrice dell'edizione 2021 del permio Ponchielli e del World Press foto 2021 categoria Portraits, e' un libro edito sia in Italiano che in Inglese, ma, come ci ha rivelato Il Sig. Galimberti: "Sono in trattativa con Netflix per farne una serie".

Riprendiamo il respiro con Martin Parr e The Anonymous Project: Déjà View ; diptici dove vengono accostate immagini provenienti dai suddetti archivi fotografici. The Anonymous project, è un lavoro di archiviazione e conservazione curato dal regista Lee Shulman fatto di diapositive recuperate, di fotografi non professionisti in tutto il mondo. Le immagini di Martin Parr, uno dei fotografi viventi più influenti della fotografia moderna, accostate all'accurata selezione di Anonymus si esalatno a vicenda; componendo una sinfonia di immagini che danzano a ritmo di colori e vita.

Foto 1 © Martin Parr, foto 2 © The Anonymous Project

Entrambi ci ricordano che nella vita quotidiana di tutti i giorni si racchiudono momenti di bellezza, e che, se interpretati in chiave ironica, possono mandare un messaggio importante. Nella sala espositiva c'è una scritta che porta le parole di Martin Parr, dove ci ricorda come in era in cui siamo inondati dalle fotografie, non è tanto saper scattare una foto ciò che importa, tanto la capacità di scegliere quella giusta.

Anonymous riconosce nel potere della selezione la forza trascendentale di un'immagine che parla di una storia che diventa collettiva, evocando ricordi, sentimenti e attimi di vite che potrebbero essere le nostre. Entrambi ci mostrano la mondanita' della vita dove riconoscendo le nostre stesse movenze abbiamo, se vogliamo, la possibilita' di riflettere su noi stessi.


Tutte le mostre del festival di Cortona sono aperte fino al 2 Ottobre 2022. Trovate maggiori informazioni al seguente link COTM.

Scritto da eparrino il 2022-08-02 in #cultura #fotofestival #mostrafotografica #festivaldifotografia

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