Acca Fotografia Presenta: il Vaso di Pandora, Laboratorio Fotografico Condotto da Alba Zari

Da anni Francesca Tilio si occupa di fotografia, un percorso che ha iniziato da autodidatta e che nel tempo è diventato una professione. In questo articolo scopriremo di più sul suo nuovo progetto ACCA Fotografia, del quale è ideatrice e coordinatrice, e andremo a conoscere la prima ospite: la fotografa Alba Zari.

Ritratto della fotografa Alba Zari

ACCA FOTOGRAFIA nasce a Jesi, città dove Francesca è nata e vive, nella provincia, lontana dalle grandi città, ed è probabilmente questo il fattore che alimenta il desiderio di una formazione aperta, libera, contemporanea, capace di farci sentire nel mondo. Nelle Marche sono nati autori che hanno fatto grande la storia della fotografia e forti delle nostre radici proviamo ad aprirci ad un linguaggio evoluto e contemporaneo, capace di dialogare con altre forme d'arte e di comunicazione. Il progetto si rivolge a studenti e professionisti, agli artisti, a chi fotografa e a chi vorrebbe farlo, comunque a chi cerca la propria voce. I laboratori sono aperti a vari gradi di competenze, per ogni singola esperienza verrà indicato nel sito a chi è consigliato e l'attrezzatura necessaria per partecipare. I partecipanti verranno seguiti nella formazione e sviluppo di una fotografia di qualità, attraverso percorsi autoriali che guidano e accompagnano gli iscritti dalla redazione di un progetto all'editing, dal fotolibro all'allestimento di una mostra, fino alla promozione del proprio lavoro.

Il progetto partirà a Gennaio 2023 con una serie di laboratori diretti da docenti di alto profilo e con la direzione artistica a cura di Savignano Immagini, che da oltre trent'anni promuove la grande fotografia d'autore al SIFEST. L'approccio fluido alla creazione e alla sperimentazione saranno i punti cardine di questo progetto affinchè gli iscritti possano immaginare nuove reti progettuali e lavorative.

ACCA nasce da una volontà innovativa che si propone di cogliere le profonde trasformazioni della cultura visuale contemporanea. I corsi condividono l’impostazione sperimentale, progettuale e cross-disciplinare del progetto formativo. Nuovi linguaggi e media più legati alla tradizione si integrano nel contesto di un progetto didattico dal carattere sperimentale e progettuale. L’obiettivo è sviluppare negli studenti l’attitudine alla sperimentazione, le capacità critico-teoriche e le competenze per affrontare la pluralità dei linguaggi che qualificano la ricerca creativa attuale e l’orizzonte professionale moderno. Gli studenti sono chiamati a dialogare con differenti ambiti culturali, sociali ed economici, per situare la propria ricerca al centro di una rete di stimoli e di istanze culturali. L’attenzione data alla metodologia, alla riflessione critica e teorica, alla consapevolezza dei processi e dei contesti sociali e culturali con i quali si confronta la creatività, si fonda su un corpo docenti aggiornato, autori inseriti a pieno titolo negli ambiti più attuali della ricerca artistica e professionale. ACCA Fotografia si sviluppa in un'ottica di esplorazione non convenzionale di forme espressive ed artistiche che possano portare crescita ed esperienze a studenti, appassionati e professionisti, nel rispetto di un'alta formazione che è sempre stato l'obiettivo di ACCA. La fotografia è un tassello importante nelle arti visive e applicate e in quanto tale si sentiva la necessità di approfondirne il linguaggio che ha cambiato non solo il modo di guardare il mondo, ma anche il modo stesso di fare arte. Graziella Santinelli, Direttrice ACCA ACADEMY

Il primo appuntamento sarà il 20, 21 e 22 gennaio 2023 con Alba Zari, una giovane fotografa italo-thailandese riconosciuta ed affermata nel panorama internazionale. Alba vive e lavora a Londra, si è formata tra l'Italia e New York e il suo lavoro intimo, analitico, ibrido è esposto nei templi della fotografia contemporanea. Conosciamola meglio attraverso questa breve intervista.

© Alba Zari

Ciao Alba, benvenuta! Potresti fare una tua piccola presentazione per i lettori del nostro Online Magazine?

Sono un’artista visiva che predilige il mezzo fotografico ed il video.

Parlaci del tuo background fotografico. Qual è la tua storia?

Fin da piccola ho condotto una vita nomade che mi ha portato a vivere in città e nazioni differenti. Sono nata in Thailandia dove ho vissuto fino all’età di 8 anni, prima a Trieste, poi a Bologna dove mi sono laureata al DAMS in cinematografia per poi specializzarmi in fotografia e visual design alla NABA di Milano, tra i miei studi anche un corso in fotografia documentaria all’International Center of Photography di New York. L’esperienza di viaggiatrice influenza e si riflette nella mia pratica fotografica, volta ad indagare temi di contenuto sociale, come le ricerche visive sui centri d’igiene mentale dopo la legge Basaglia e i disordini alimentari diffusi nella società americana.

La mia sensibilità fotografica è introspettiva. Tra i miei lavori più recenti: Places (2015) libro e progetto fotografico condotto con ElementWo, sull’analisi della comunicazione visiva della propaganda dell’ISIS; Radici (2013), un progetto documentaristico sulla vegetazione del deserto del Mesr in Iran, How deep is the sea 2021 (libro fotografico pubblicato con NFC edizioni) The Y - Research of biological father (2017), nato da un viaggio alla ricerca delle mie origini del padre mai conosciuto. L’opera The Y - Research of biological father (2017), è vincitrice del Graziadei 2019, ed è stato poi esposto in numerose mostre internazionali, tra cui a London Art Fair, al MAXXI di Roma e al Festival Circulation di Parigi. I progetti The Y e Occult, fan parte dei FOAM Talent 2020. Occult fa anche parte della collezione del Fotomuseum di Whinterthur ed ha vinto il premio della giuria a Images Vevey dove ho esposto il lavoro a settembre 2022. Ho di recente realizzato il mio primo cortometraggio documentario FreiKörperKultur che è stato mostrato in anteprima internazionale alla settimana della critica di Venezia durante il festival del cinema. Attualmente sto lavorando a White Lies, primo lungometraggio documentario.

Il laboratorio che terrai, dal nome "Il vaso di Pandora" si ispira al tuo progetto "The Y" in cui le immagini d'archivio della tua famiglia hanno una forte rilevanza: quanto credi sia importante creare un archivio personale di fotografie stampate in un'era innegabilmente digitale in cui siamo abituati a guardare le immagini sugli schermi dei nostri telefoni e computer?

"Il vaso di Pandora" riflette sull’importanza dell'uso delle immagini d’archivio. In entrambi i lavori The Y e Occult, l’archivio diventa forma di testimonianza e può diventare una propria versione della verità e reinterpretazione dei fatti accaduti. Avendo le immagini stampate possiamo riflettere anche su come le immagini d’archivio possono essere manipolate. L’espressione vaso di Pandora, legato all’utilizzo dell’archivio, viene usata metaforicamente per lavorare sulla scoperta di un problema che è rimasto nascosto per molto tempo e, una volta rivelato, non è possibile ignorare l’accaduto.

Per te la fotografia ha un carattere terapeutico? Per quale motivo?

La fotografia ha un aspetto terapeutico non solo nell'atto di rielaborare la mia storia personale, ma anche nell'atto di esporsi rendendo pubblico un lavoro cosi intimo. C’è elemento liberatorio che rende il passato più leggero e mi porta a vivere il presente più serenamente e con più consapevolezza.

Cosa possiamo aspettarci dal laboratorio "Il vaso di Pandora" che terrai il prossimo gennaio?

In questo workshop i partecipanti lavoreranno sulle loro immagini d’archivio di famiglia, sceglieranno un avvenimento che è accaduto nella loro storia famigliare. In una prima fase lavoreremo sull'editing e lo story telling attraverso l’archivio di famiglia. Nella seconda fase del workshop i partecipanti dovranno reinterpretare una persona della loro famiglia usando la tecnica dell’autoritratto. Lo scopo di questo workshop è di creare un foto libro digitale, una storia narrativa basata sulla mescolanza tra l’interpretazione dell’archivio personale e il lavoro sull’autorappresentazione.

I partecipanti inizieranno a pensare alla fotografia come a un atto narrativo. Ci domanderemo se esiste una sottile linea tra realtà e fantasia nella narrazione creativa di una storia attraverso le immagini. Rifletteremo su quanto conta il soggetto che raccontiamo e quanto il riflesso del potere del medium fotografico influenza e cambia la storia ed il passato.


Per maggiori informazioni visita il sito di Acca Fotografia.

ACCA FOTOGRAFIA nasce in collaborazione con ACCA Academy che da anni si occupa di fumetto, illustrazione, grafica e che ha scelto di potenziare l'offerta formativa attraverso la contaminazione di discipline. Partners del progetto: LUZ Milano, Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, Confartigianato Imprese An-Pu, libreria Gira&Volta.

Scritto da melissaperitore il 2022-12-07 in #cultura #news #persone #francesca-tilio #alba-zari #acca-academy #acca-fotografia

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