Creatività Poliedrica e Fotografia: Intervista a Valentina De Zanche

Valentina De Zanche è un'artista che si esprime con la fotografia, l'illustrazione, la musica e la moda. Quando si tratta di scattare, la sua prima scelta è sempre la pellicola, su cui ha realizzato ritratti e progetti per alcuni dei nomi più importanti della musica italiana di oggi. Guarda le sue foto e scopri di più sul suo colorato mondo analogico!

Ciao Valentina, benvenuta! Potresti presentarti ai lettori del nostro magazine online?

Ciao, sono Valentina, sono una fotografa, ma lavoro anche con il disegno, il fumetto, il video, la performance e la pittura.

Raccontaci del tuo background fotografico. Qual è la tua storia? Quando hai iniziato a fotografare?

Quando ero alle elementari ho vinto un concorso di disegno indetto dal comune a tema internet (lol) e come primo premio c’era in palio una compatta digitale di fine anni 90, così ho iniziato a portarmela sempre dietro. Poi al liceo ho ereditato una vecchia Leica R4 di mio padre e ho iniziato a scattare in analogico.

Ti muovi agilmente tra musica, fotografia, moda e illustrazione. C'è una passione che è nata prima delle altre e che ti ha spinto poi a coltivare la creatività in ambiti diversi?

Ho studiato fotografia alla London College of Communication, un po’ perché al tempo ingenuamente sognavo di fare la photo reporter, un po’ perché pensando di non essere abbastanza brava nel disegno, la fotografia poteva essere un buon sostituto sempre in campo artistico. Poi crescendo sono cambiati molti ambienti e meccanismi lavorativi, ti accorgi che i lavori che sognavi da bimba non esistono più veramente e che non ha molta importanza invece porsi dei limiti sul tipo di media da utilizzare. Per me è fondamentale lavorare contemporaneamente su più progetti, con output e strumenti diversi. Ogni progetto alimenta creativamente l’altro pur trattando temi e tecniche differenti, ed essendo una persona spesso irrequieta mi piace pensarmi come una figura lavorativamente poliedrica

Hai realizzato meravigliosi ritratti di artisti incredibili come Mahmood, Ginevra, Frah Quintale, Coma Cose, Venerus, alcuni di questi in analogico. Come mai la scelta di scattare su pellicola?

Scattare in pellicola è sempre la mia prima scelta, sia per la qualità e l’estetica della resa sia per il processo lavorativo. Si instaura necessariamente un rapporto di fiducia con il soggetto, dall’impossibilità di vedere subito lo scatto, il mistero del risultato, sia per il fotografo che per il ritratto, da libertà, toglie il giudizio e permette di cogliere momenti più veritieri senza dover costantemente sistemare e modificarne la realtà. Inoltre trovo irresistibile la sorpresa e la curiosità nel tempo di attesa tra quando scatti e quando ricevi gli sviluppi, una sorta di piacevole tortura.

Raccontaci di Lamby Baby, il tuo brand di moda. Quando e come è nato il progetto?

Lamby Baby è una capsule che ho creato per rendere indossabili alcuni dei miei disegni e personaggi d’invenzione ed è stata anche una buona scusa per creare un immaginario e contenuti visivi con amici e collaboratori a cui sono molto legata.

Una delle tue ultime serie fotografiche è "Posto Segreto", un progetto di ritratti documentari realizzato in Sicilia. Di cosa si tratta?

Posto Segreto è un progetto di ritrattistica realizzato durante una residenza ad Alcamo. ‘Posto Segreto’ è anche il nome di un progetto comunitario, un luogo d’incontro e di condivisione. I ritratti scattati durante la residenza vogliono mostrare l’identità sincera dei soggetti, lontani dalle maschere delle metropoli, messi a nudo e in armonia con l’ambiente circostante. Nelle metropoli è sempre più difficile sviluppare un senso di appartenenza e comunità e ci sorprendiamo invece della facilità di sentirsi accolti e partecipi in uno spazio protetto come Posto Segreto, ed è un po' quello che ho voluto far trapelare dai ritratti.

Grazie Valentina per quest'intervista! Seguila su Instagram.

Scritto da ludovicazen il 2023-02-15 in #persone