Lomography x Spazio Labò - Inconscio Tecnologico: Intervista a Berta Aguilar
Share TweetLo scorso marzo si è tenuto un interessantissimo laboratorio nato dalla collaborazione tra Spazio Labo' e Lomography: stimolati dal saggio di Franco Vaccari, Fotografia e Inconscio tecnologico, in cui l’autore invita alla riflessione sullo strumento di ripresa e sul significato della fotografia nella società contemporanea, i partecipanti sono stati invitati a sviluppare un progetto fotografico con le fotocamere medio formato Diana F+, rullini Lomography e il kit di scansione DigitaLIZA Max. In questa intervista incontriamo Berta Aguilar, che ci parla delle meravigliose foto panoramiche realizzate.
Ciao Berta, benvenuta sul nostro Online Magazine! Potresti fare una tua piccola presentazione per i lettori del nostro Online Magazine?
Ciao, sono Berta Aguilar e sono nata a Barcellona, in Spagna. Sono arrivata in Italia quattro anni fa per fare l'Erasmus e finire la mia laurea a Bologna. Dopo aver finito la laurea in Arti Visive all'Accademia di Belle Arti, ho indagato di più nella sperimentazione con la fotografia analogica, soprattutto nello sviluppo in laboratorio. Da lì ho capito che una delle strade che mi piaceva di più era quella della fotografia su pellicola.
Raccontaci del tuo background fotografico: quando hai iniziato il tuo viaggio nel mondo della fotografia?
I miei primi ricordi rispetto alla fotografia (vedere una fotocamera, le stampe o le diapositive) risalgono alla mia casa: da piccola vedevo il materiale di mio padre sempre in giro. Poi crescendo ho avuto la mia prima camera a 11 anni, una compatta digitale degli anni 2006 circa. Scattavo qualsiasi cosa in qualsiasi momento. Giocando con essa, piano piano scoprivo cosa significava, per esempio, cosa fosse l’ISO. Alla fine dei weekend, modificavo le mie foto al computer con i programmi tipo Photoscape. Più tardi ho iniziato ad ereditare altre camere e ho scoperto il mondo analogico di cui mi sono appassionata.
Hai frequentato come studentessa Spazio Labò: quale corso hai frequentato? E verso che direzione è orientato ora il tuo percorso fotografico?.
Ho fatto il master in Photo Editing con Giulia Ticozzi. Ero curiosa di crescere in un'altra via e di entrare nel mondo del photo editing e della ricerca delle immagini. Il fatto di lavorare con la fotografia, ma in un modo diverso, mi richiamava l'attenzione. Mi avevano consigliato molto di seguire il corso con Giulia. Siccome ero interessata alla foto di archivio, materiale documentario e fotogiornalistico, ho pensato che quella sarebbe stata una buona scelta.
Cosa ti ha spinto a mandare la tua candidatura per partecipare a questo progetto speciale in collaborazione con Spazio Labò?
Ho visto che si parlava di pellicole e mi sono incuriosita subito. Poi ho apprezzato il fatto che si usava del materiale Lomography, che non avevo usato prima, e ho avuto tanta curiosità.
Per questi scatti hai utilizzato la nostra fotocamera medio formato Diana F+ e una pellicola Color Negative: quali sono le caratteristiche hai apprezzato maggiormente di questi prodotti?
La Diana F+ è leggerissima da portare in giro, mi sono trovata molto bene perché mi ha dato tante possibilità di scatto, e anche di sperimentazione. Il fatto di poter usare il foro stenopeico, il flash con vari filtri o la doppia esposizione mi ha dato tanta libertà di scatto.
Per la scansione hai anche utilizzato il nostro kit di scansione DigitaLIZA Max: come ti sei trovata?
Sono abituata a fare le scansioni diversamente, ma è stato un altro modo di fare che ti permette di avere subito la fotografia in positivo e con la possibilità di fare delle modifiche sull’app direttamente dal telefono.
Parlarci del concetto dietro questa tua bellissima serie.
In questa serie ho fatto tutto il giro intorno al Colosseo, con l'obiettivo di catturare la sua grande struttura architettonica in una foto panoramica. Da qui nasce il nome della serie "Girotondo". Sono partita con l’idea di costruire un corpo unico in una foto unica, usando la pellicola in formato panoramico, approfittando le possibilità che ti da la Diana F+ di fare scatti liberamente, usando anche la doppia esposizione. È stata una grande sconfitta, dato che non potevo vedere il risultato fino alla fine dello sviluppo e la postproduzione: è stato un processo lungo ma bello e che vorrei sperimentare di più.
Quali tecniche creative hai sperimentato per questo progetto? La tua ricerca ha portato a qualche scoperta interessante di cui vorresti parlarci?
In realtà non vedo l'ora di sperimentare con la camera e di vedere fino dove posso arrivare. Come ho detto prima ha tante possibilità di scatto, sempre però in un modo poco controllato, quindi si gioca anche con la prova-errore, che è qualcosa di interessante per me.
Hai progetti o collaborazioni interessanti in programma legati alla fotografia?
In questo momento sto portando avanti il lavoro fotografico e documentale per il musicista Moon Blue. Ho realizzato anche l’artwork del suo Ep che esce a fine maggio. A livello personale, lavoro nel mio studio/laboratorio che mi sono creata in casa dove continuo a sviluppare e ad sperimentare con le pellicole.
Segui Berta sul suo profilo Instagram per vedere tutti i suoi lavori.
Scritto da melissaperitore il 2023-05-25 in #gear #dianaf #medioformato #lomodiana #spaziolabo
Nessun Commento