Lomography x Spazio Labò - Inconscio Tecnologico: Intervista a Ettore Giammatteo

Lo scorso marzo si è tenuto un interessantissimo laboratorio nato dalla collaborazione tra Spazio Labo' e Lomography: stimolati dal saggio di Franco Vaccari, Fotografia e Inconscio tecnologico, in cui l’autore invita alla riflessione sullo strumento di ripresa e sul significato della fotografia nella società contemporanea, i partecipanti sono stati invitati a sviluppare un progetto fotografico con le fotocamere medio formato Diana F+, rullini Lomography e il kit di scansione DigitaLIZA Max. In questa intervista incontriamo Ettore Giammatteo, che ci parla del suo progetto.

Alle sei del mattino © Ettore Giammatteo

Ciao Ettore, benvenuto! Potresti fare una tua piccola presentazione per i lettori del nostro Online Magazine?

Un saluto a tutti i lettori dell’online magazine. Ho 37 anni, ma fra poco, ahimè, gli anni saranno 38. Sono originario della provincia di Avellino e mi sono trasferito a Bologna
nel 2016 per lavoro. Mi piace giocare a scacchi, suonare la chitarra, ascoltare musica e andare ai concerti. Quando esco porto sempre con me una macchina fotografica, tra tutte le cose scattare è la cosa che mi appassiona di più.

Raccontaci del tuo background fotografico: quando hai iniziato il tuo viaggio nel mondo della fotografia?

Quando ero bambino e c’era una festa, o un evento in cui c’era una macchina fotografica di mezzo, mi proponevo sempre per scattare le foto. Dicevo “prendo io la macchina fotografica, faccio delle belle foto”: non era vero, ma ero convincente. Qualche anno fa nel 2019 ho deciso di prendere in mano la reflex analogica di mio padre e di portarla con me durante un viaggio in Islanda. Dopo aver sviluppato quei 4 rullini non ho più smesso e ho iniziato a leggere, studiare, comprare libri fotografici di grandi autori per poter crescere. L’anno scorso ho avuto anche la possibilità di esporre un mio lavoro al circuito off del festival Riaperture, è stata una bella soddisfazione!

Alle sei del mattino © Ettore Giammatteo

Hai frequentato come studente Spazio Labò: quale corso hai frequentato? E verso che direzione è orientato ora il tuo percorso fotografico ora?

A Spazio Labò ho frequentato 2 corsi annuali serali in modo tale ta poterli incastrare con il lavoro: il corso tecnico e il corso progettuale, che mi hanno permesso di acquisire una consapevolezza e una comprensione maggiore del linguaggio fotografico. Ora il mio percorso è indirizzato verso lo sviluppo di lavori personali. I temi che mi piace affrontare sono l’intimità, e in generale il racconto di storie che mi riguardano più o meno da vicino.

Cosa ti ha spinto a mandare la tua candidatura per partecipare a questo progetto speciale in collaborazione con Spazio Labò?

La voglia di mettermi in gioco.

Per questi scatti hai utilizzato la nostra fotocamera medio formato Diana F+, e una pellicola Color Negative: quali sono le caratteristiche hai apprezzato maggiormente di questi prodotti?

La Diana F+ è stata una bellissima scoperta. Scattare in analogico mi permette di entrare profondamente in contatto con quello che sto facendo, con questa macchina fotografica ho avuto la sensazione di esserlo ancora di più, di godermi la fase dello scatto e non solo il risultato, come accade quando scatto in digitale in maniera compulsiva. Usare la Diana F+ è stato estremamente divertente, mi è sembrato di “surfare” tra la sensazione di avere tutto sotto controllo e l'imprevedibilità di quello che sarebbe potuto accadere in fase di sviluppo. La pellicola Color Negative mi ha colpito per la resa sulle sfocature e per le vignettature negli scatti fatti con il foro stenopeico .

Alle sei del mattino © Ettore Giammatteo

Per la scansione hai anche utilizzato il nostro Kit di scansione DigitaLIZA Max: come ti sei trovato?

Dello scanner ho apprezzato la velocità nel tempo di acquisizione delle foto e il fatto che potendo acquisire subito le immagini sul cellulare, queste sono condivisibili e usabili praticamente all’istante.

Parlarci del concetto dietro questa tua bellissima serie.

L’idea era di avere dei ritratti di persone appena sveglie da accostare alle foto dei loro sogni. Ho scattato questi ritratti alla mattina, dopo di che mi sono fatto raccontare da ogni persona incontrata il sogno fatto la notte precedente. In un secondo momento ho messo in scena con un altro scatto anche il sogno così da raccontare in due modi diversi le persone incontrate. Il titolo della serie è “Alle sei del mattino” perché i sogni che ricordiamo la mattina sono gli ultimi che abbiamo fatto e, considerati i cicli di sonno, quelli delle persone che ho incontrato risalgono tutti più o meno alle sei del mattino. Credo che il ritratto sia il risultato di un incontro, di una relazione. Scattando questa serie ho avuto modo di incontrare delle persone e di entrare in intimità con loro, perché sono stato a casa loro, nelle prime ore della giornata, al momento del risveglio, mentre erano ancora in pigiama. Le persone poi hanno dovuto aprirsi ulteriormente con me per raccontarmi cosa avevano sognato. È stato bello, divertente e se vogliamo anche un po’ poetico.

Quali tecniche creative hai sperimentato per questo progetto?

Per dare alle foto dei sogni un tocco onirico e per ottenere delle immagini più indefinite, ho usato dei tempi di esposizione lunghi a mano libera con il foro stenopeico. Alcune foto hanno richiesto dei tempi di esposizione di 15 minuti!

Alle sei del mattino © Ettore Giammatteo

La tua ricerca ha portato a qualche scoperta interessante di cui vorresti parlarci?

Non è strettamente legata al mondo della fotografia, ma fa parte di quelle cose che hanno reso divertente e curioso portare avanti questo progetto. La mattina le persone mi hanno tutte offerto un caffè. Ecco, ho incontrato 7 persone diverse e ho bevuto ogni volta un caffè diverso: americano, turco, napoletano (quello fatto con la vecchia moka che si gira), espresso con moka classica, espresso con moka ad induzione, cialde e capsule. Io mi sono fatto perdonare il flash in faccia di prima mattina portando un cornetto, o offrendo poi
qualche birra.

Hai progetti o collaborazioni interessanti in programma legati alla fotografia?

Ho un diario fotografico in analogico formato 35 mm, al momento sono solo scatti alla rinfusa, un domani forse gli darò un ordine. Sto invece continuando a usare la Diana F+ e le pellicole color negative proprio per continuare il progetto del quale vi ho appena parlato, se vi fa piacere condividerò con voi gli sviluppi.


Segui Ettore sul suo profilo Instagram per vedere tutti i suoi lavori.

Scritto da melissaperitore il 2023-06-01 in #gear #dianaf #medioformato #lomodiana #spaziolabo

Maggiori informazioni

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