La Toscana di Daniele Dainelli con la Fotocamera Lomo'Instant Wide e su Pellicola LomoChrome Turquoise

Diversamente da ciò che il suo nome Instagram potrebbe far pensare, Daniele Dainelli aka @death_to_analog è un fotografo analogico, la cui ricerca si concentra principalmente sui paesaggi più autentici della regione toscana, e sulla sua “vera idea di bellezza”.

© Daniele Dainelli

Ciao Daniele, benvenuto sul nostro magazine! Potresti presentarti ai nostri lettori?

Ciao, mi chiamo Daniele Dainelli e vivo in provincia di Firenze. Ho 32 anni, e nella vita svolgo un normalissimo lavoro, come commerciale presso una ditta di informatica. Quello della fotografia è un hobby, anche se chiamarlo hobby è molto riduttivo, che nasce nel lontano 2012 quando comprai per puro caso la mia prima reflex, dato che quell’inverno facevano delle belle promozioni appunto per il materiale fotografico. Iniziai immediatamente un rapporto di amore con quell’oggetto compatto e tangibile, che dava risultati davvero interessanti: mi ricordo che quando vidi per la prima volta lo sfocato dietro ad un soggetto rimasi a bocca aperta! Ho studiato fotografia da autodidatta, frequentando un forum di fotografi, ho passato molte notti a chiedere consigli e soprattutto capire tecniche e misurazioni varie. Ho lavorato per un periodo nel mondo della fotografia, presso uno studio di Prato, facevo reportage ai matrimoni principalmente. La fotografia ha svolto, svolge e svolgerà una parte fondamentale nel mio percorso di vita, è il mio linguaggio di evasione, il mio modo di raccontare una storia, di approfondire una tematica a me cara. Come Daniele Dainelli ho due progetti fotografici ben diversi: faccio street photography digitale e fotografia urbana/paesaggistica usando la pellicola .

© Daniele Dainelli

Raccontaci del tuo background fotografico: quando hai iniziato il tuo viaggio nel mondo della fotografia?

Il mio viaggio nel mondo della fotografia è iniziato nel 2012, anno della mia prima reflex. Iniziai a scattare affascinato dai paesaggi della mia Toscana, soprattutto la costa livornese, che offriva tramonti, mareggiate e scorci da urlo. Come ho accennato nella domanda precedente, la mia fotografia si divide in due rami: street photography con una macchina digitale e fotografia urbana/paesaggistica con pellicola, principalmente medio formato. Sono molto affascinato dalla mia terra, la Toscana, e tutto ciò che ne consegue: in questo momento sto portando avanti dal 2020 un progetto riguardo la provincia. Girovagando per le varie città senza una meta ben precisa cerco di evidenziare quella che per me è la vera idea di bellezza, una Toscana sconosciuta ai più. Zone industriali, casolari abbandonati, abitazioni e fabbriche dall’aspetto eccentrico, vecchie insegne anni 70, circhi in tournée, giostre, giochi di ombre e automobili lasciate a morire in solitaria sono solo alcuni dei soggetti che mi attraggono. Affronto l’attrazione verso una provincia che diviene misteriosa agli occhi di chi la osserva: la mia è un’analisi di una Toscana alternativa totalmente differente rispetto all’immaginario classico di dolci colline, mare cristallino e vino Chianti.

In un'era innegabilmente digitale, come mai la scelta di scattare in analogico?

Per il mio stile fotografico la scelta è ricaduta sull’analogico, sia per la sua resa finale che per il processo che porta allo scatto, la mia personale “cerimonia”: studiare il soggetto, avvicinarmi, posizionare il cavalletto, misurare manualmente la luce, impostare velocità di scatto e diaframmi, fotografare con la calma quasi reverenziale che avvolge i paesaggi della provincia toscana, senza l’approccio “mordi e fuggi” tipico della street photography.

Come pellicola uso solitamente un Kodak Portra 400 formato 120, dato che scatto con una medio formato 6x9: la resa che questa pellicola ha è quasi magica, caratterizzata da tonalità pastello, luci gentili ed un’ottima nitidezza con grana finissima, che nell’immaginario collettivo l’ha resa la pellicola più famosa al mondo. Personalmente penso che sarebbe molto difficile raggiungere un risultato simile con il digitale. La pellicola ha una potenza ed una concretezza in qualche modo inarrivabili: non a caso anche tanti grandi fotografi professionisti stanno continuando a preferirla al digitale per l’eccellenza del risultato finale. La pellicola Kodak purtroppo ha anche un lato dolente, ovvero il prezzo, che sta aumentando a dismisura, costringendomi a scattare molto meno spesso di quanto vorrei e di conseguenza a centellinare le fotografie.

© Daniele Dainelli

Sei solito scattare con un occhio di riguardo per la provincia Toscana, in queste foto immortalata su pellicola istantanea. I luoghi da te ritratti appaiono silenziosi, immobili nel tempo. Come scegli i soggetti dei tuoi scatti?

Con le mie fotografie desidero immortalare la poesia delicata e senza tempo del paesaggio di provincia toscano, impregnato di quella bellezza non banale che si nasconde agli occhi dei più, e che si svelta lentamente a chi sa scovarla e darle l’attenzione che merita. Purtroppo la Toscana sta fronteggiando un turismo di massa estremo che sta snaturando la sua vera essenza: l’esempio più lampante è Firenze, la città del Bello per eccellenza, stravolta da ristoranti acchiappa turisti, negozietti di souvenir, affittacamere ad ogni angolo.
I miei soggetti sono i distributori di benzina, le sale giochi vintage, le autorimesse abbandonate: quelle piccole perle che rimangono nascoste dietro alla maschera patinata, e che vivono della propria semplicità e bellezza quasi brutale, senza filtri, realtà che man mano stanno scomparendo e che cerco di tenere a galla il più a lungo possibile.

Com'è stata l'esperienza con la fotocamera Lomo'Instant Wide?

È stata un’esperienza davvero positiva. Sono rimasto davvero molto sorpreso dalla resa e soprattutto dalla nitidezza, così presente in particolare nella parte centrale del frame. La macchina è intuitiva e molto facile da usare, offre varie opzioni molto carine ed artistiche, come per esempio la possibilità di fare le doppie esposizioni e le pose lunghe. Si percepisce già al tatto che la qualità costruttiva è ottima, così come quella delle lenti. Mi sono trovato veramente bene e chiaramente sono molto contento dei risultati ottenuti: la resa di questa macchina, insieme alle pellicole, si abbina molto bene ai mie soggetti fotografati. La consiglierei vivamente a chi ha intenzione di entrare nel mondo della fotografia instantanea.

© Daniele Dainelli

Hai realizzato inoltre alcune foto su pellicola LomoChrome Turquoise 120, che ha stravolto con i suoi effetti color-shifting i colori tenui che caratterizzano i tuoi scatti su pellicola. Cosa ne pensi dei risultati? Per quale tipo di scatti consiglieresti questa pellicola?

Se devo essere sincero, inizialmente non ero sicuro della resa che avrei ottenuto scattando con la pellicola LomoChrome Turquoise 120 perchè non sono abituato ad immaginare i miei soggetti con una tonalità diversa da quella naturale per l’occhio umano. Devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso e soddisfatto dall’effetto finale degli scatti: c’è come un’aurea metafisica che avvolge i paesaggi fotografati, che sembrano appartenere ad un universo parallelo, quasi onirico. Pensando al tipo di scatto più adatto a questa pellicola mi viene in mente la fotografia di moda, in particolare i ritratti, che vedrei bene accompagnati da qualche lampata di flash, che renderebbe il tutto ancora più particolare. Potrebbe essere interessante usare questa pellicola per un progetto futuro, chissà…

© Daniele Dainelli

Hai qualche progetto in programma che vorresti condividere con la nostra Community?

Sicuramente il progetto di documentare la provincia toscana prenderà ancora molto tempo, quindi quasi certamente nei prossimi anni mi concentrerò ancora su questo percorso, dato che non scatto per la quantità ma per la qualità, e questa è una prerogativa che richiede tempo. Parlando di progetto futuri, non escludo che un giorno possa portare su pellicola la street photography, che già sto praticando da diversi anni con l’altra mia fotocamera, quella digitale. Mi piacerebbe molto vedere la resa di un Portra 400 con soggetti sconosciuti trovati per strada. Sarebbe curioso capire come cambierebbe l’approccio in situazioni di caos dove la rapidità è la chiave. È un’idea che sto maturando e che in molti mi hanno già consigliato, prima o poi proverò. La street photography è stato il mio primo amore a livello fotografico e lo è tutt’ora. Come dicevo prima, la mia fotografia si divide in due rami, accomunati dalla stessa tematica: documentare la parte più autentica della Toscana.


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Scritto da ludovicazen il 2023-09-22 in

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