Lomography x Perimetro - 36 Shots About, la tua Storia in un Rullino: Intervista a Francesca Tilio
3Una grande open call: più di 250 candidature, un network di 39 partner tra istituzioni culturali, scuole di fotografia, magazine, laboratori e spazi creativi indipendenti che ci hanno supportato selezionando i 49 progetti finalisti, 7 per le 7 città, che hanno mappato questo viaggio tra le vostre storie. Visioni libere e personali tutte diverse tra loro, senza regole o temi da rispettare, per una fotografia che, in 36 scatti, riscopre il piacere della sorpresa e la bellezza dell’imprevisto. Oggi vi presentiamo il progetto di Francesca Tilio, dal titolo Teenagers of The 21st Century, realizzato su pellicola LomoChrome Metropolis.
Ciao Francesca! Potresti presentarti ai lettori del nostro Online Magazine?
Mi chiamo Francesca Tilio, sono nata e vivo con la mia famiglia a Jesi, nelle Marche.
Puoi raccontarci del tuo background fotografico? Quando è iniziato il tuo viaggio nel mondo della fotografia?
Per me la fotografia è ricerca, pensiero creativo, azione e professione. Di solito i clienti arrivano a me attraverso il lavoro artistico e autoriale. Mi sono avvicinata al mezzo fotografico da adulta e la fotocamera, più di altri strumenti, mi ha aiutata ad esprimere me stessa e il mio mondo interiore. Mi permetteva e mi permette - con relativa semplicità - di dare forma alle idee e di trasformarle in immagini, ma probabilmente l'aspetto che più mi affascina è la possibilità che mi regala di avvicinarmi alle persone. Il mezzo fotografico, la visione creativa e la progettualità mi rendono meno timida, più loquace, in estensione verso l'altro, all'opera per raccontare una visione, mai la verità assoluta. Come per il progetto sugli adolescenti del ventunesimo secolo è un'idea a condurmi verso le ragazze e i ragazzi, nel tentativo di dare loro strumenti per auto-raccontarsi.
Raccontaci di questo fantastico progetto: com'è nata l'idea? Ti piacerebbe continuare a raccontare l'adolescenza anche per i tuoi progetti futuri?
Ispirata dagli Uomini del ventesimo secolo, la grande opera fotografica di August Sander, e spinta dal desiderio di raccontare una generazione spesso poco ascoltata, nel 2020 - in piena pandemia - ho orientato il mio lavoro autoriale verso gli adolescenti. Il perché di questa scelta risiede nella possibilità di dare loro voce in un momento della vita delicato, pieno di fragilità e contraddizioni. TEENAGERS OF 21st CENTURY (TO21C) è un progetto di ritratti, playlist musicali e pagine anonime scritte nei diari che metto a loro disposizione. I protagonisti sono ragazze e ragazzi tra i 13 e i 19 anni, fotografati in strada, a scuola, a casa, nei luoghi del loro quotidiano. Un progetto artistico e sociale che nel tempo si è trasformato in mostre, pubblicazioni, esperienze didattiche in Italia e all’estero.
TO21C è in divenire. Il desiderio è quello di continuare nel tempo e nel mondo a raccontare la complessità e la meraviglia dell'adolescenza, un periodo destinato a cambiare e a cambiarci velocemente. È incredibile incontrare oggi i ragazzi fotografati solo un paio di anni fa. Sono persone diverse, nuove, le prime a sorprendersi e ad aver dimenticato quel momento, il loro aspetto fisico, la musica che ascoltavano, come si vestivano. Ho la consapevolezza del valore di questo lavoro che congela un momento e diventa cassa di risonanza di gioie e malesseri di un periodo contenuto in una bolla destinata a scoppiare. Nel tempo il progetto ha avuto numerosi riconoscimenti, è stato esposto in Italia e in Francia, si è sviluppato attraverso laboratori e residenze. Nel 2024 avrò la possibilità di continuare la ricerca e lo farò collaborando con artisti, istituzioni e realtà che hanno dimostrato interesse per la mia ricerca.
L'esperienza di Bologna è durata pochi giorni ma ho ricordi indimenticabili. Accompagnata da mia figlia Dora, di dieci anni, abbiamo scelto quali strade percorrere e chi fermare, abbiamo condiviso le chiacchiere e il tempo con la maggior parte dei ragazzi fotografati. La parte di più difficile è sempre quella della restituzione della liberatoria firmata da un genitore, documento importante per la pubblicazione e l'utilizzo delle immagini. Per questo motivo ho scelto di lasciare in negativo gli scatti delle persone che non hanno fornito l'autorizzazione, uno stratagemma che mi permette di raccontare senza mostrare.
Per questo progetto hai scelto la nostra pellicola LomoChrome Metropolis.: come mai questa scelta e quali caratteristiche ti hanno colpito particolarmente di questa pellicola?
Partecipare alla Call Lomography x Perimetro mi ha dato l'opportunità di abbandonare il digitale per la pellicola, sperimentare, rischiare. Ho scelto la pellicola LomoChrome Metropolis. perché volevo un risultato cromatico un po' retrò e associare Bologna all'immaginario della rivoluzione giovanile dello scorso secolo, restituire una narrazione senza tempo.
Avere solo 36 scatti a disposizione è stato per te uno stimolo oppure un limite per il tuo processo creativo?
Scattare senza conoscere immediatamente il risultato è eccitante e leggermente spaventoso. Più volte ho immaginato il rullino caricato male, la mancanza della messa a fuoco, l'esposizione sbagliata... tutto fa parte del gioco e giocare - mi sono detta - farà parte del processo creativo. Il risultato è parzialmente calcolato, a volte imperfetto. I colori, le inquadrature hanno sorpreso in parte anche me. Probabilmente mi interessano di più i pensieri anonimi che i protagonisti hanno lasciato nel diario rispetto alle loro facce. Trovo affascinante come Bologna esca dalle loro pagine. La città si racconta attraverso le esperienze e le emozioni delle nuove generazioni, materiale prezioso per tutti, adulti compresi.
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Scritto da ludovicazen il 2024-01-19 in #gear
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