L'Arte del Tatuaggio su Pellicola Medio Formato Color Negative ISO 800 con Sofia Cartuccia

Sofia Cartuccia è una Lomografa di lunga data e un'artista a tutto tondo che crea opere d'arte intrecciando fotografia su pellicola, musica e poesia. Incantati dai suoi lavori, le abbiamo mandato una pellicola medio formato Color Negative 800 ISO, che Sofia ha portato in giro per l'Italia per iniziare un ampio progetto di ritratti legati al tema del tatuaggio, che esplora il rapporto che hanno le persone con le scritte e le immagini incise sulla propria pelle.

Ha inoltre condiviso con noi alcuni scatti realizzati con la sua amata Diana Mini, la sua prima fotocamera analogica. Guarda le foto qui sotto!

Sofia Cartuccia - pellicola Color Negative ISO 800 120

Ciao Sofia, benvenuta sul nostro magazine! Potresti presentarti ai nostri lettori?

Ciao Ludovica, innanzitutto grazie a te e a Lomography per avermi coinvolto! Non ho una grande capacità di sintesi e quindi le presentazioni non sono il mio forte, ma ci provo. Sono una persona che ama raccontare storie, appassionata di culture e lingue straniere. Ho vissuto all’estero per diversi anni e, in un certo senso, è come se avessi vissuto tante vite. Ora sono a Rimini, organizzo eventi e fotografo.

Sofia Cartuccia - Diana Mini

Raccontaci del tuo background fotografico: quando hai iniziato il tuo viaggio nel mondo della fotografia?

Come un po’ tutto nella mia vita, questo viaggio non è stato lineare. Alle superiori se mi avessero chiesto quale fosse la mia passione avrei risposto “il teatro”. Mi piaceva stare davanti all’obiettivo, piuttosto che dietro la macchina. Un giorno, mio padre mi regala una macchina digitale, una Nikon, a sua volta dono per il pensionamento.“Io non so usarla, prendila tu”. Avevo vent’anni e fotografavo i miei amici e le giornate all’università. Sono loro a regalarmi per il mio compleanno la prima analogica: una Diana Mini. Le pareti della mia camera si riempiono di foto. Poi mi trasferisco a Londra ed è lì che qualcosa cambia: scopro il lavoro dei grandi maestri alla Photographer’s Gallery e al Tate Modern e un giorno un mio amico fotografo mi chiama e dice che ha trovato una Pentax Spotmatic in una soffitta e vuole regalarmela. Sono passati 12 anni e ho imparato tutto con quella Pentax un po’ scassata. Senza esposimetro e con un sacco di rullini sbagliati. La fotografia analogica è entrata nella mia vita come quegli amici di cui, a un certo punto, inaspettatamente, ti scopri innamorata.

Sofia Cartuccia - Diana Mini

Ti ricordi quando hai conosciuto Lomography?

Come accennavo, ho conosciuto Lomography quando i miei amici mi regalarono l’iconica Diana Mini per i miei 22 anni. È stata ufficialmente la mia prima macchina a pellicola. Adoravo il fatto che fosse così piccola e leggera da poterla portare ovunque, inoltre aveva poche opzioni quindi era perfetta per qualcuno che si stava approcciando al mondo analogico per la prima volta. Come tutti gli studenti non avevo mai un soldo in tasca e risparmiavo per comprarmi i rullini, svilupparli e stampare le foto. Half frame, pieni di doppie esposizioni. Io le ritagliavo, ci facevo dei collage, spesso le regalavo ai miei soggetti. La Diana Mini ce l’ho ancora e, visto che fra poco non sarà più in vendita, sono felice di averne una che terrò sempre come un prezioso ricordo.

Non solo fotografia analogica, ma anche poesia, collage, musica. Come ti sei avvicinata alle diverse forme d'arte che pratichi e come sono interconnesse?

Speravo mi facessi questa domanda. Mi piace l’arte in generale, sia farla che farne esperienza. Sono una persona che ha molte passioni e mi piace immergermi in esperienze nuove, mettermi alla prova. A Barcellona, dopo un master in Arts Management, ho lavorato per diversi anni nel settore culturale, a contatto con musicisti, performer e creativi. In qualche modo mi sono lasciata contagiare e ispirare da ogni persona che incontravo. Mi sono buttata nello slam poetry per un periodo, poi ho visto che le mie poesie avevano una forma più materica e ho iniziato a scriverle sulle mie foto. Prendo i pastelli e scarabocchio un po’ sopra le foto, vedo cosa ne esce. Il mio processo creativo ha molto a che fare con la ricerca della relazione tra la parola e l’immagine. Questa pratica è perfetta se devo fotografare dei musicisti. A volte, certe frasi delle loro canzoni le trovo scritte nel loro volto, nelle loro espressioni.

Sofia Cartuccia - pellicola Color Negative ISO 800 120

Parlaci di questa meravigliosa serie che hai realizzato su pellicola Color Negative 800 ISO. Com'è nata l'idea?

La verità è che questo progetto è nato da un limite: non poter scrivere e scarabocchiare sulle mie foto come faccio di solito. Lo sviluppo era in carico a Lomography, non avrei avuto subito le stampe qui con me, quindi ho pensato di includere la parola nell’immagine stessa. Il tatuaggio è una pratica che mi intriga moltissimo (io non ne ho nessuno!) e l’idea di imprimere una parola o una frase che resti per sempre sulla pelle ha qualcosa di estremamente affascinante. Ho lanciato una call e hanno risposto in moltissimi. Mi sono spostata in Italia per raggiungere persone sconosciute che mi hanno donato le loro storie scritte sulla pelle. Non avevo scattato molte volte in 120, è stata una sfida, anche perché ancora una volta scattavo senza esposimetro, ma la pellicola Color Negative 800 ISO mi ha aiutata. È la mia preferita di Lomography, è versatile e sapevo sarebbe stata perfetta per i suoi colori intensi, ma con una vena malinconica.

Sofia Cartuccia - pellicola Color Negative ISO 800 120

Questo progetto proseguirà in futuro?

Sì, il progetto continuerà e sogno di trasformarlo in un libro. Quando ho timidamente scritto su Instagram, non mi aspettavo un passaparola così grande. Mi hanno scritto da tutta Italia perché volevano farsi fotografare e raccontare le storie dietro i loro tatuaggi. La loro fiducia mi ha motivata a continuare. È un progetto intimo, delicato, ha molto a che fare con la percezione di sé e del proprio corpo. Allo stesso tempo è anche pop perché al giorno d’oggi tante persone sono tatuate e, in generale, avere un tatuaggio genera un senso di appartenenza a una community che è propria delle nostre generazioni.

In un'era innegabilmente digitale, come mai la scelta di scattare su pellicola?

Quello che mi interessa non è la qualità dell’immagine o quanto si avvicini alla realtà, ma la sensazione e l’immaginario che suscita. Con la pellicola le imperfezioni non solo vengono accettate, ma acquistano valore. Si dà spazio al casuale, all’estemporaneo, alla perdita del controllo sul risultato finale e questo mi piace e rispecchia come sono. Il tempo d’attesa e il numero limitato di scatti mi permette anche di riflettere sugli“errori”, se così vogliamo chiamarli, e di imparare dalla luce in maniera organica. La fotografia analogica è un’arte stupenda perché ha una parte intuitiva, una razionale e una concreta.

Vorresti aggiungere qualcosa?

Ringrazio di nuovo tutto lo staff di Lomography, spero di rincontrarvi a Vienna e di collaborare ancora con voi


Per non perderti il proseguimento di questo progetto, segui Sofia su Instagram.

Scritto da ludovicazen il 2024-07-24 in #gear #persone

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