Come la Frequenza di Agitazione Influisce sulle Foto in Bianco e Nero

Il lavoro di un fotografo analogico non termina quando si preme l'otturatore. Una volta tornati in camera oscura, si ha il controllo creativo sulle proprie immagini, ed è qui che si possono usare le mani per plasmare la propria arte.

L'agitazione è una fase affascinante nello sviluppo in bianco e nero. Essa influisce direttamente sul risultato finale del negativo. Dalla quantità di grana al livello di nitidezza e contrasto; esploriamo tutti i fattori influenzati dal processo di agitazione.

Immagine 1: agitazione intensa di 30 secondi con pausa di 10 secondi. Seconda immagine: agitazione più leggera di 10 secondi con pausa di 30 secondi. Foto di Elisa Parrino

Come Agitare la Pellicola

Il tempo minimo necessario affinché l'agitazione abbia effetto sul negativo è di 10 secondi, poiché un tempo inferiore non è sufficiente a interrompere il flusso della soluzione di sviluppo.

Dopo aver versato il rivelatore, applicare inversioni regolari e costanti per i primi 30 secondi. Il metodo migliore è immaginare di disegnare un segno di infinito (∞) nell'aria mantenendo le mani sulla tank. Se il tempo di sviluppo è compreso tra cinque e sei minuti, agitare la soluzione ogni 30 secondi per cinque inversioni. Se il tempo di sviluppo è superiore a cinque minuti, invertire per 10 secondi ogni minuto.

Più velocemente si versa il rivelatore nella tank, meglio è, e si può procedere con l'agitazione per 30 secondi. Se il versamento richiede più di cinque secondi, agitare per un minuto intero.

L'obiettivo è interrompere il normale flusso laminare dell'acqua sui negativi.

La differenza tra agitazione e inversione è semplice. Invertendo la direzione del flusso della soluzione sui negativi, si evita la formazione di linee e sedimenti. Con l'agitazione, invece, si mescolano i liquidi. Quando parliamo di "agitare", non intendiamo scuotere come un caffè shakerato, ma piuttosto muovere o ruotare delicatamente i liquidi.

L'intensità applicata in queste fasi deve essere costante e controllata. Ricordiamo che il tempo e l'intervallo tra le azioni influenzano il risultato finale, aumentando o diminuendo gli effetti desiderati.

Agitazione intensa di 30 secondi con pausa di 10 secondi. Foto di Elisa Parrino

Per questo esperimento, abbiamo voluto concentrarci sui diversi risultati ottenibili con due diverse modalità di inversione su un rullino di Earl Grey B&W 35 mm ISO 100. Abbiamo mantenuto la stessa diluizione di HC-110 diluizione B, lo stesso tempo di sviluppo consigliato di 6 minuti e una temperatura stabile di 20℃. L'unico parametro variato è stata la frequenza delle inversioni.

Per il primo test abbiamo eseguito inversioni di 10 secondi seguite da una pausa di 30 secondi. Per il secondo, abbiamo effettuato inversioni di 30 secondi con una pausa di 10 secondi.

Agitazione Intensa:

Un'agitazione robusta e frequente riduce il tempo necessario per lo sviluppo, al contrario della tecnica standstill. Inversioni frequenti ed energiche producono negativi più granulosi e contrastati. Tuttavia, un'eccessiva inversione può portare a negativi molto densi e al rischio di segni visibili sui bordi della pellicola. Un'agitazione continua potrebbe inoltre ridurre la nitidezza, poiché la parte superiore e inferiore del fotogramma si svilupperanno in modo diverso rispetto al centro.

Agitazione più leggera di 10 secondi con pausa di 30 secondi. Foto di Elisa Parrino

Agitazione Più Leggera:

Utilizzando una soluzione molto diluita, con poche o nessuna inversione e movimenti delicati, si riduce il contrasto della grana e si aumenta la nitidezza, producendo negativi dall'aspetto più piatto. Tuttavia, il vantaggio è una buona gamma tonale, utile per la stampa, con un'ampia quantità di dettagli nelle ombre. Un possibile inconveniente è la formazione di strisce di bromuro sui negativi.

Il bromuro è un sottoprodotto della riduzione del bromuro d'argento a argento metallico da parte del rivelatore.

Se il rivelatore non ha abbastanza tempo per agire in modo uniforme sulla superficie, le tracce di bromuro lasceranno linee più chiare sul negativo circostante. Se si desidera utilizzare questa tecnica, si consiglia di consultare il nostro articolo sulle diluizioni maggiori.

Immagine 1: agitazione intensa di 30 secondi con pausa di 10 secondi. Seconda immagine: agitazione più leggera di 10 secondi con pausa di 30 secondi. Foto di Elisa Parrino

I Risultati

Nel complesso, questo esperimento ci ha permesso di comprendere meglio gli effetti dell'agitazione e delle inversioni sui negativi. Le limitazioni di un'inversione vigorosa e frequente sono evidenti e difficili da sottovalutare.

Si nota una perdita significativa di dettagli nelle alte luci, che rende difficile il recupero in post-produzione sia su Lightroom che in camera oscura. Inoltre, sono visibili segni dei fori di trascinamento della pellicola e una leggera perdita di nitidezza nelle immagini.

Con un'agitazione regolare si può ottenere un buon contrasto e, anche se le alte luci risultano sovraesposte, si possono comunque recuperare dettagli. Una buona gamma tonale rende questi negativi ottimali per la stampa e il lavoro in post-produzione. La grana risulta coerente con quella di una pellicola ISO 100.

Come per ogni tecnica, è importante trovare il proprio metodo ideale in base al proprio stile fotografico. Consigliamo di annotare i parametri e sperimentare diverse modalità di inversione finché non si trova quella più adatta.


Qual è la tua tecnica di agitazione preferita? Hai mai sperimentato in camera oscura? Condividi le tue esperienze nei commenti!

Scritto da eparrino il 2025-03-07 in #tutorials

Maggiori informazioni

Lomography Earl Grey 100 (35mm)

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