Qual è il tuo mirino? (Parte 2: Fotocamere Reflex)

Quest’articolo, di carattere principalmente tecnico, ma con alcune indicazioni legate alle mie sensazioni personali, vuol mettere a confronto il mirino di alcune macchine reflex in mio possesso. Dopo il precedente articolo, dedicato a macchine con mirino a vetro piano, è ora tempo di dedicare un po’ di attenzione ai mirini delle macchine reflex, dal sistema di messa a fuoco sino alle indicazioni esposimetriche. Ogni sistema presenta i suoi vantaggi ed i suoi limiti; queste considerazioni costituiscono dei suggerimenti per la scelta del mirino piu’ adatto alle vostre esigenze.

Il primo mirino che vi presento è quello della Pentax ME Super. Molto luminoso, copre il 92% del campo inquadrato con un ingrandimento di 0,95 (questi dati tecnici sono sempre calcolati per un obbiettivo standard di focale 50mm all’infinito). Ciò significa che l’immagine inquadrata ha quasi le stesse dimensioni dell’immagine reale che potete seguire con l’altro occhio, in modo da pre-visualizzare la scena in modo da riconoscere prima eventuali intrusioni nell’inquadratura, o per cercare meglio di capire cosa sta per accadere. L’esposimetro a led, situato sulla sinistra, è perfetto per una macchina che nasce prevalentemente per essere utilizzata a priorità di diaframmi; i led verdi indicano tempi sicuri, quelli gialli tempi uguali o più lenti di 1/30 (rischio mosso), quelli rossi completa sottoesposizione o sovraesposizione. Basta dargli una rapida occhiata prima di inquadrare, poi non ci si pensa più (a meno che non si scatti in modalità manuale). Il vetrino di messa a fuoco (non intercambiabile) presenta al centro i classici microprismi e stigo ad immagine spezzata. Uno standard per molte reflex, con due inconvenienti: con obbiettivi poco luminosi (come molti tele) l’immagine tende a oscurarsi al centro e poi i troppi ausili di messa a fuoco centrale portano spesso, in modo quasi sempre inconsapevole, a mettere il soggetto principale al centro della foto. Notate infine che, dato che per natura noi occidentali leggiamo da sinistra a destra, con questa macchina ci verrà spontaneo leggere l’esposimetro prima di inquadrare. Questa soluzione è una delle migliori per le foto di strada, anche se per abitudine preferisco la sequenza opposta.

Vi propongo ora due mie immagini scattate con questa macchina e dedicate ad una sempre affascinante parte del corpo umano, di cui ammiro sempre la grande gestualità: le mani.

Credits: sirio174

Pur essendo di uso generale, per le foto in studio, i ritratti ed i dettagli, questo mirino è semplicemente perfetto: guardate ad esempio questi close-up di capelli e di volti realizzati da bravissimi artisti della comunità: complimenti a tutti!

Credits: edmundrt, raapstelenstamppot, laluce & icomewhenieatcaponata

Esaminiamo ora un mirino abbastanza simile, quello della mia amata Canon AV-1. Ha lo stesso sistema di messa a fuoco della Pentax ME Super, ed anche per questa macchina il vetrino non è intercambiabile. Dal punto di vista della messa a fuoco valgono le stesse considerazioni, con una copertura quasi identica ma un ingrandimento leggermente minore (0,87). Dal punto di vista pratico questo rende leggermente più difficoltosa e meno spontanea la visione binoculare, ostacolata in parte anche dalle dimensioni leggermente maggiori della macchina (inquadrando con l’occhio destro, il campo visivo del sinistro è in parte ostacolato dal corpo macchina). Le indicazioni dei tempi sono sul lato destro, con un ago mobile. Più facile da leggere rispetto ai led in pieno sole, un po’ meno agevole in condizioni di luce scarsa. Per quanto detto sopra, ci verrà spontaneo inquadrare prima di controllare l’esposizione. Si tratta di una sequenza opposta a quella della Pentax, ed è anche la mia preferita, perchè prediligo gestire prima la composizione e poi controllare velocemente i dati esposimetrici. Non mi preoccupo di leggere accuratamente il tempo di scatto: se l’ago è orizzontale sono certo di avere un tempo di almeno 1/30 di secondo o più rapido. Per questa macchina non mi curo di altro, se non a scattare divertendomi grazie al suo automatismo a priorità di diaframmi!

Credits: sirio174

Vedo anche dale vostre foto che questa è una macchina sbarazzina e divertente da usare, da portare ovunque nelle nostre avventure e nel nostro tempo libero!

Credits: tiestillo, risbot & thewallflower

Un discorso a parte merita la Pentax MX. Classica tra le classiche, completamente meccanica, è dotata di un mirino che copre il 95% del campo inquadrato con un ingrandimento quasi unitario (0,97), il che vuol dire che ciò che vediamo nel mirino è praticamente identico, come dimensioni, a quello che possiamo osservare con l’altro occhio! Facilissima quindi la visione binoculare, particolamente utile per foto di azione, facilitata tra l’altro dal fatto di avere tutte le indicazioni nel mirino (non serve staccare la macchina dal volto per controlalre la ghiera dei tempi o quella dei diaframmi). Nella parte superiore del mirino un periscopio ottico inquadra l’apertura del diaframma, leggendolo direttamente sopra l’obbiettivo; sul lato destro una corona semicircolare indica i tempi mentre cinque led servono per l’esposimetro (luce verde per una esposizione corretta, due led arancione sopra o sotto il verde per una sovra o sottoesposizione di mezzo diaframma, due rossi per errori di uno o più stop). L’unico neo è che i led di queta macchina non sono luminosi come quelli di recente produzione, e talvolta sono difficili da vedere in condizioni di sole pieno (anche se in questo caso l’esposimetro serve a poco, potendo usare la regola del 16). Due parole sul vetrino di messa a fuoco: quello standard è simile a quello della ME Super e della AV-1 (stigo e microprismi), per cui valgono le stesse considerazioni. Vi consiglio invece di procurarvi il vetrino SA-1 (senza stigo), o addirittura il modello SA-3 (quello rappresentato nella figura a inizio articolo), ottimo per lenti molto luminose (F1,2 – 1,7) per la diversa angolazione dei microprismi che agevola tantissimo la messa a fuoco. Il cerchiolino coi microprismi è piuttosto piccolo, quindi non invadente, e la messa a fuoco è possibile su tutto il vetro (si usa la parte centrale solo per regolazioni di precisione, per esempio lavorando a tutta apertura). In questo modo non sarete inconsapevolmente trascinati a lasciare il soggetto al centro dopo averlo messo a fuoco!

In queste due foto ho usato la macchina con un grandangolare da 28 millimetri:

Credits: sirio174

Passo ora alle vostre foto: questa macchina permette di studiare molto accuratamente la composizione, potendo anche controllare la profondità di campo spingendo semplicemente la leva dell’autoscatto verso l’obbiettivo.

Credits: el3imagery, pauline_wildwind & ariannapaloma

La Olympus OM-1 (e la sua versione più recente, la OM-1n, praticamente indistinguibile dalla prima se non per dei miglioramenti interni), è stata, negli anni ‘70, la diretta concorrente della Pentax MX. Dotata anch’essa di un mirino molto luminoso, che copre il 97% del campo inquadrato con un ingrandimento di 0,92, si presta bene anch’essa per una visione binoculare. Come la MX, permette di controllare la profondità di campo agendo su un tastino posto sugli obbiettivi Zuiko, e come la MX è dotata di vetrino intercambabile. Quello standard (modello 1-13) è il solito con microprismi e stigo orizzontale, come nelle precedenti macchine; dispongo poi del modello 1-14 che si differenzia per una immagine spezzata in diagonale (più versatile se ad esempio non si hanno riferimenti verticali per la messa a fuoco), del modello 1-1 simile a quello che ho montato sulla MX, e del modello 1-4, quello da me scelto e rappresentato nel disegno introduttivo. Vetro piano (superficie matte) con un grosso cerchio centrale più luminoso che agevola la messa a fuoco, ma privo di microprismi. Ottimo per un uso generale, è indicato anche per focali lunghe. Il fatto di poter mettere a fuoco uniformememte su tutto il vetrino consente grande libertà di composizione. Tenete presente che un principiante tende a perdere istanti preziosi cercando una messa a fucoo precisa, mentre si dimentica che lavorando con obbiettivo normali e grandangolari con un diaframma abbastanza chiuso (da F5.6 in poi, come spesso capita per le foto scattate all’aperto di giorno) una lieve imprecisione di regolazione è del tutto ininfluente sul risultato (la profondità di campo è sempre garanzia di successo). Di certo non raccomando questo vetrino per chi ama fare delle foto macro, in cui pochi decimi di millimetro fanno la differenza.

L’esposimetro, molto semplice e poco invadente, è un piccolo ago sulla sinistra del mirino. Lo controllo sempre velocemente, poi compongo. Mi piace tantissimo lavorare con mirini così puliti, privi di elementi di distrazione.

Eccovi ad esempio due foto di un bravo artista di strada, Il Pianista Fuori Posto, un valido musicista che gira per tutta Italia con il suo pianoforte. Potete notare come utilizzando questo vetrino è più semplice comporre e mettere a fuoco anche tenendo il soggetto principale lontano dal centro dell’inquadratura.

Credits: sirio174

Compimenti anche per queste coloratissime foto della comunità scattate con questa macchina!

Credits: albeelee, didimuir & filby

La Canon AE-1 Program è una delle macchine più popolari, grazie alla sua grande versatilità: si può scattare in manuale, a priorità di tempi ed anche in completo automatismo. II mirino, molto luminoso, copre circa il 94% del campo inquadrato ma con un ingrandimento inferiore rispetto alle Pentax (0,83) ed anche rispetto alla stessa AV-1. Questo rende meno agevole l’uso binoculare della macchina, che comunque possiede tutte le qualità per composizioni accurate come per foto al volo. Il vetrino standard è intercambiabile; tuttavia su questa macchina non ho effettuato la sostituzione dato che non la trovo comoda come le altre per lavorare con due occhi aperti. Sulla destra un esposimetro a led vi indica l’apertura del diaframma, sinceramente non lo guardo mai perchè lavoro sempre a priorità di tempi. Si tratta di un dignitoso mirino di uso generale adatto sia per foto all’aperto che per lavori in studio.

Credits: sirio174

Lavorare con questa macchina è comunque semplice e divertente. Ragazze, mettetevi comode… comporre in un mirino così luminoso è sempre un piacere: si può scattare in completo relax senza paura di sbagliare la messa a fuoco, grazie anche ai validi ausili centrali del vetrino standard!

Credits: funtolose, manon-vacher & lafilledeer

L’economicissima ed umile Praktica MTL 50 è una delle mie macchine preferite, sia per l’ergonomia (di cui vi parlerò in un prossimo articolo) che per l’architettura del mirino, semplice e senza tanti fronzoli. Pur essendo meno luminoso degli altri, lo schermo di messa a fuoco (non intercambiabile) presenta alcuni dettagli interessanti: la parte esterna del vetro è, come per gli altri vetrini standard, una lente di Fresnel mentre il grosso cerchio centrale è composto da diverse parti: partendo dall’esterno troviamo un anello di vetro piano, un anello di microprismi, ed un doppio stigo ad immagine spezzata, veramente efficace per chi ha la vista un po’ indebolita. Certo permangono tutti i limiti della messa a fuoco centrale, ma il mirino ha un’ottima copertura (0,95) con un ingrandimento simile a quello della AV-1 (0,86); niente male per una macchina entry level! Tuttavia segnalo che la minore luminosità del mirino rispetto alle macchine precedentemente analizzate non facilita di certo l’uso con entrambi gli occhi aperti. Sulla destra trovate un esposimetro molto semplice (e che apprezzo moltissimo proprio per questo motivo: due led rossi: quando sono entrambi illuminati con la stessa intensità l’esposizione è quella corretta). Sul modello precedente, la MTL 5B, trovate un ago al posto dei led; sinceramente preferisco quest’ultimi dato che con queste macchine devi misurare la luce in stop down, ovvero chiudendo l’obbiettivo con un tastino; all’aperto, con diaframmi chiusi, può essere difficoltoso visualizzare l’ago (anche se sostengo sempre che l’esposimetro serve principalmente in condizioni di luce scarsa: quando c’è il sole potete tranqullamente dimenticarlo!)

Le poche indicazioni presenti mi permettono di evitare distrazioni cogliendo agevolmente l’istante buono (il ragazzo che corre con entrambi i piedi sollevati da terra, il tuffatore che sfiora l’acqua con le dita sono due tipici esempi di cosa si possa ottenere da questa macchina).

Credits: sirio174

Complimenti anche per le vostre foto!

Credits: kelvin_wx, tall_bastard & lizzypeasy

Chiudo l’articolo con un piccolo consiglio: se acquistate o possedete una macchina a vetrino intercambiabile, non lasciate montato quello standard (che comunque potete trovare in tantissime macchine entry level), ma cercate uno schermo che personalizzi la fotocamera, e che meglio si adatta alle vostre esigenze. Per queta ragione su due macchine a vetrino intercambiabile ho montato due schermi differenti tra loro, e diversi da quello di uso generale con microprismi e immagine spezzata.

Scritto da sirio174 il 2016-04-04 in #gear #review

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