From the Archives: 10 Interviste di Lomography a Fotografi della Comunità LGBTQIA+

Nella precedente edizione di From the Archives, vi avevamo presentato 10 fotografe donne per ripercorrere alcune delle nostre migliori interviste e ascoltare ancora una volta le potenti voci di queste artiste.

In questo articolo invece, ci siamo tuffati nell'archivio del nostro Magazine alla ricerca di alcune delle migliori interviste fatte a fotografi LGBTQIA+, per celebrare il mese del Pride. Scoprile tutte!

La fotografa e art director Alia Romagnoli ci parla della sua fotografia e delle sue principali fonti di ispirazione come i tessuti indiani, l'arte popolare, l'architettura, la mitologia e la narrazione in questa intervista del 2019. Condivide le sue prospettive di donna queer e mixed-race, e della nostalgia e l'interesse per le sue radici che guidano il suo lavoro.

Intimità e formalità si fondono in queste immagini grande formato scattate dalla fotografa Sarah Stellino per il suo progetto Queering Rural Spaces, incentrato sulle storie di persone LGBTQIA+ che vivono nelle comunità rurali.

Alla domanda su come sia nato il suo progetto, Sarah ci ha risposto che il suo desiderio è quello di lasciare delle fotografie alla prossima generazione di giovani queer così che possano domandarsi come fosse la vita di queste persone.

In questa intervista del 2022 il fotografo di Manila Ricardo Yan II, ci racconta della sua storia con la fotografia. Ci parla della sua prima esperienza con la pellicola quando aveva sei anni e della sua specializzazione in fotografia all'università, del colonialismo nella fotografia filippina, della ritrattistica maschile, del fotografare la vita notturna e di molto altro ancora.

In questo articolo del 2019, i documentaristi Sebastian Franke e Paul Max ci portano in un viaggio nella scena drag dell'Europa dell'Est con foto di drag queen scattate in Lettonia, Polonia, Ucraina, Russia, Serbia e Ungheria. Ci raccontano di questa sottocultura poco apprezzata e trascurata della regione e ci mostrano il potere della fotografia, soprattutto come strumento per raccontare le storie degli emarginati.

In questa intervista l'artista colombiano americano Antonio Pulgarin parla dell'identità culturale e sessuale che ha ispirato il suo progetto Fragments of the Masculine. Prendendo vecchie foto di suo zio e di suo padre, l'artista analizza i costrutti sociali esistenti relativi alla "virilità", soprattutto in America Latina, come i legami tra l'immagine della mascolinità, l'esercito e il sistema carcerario.

Le radici personali, black portraiture e fotografia di medio e grande formato convergono nel lavoro dell'artista Jeremy Grier, che si concentra sul suo viaggio di riconnessione con la città natale di Hartford, nel Connecticut, dopo aver trascorso un periodo a New York.

Parlando della fotografia della sua città natale, Grier ha dichiarato: "Volevo documentare la zona nord di Hartford, dove sono cresciuto. Penso che la mancanza di documentazione delle persone nere, della loro vita al nord, soprattutto nel nord-est America, sia un problema. Non c'è una cultura fotografica dalle mie parti, si cresce senza essere abituati a farsi fotografare da estranei".

La fotografa newyorkese Caitlyn Stachura parla della ridefinizione della ritrattistica queer/trans, delle sue aspirazioni fotografiche analogiche come artista emergente non-binaria e altro ancora in questa intervista del 2022. L'allora ventunenne ha anche condiviso le sue pellicole preferite, l'uso delle pellicole Lomography Color Negative nei suoi progetti e l'interazione con altri artisti dai quali trae ispirazione come fotografa.

Sicuramente uno dei progetti di fotografia su pellicola più interessanti in circolazione: in WE DO THE REST l'artista Sophie Schwartz esplora il lutto, la memoria e la connessione queer. Sophie proviene da una famiglia molto creativa: padre fotografo e madre sarta e artigiana. Il progetto fu avviato dal padre nel 1979, quando inviò anonimamente delle Diana a più di 200 fotografi per una mostra, la sua tesi di dottorato all'Università dell'Ohio.

Dopo la morte del padre, Sophie ha trovato scatole di macchine fotografiche Diana insieme a negativi, provini a contatto e lettere nella soffitta della casa dov'è cresciuta. Ciò che è nato dal processo di archiviazione è WE DO THE REST: una riconnessione con il padre e i suoi sforzi creativi, nonché con alcuni dei partecipanti originari del progetto.

In questa intervista del 2018, l'artista Júlia Brümmer ci accompagna in un'immersione profonda nel suo processo creativo e sull'uso della fotografia a infrarossi e della pellicola LomoChrome Purple per catturare i suoi progetti di moda. Intriso di fantasia e intrigo, il progetto riflette le aspirazioni di Júlia come fotografa di moda e il suo profondo interesse per la moda e la storia.

Fotografare la Scena Musicale Underground con @Crimebird

Caotiche, energiche e sognanti sono alcuni aggettivi che descrivono perfettamente queste foto scattate da @crimebird in alcuni dei molti concerti che ha documentato come fotografo e artista. In questa intervista ci ha parlato della scena musicale underground, della cultura DIY, e della sua etichetta indipendente Knifepunch Records che descrive come una "comunità gay e trans per creatori e compagni".

Fotografia e attivismo vanno di pari passo. Attraverso quest'arte, i fotografi hanno la capacità di rivelare il mondo così com'è nel presente e di sognare un futuro ideale.

Come bonus, proponiamo un articolo approfondito di Elisa Parrino sull'attivismo dagli anni '60 al 2020 e sul ruolo della fotografia nel superare le tradizioni e catalizzare lo sviluppo della società.

Vorremmo ringraziare gli artisti ed i protagonisti delle loro foto che hanno partecipato a queste interviste e che ci hanno offerto uno sguardo sulla realtà delle persone LGBTQIA+.

Scritto da sylvann il 2023-06-20 in #cultura #persone #luoghi #queer #lgbtq #lgbtqia