Tra Cinema, Surf e Fotografia Analogica: Intervista all'Attore Brando Pacitto

Di recente, abbiamo scoperto che Brando Pacitto non è solo un giovane attore romano davvero talentuoso (ha recitato in film e serie di successo come Padre Pio di Abel Ferrara e Baby su Netflix), ma è anche un appassionato fotografo analogico! In questa intervista, Brando ci racconta il suo amore per la pellicola, per il cinema, per il surf e di come queste passioni si intrecciano e si supportano a vicenda.

© Brando Pacitto

Ciao Brando, benvenuto sul nostro magazine! Potresti presentarti ai nostri lettori?

Ciao a voi, mi chiamo Brando Pacitto, recito quando posso, dirigo cose che mi piacciono, e cerco di scattare il più possibile. Amo il cinema e le immagini.

Raccontaci del tuo background fotografico: quando hai iniziato il tuo viaggio nel mondo della fotografia?

Non è mai stata una cosa pensata: ho sempre avuto una grande fascinazione per un certo tipo di estetica e non capivo come si raggiungesse, fino a quando non ho scoperto la pellicola. Ad un certo punto, avro avuto 18 anni, ho trovato a casa da mia madre una Nikon EM, e mi ha incuriosito in primis l’oggetto e poi la messa in pratica. Da quel momento in poi non ho mai smesso di scattare in analogico. Ho sbagliato tanto agl’inizi, non avendo nessuna conoscenza tecnica, cosa che mi ha portato a studiare e a confrontarmi con tante persone molto piu competenti di me.

© Brando Pacitto

In un'era innegabilmente digitale, come mai la scelta di scattare su pellicola?

Oltre ad un fattore puramente estetico, la pellicola ha inevitabilmente delle limitazioni, che ti permettono di pensare maggiormente quindi di scattare secondo me con meno superficialità. Poi amo il margine d’errore che puo esserci con la pellicola rispetto al digitale: dalla grana alla bruciatura.

Ti muovi agilmente tra recitazione, fotografia e surf! Qual è stata la tua prima passione e come ti sei avvicinato alle altre?

Il surf è stato la matrice di tutto, anche a livello culturale. Essendo una realtà underground, come lo skate, porta con se sopratutto nella contemporaneità un retaggio molto punk e libero. Ho visto le prime foto scattate in pellicola con un certo tipo di sguardo attento e specifico proprio negl’editoriali di surf. C’è tutta una scena, inizialmente Australiana (vedi Kai Neville) e poi globale, che ha ridisegnato e sconvolto la percezione romantica e hollywoodiana che c’è del surf.

La recitazione, invece, per quanto faccia parte della mia vita da quando sono piccolo, è diventata poi una scelta consapevole più avanti, quando ho capito che era il modo più efficace per essere vicino al cinema; poi il mio interesse si è ampliato integrando anche altre sfere legate al cinema, come la regia, non sminuendo in nessun momento il mio amore per la recitazione.

© Brando Pacitto

In che modo pensi che la fotografia sia legata o arricchisca la tua pratica creativa come attore? O sono due cose separate?

Dirò una cosa molto banale, ma credo che tutto cio che concerne il creativo sia strettamente legato, e una pratica aiuta sicuramente l’altra. Lo sguardo dietro la camera mia aiuta e mi stimola davanti ad essa e viceversa.

Ci racconteresti il progetto A Borges Dream?

AB’D è un collettivo nato dalla comunione di varie pratiche artistiche che hanno trovato spazio in una visione comune. Siamo io, Alessandro Rebesani (musicista, in arte RBSN), Anita Ricci (Regista, scenografa e performer) e Mani Lorena Tiberi (Pittrice e Costume Designer). Ci siamo ritrovati nel periodo della pandemia a condividere le nostre idee sul concetto di arte e sul tipo di narrazione che vogliamo fare del presente, motore che ci ha spinto ad unirci e a portare avanti una serie di progetti insieme.

© Brando Pacitto

Guardando i tuoi scatti su pellicola, si intuisce immediatamente il tuo amore per il mare. C'è una fotocamera che porti sempre con te durante le tue avventure da surfista?

In realtà al momento mi porto dietro un po' di tutto. La mia camera storica è una Pentax MX, sono tanti anni che ormai la ho con me, e devo dire che è estremamente versatile. Nel tempo poi ho avuto una serie di compatte battaglia, alcune hanno fatto una brutta fine altre sono sopravvisute. Adesso è un pò ormai che scatto spesso in medio formato con un Hasselblad 500 cm, strumento incredibile anche solo al tatto, ed è tutta un altra senzazione ed approccio rispetto all’agilità della Pentax, perche ti costringeancora più a comporre l’immagine nei minimi dettagli.

Hai qualche progetto in programma che vorresti condividere con la nostra Community?

Ho più di un film in uscita tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, tra cui Padre Pio di Abel Ferrara con Shia Labeouf e The Cage, opera prima di Massimiliano Zanin, con Aurora Giovinazzo. Sto lavorando su vari progetti, Registici e Fotografici, ma entrambi richiederanno ancora un po' di tempo.


Grazie Brando per quest'intervista! Per non perderti le sue foto e le sue prossime uscite, segui Brando su Instagram.

Scritto da ludovicazen il 2023-05-24 in #persone

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