FANZINEDI?, la Scena Musicale Italiana Documentata da Esclusivi Scatti Analogici
1 Share TweetTommaso Biagetti, aka FOTODI? ha racchiuso nel secondo numero della sua Fanzine, 200 scatti rigorosamente su pellicola che ritraggono la scena musicale italiana.
Chi c'è dietro FOTODI? e da dove nasce il nome?
Dietro FOTODI? C’è Tommaso Biagetti, un ragazzo che ad un certo punto ha capito che voleva far della musica la sua principale occupazione e quindi ha mollato tutto e s’è buttato a testa in giù da un burrone. La fotografia è cresciuta di pari passo al lavoro creativo che facevo con gli artisti e il nome viene proprio dai miei esordi: quando iniziarono a girare le prime foto sui vari profili Instagram degli artisti, ai tempi non era un buon uso mettere il tag del fotografo (era il 2017) e questa cosa mi faceva incazzare non poco. Banana (il DJ di Coez) per rincarare la dose, sotto ogni foto commentava con “Fotodi?” taggando personaggi famosi random tipo Obama o Britney Spears. Dal giramento di palle, alla fine questa cosa mi si è incollata addosso ed è diventato il mio nickname. (Poi hanno iniziato a mettere i tag nelle foto ahaha).
Nella prima edizione di FANZINEDI? hai svelato foto inedite di artisti della scena indie e rap italiana: cosa possiamo aspettarci da questo nuovo numero?
La prima Fanzine era il seme di tutto quello che è venuto dopo. Su questa, oltre a due anni di fotografie, c’è tutto il percorso e lo studio personale che ho fatto non solo sulla fotografia analogica ma anche a livello grafico e di impaginazione. Sono partito che non sapevo fare nulla e sono finito per impaginarmi da solo una Fanzine di 88 pagine.
Da dove nasce l’idea di creare una Fanzine in questa era digitale?
Tutto ciò che è digitale oggi c’è, domani può sparire nel nulla, basta un hacker o un bug qualunque, per dire. Quindi il desiderio era quello di far qualcosa di tangibile che possa rimanere e, in più, sono davvero fan di tutto ciò che è cartaceo...sono sommerso dalla carta a casa, quindi è il mio piccolo contributo a questo fantastico mondo.
Parlaci un po' del tuo background fotografico. Qual è la tua storia?
Come dicevo, il mio background si è sviluppato di pari passo alla musica. Dopo il video di “Colpa del Vino” di Frah Quintale, ho iniziato a girare sempre con macchine analogiche, fotografando tutto quello che vivevo. La prima cosa ufficiale che ho fatto è stata la foto di copertina del singolo “Faccio un Casino” di Coez, scattata nella sua vecchia casa a Milano. Lì ero alle primissime armi ed è anche grazie alla fiducia che ho ricevuto se sono andato avanti.
Da diverso tempo ti occupi della comunicazione e direzione artistica per alcuni artisti della scena indie e rap italiana, per citarne alcuni Coez, Frah Quintale e molti altri, che con il tempo sono diventati anche amici. Da dove è nata l’idea di fotografarli anche in situazioni di vita quotidiana?
Lavorando appunto alla loro comunicazione, ogni volta che c’è un’uscita ufficiale (un singolo, un disco, un tour) e in generale per Instagram, servono foto nuove. Quindi va da se che ogni volta che siamo insieme, per me è una buona occasione per fare delle foto, non sia mai dovessero tornare utili. La vita quotidiana deriva dal fatto che siamo spesso insieme e non ci sono mai piaciute troppo le foto posate o troppo “pensate”, col tempo è diventata la nostra cifra stilistica.
Che tipo di attrezzatura fotografica porti sempre con te?
Di base porto sempre un paio di macchine dietro (principalmente una Contax T2 e un’altra che scelgo in base all’evenienza), perché se una mi dovesse abbandonare sul più bello, ho quella di scorta. In più ho sempre un rullino nuovo nel marsupio e una pila di ricambio.
Inizierai mai a scattare in digitale?
Lungi da me fare lo snob e ammiro certi fotografi che fanno cose bellissime in digitale, riuscendo a dare una loro personalissima impronta. Semplicemente, io nasco con l’analogico e ogni volta che impugno una macchina digitale è come se perdessi tutti i poteri. Detto ciò, mai dire mai, ma al momento non la vedo come una strada percorribile.
Da dove trai ispirazione?
Faccio un sacco di ricerca. Compro sempre riviste tipo 032c, Highsnobiety, i-D e poi uso molto sia Pinterest che Instagram. Tutto ciò che mi piace lo salvo e poi lo ritiro fuori quando devo iniziare un lavoro, prendendo ispirazione e modellando a mio gusto.
C’è un fotografo che ti piace particolarmente?
Mi piacciono molto certi lavori di Dexter Navy e Frank Lebon perché, oltre a fare belle foto, hanno anche un modo mega stiloso , personale e creativo di presentarle e pubblicarle, cosa che per me è fondamentale.
Tra le altre cose, fai anche parte dell’etichetta discografica Undamento: come cambierà secondo te la scena musicale post covid?
Bè possiamo dire che è già cambiata. Quasi tutti gli artisti grossi si sono totalmente fermati e non stanno facendo uscite discografiche. Il fatto che non si possa suonare ha bloccato tutto perché, giustamente, fare uscire musica ora è un bel rischio. Quando si ripartirà, gli equilibri che c’erano prima saranno completamente stravolti, e tutte le sicurezze che avevano i cosiddetti big, non ci saranno più. Bisognerà ripartire dal basso, e chi lo capirà per primo, risalirà più velocemente.
Chi sono gli artisti emergenti che dovremmo tenere d’occhio?
Ti direi Laila Al Habash perché è il progetto più nuovo a cui sto lavorando e sono molto contento di quello che stiamo facendo.
Cosa ti aspetta in futuro? Qualche progetto o collaborazione interessante in programma?
Sicuramente ora farò una ristampa della fanzine perché la prima è già finita. Poi ho un anno di foto da parte e mi metterò a lavorare alla terza. E infine mi piacerebbe fare CULTO MAG, cioè un magazine in cui tirare in mezzo tutti gli artisti, illustratori e fotografi che spaccano di più e fare una sorta di Magazine indipendente. Troppo?
Puoi trovare FANZINEDI? a questo LINK. Segui FotoDi? su Instagram.
Scritto da melissaperitore il 2021-02-18 in #gear #cultura #persone
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