Camera Oscura e Laboratorio Fotografico: Andrea Mignogna ci parla di Positive Lab

In questa serie vi sveliamo il dietro le quinte di laboratori fotografici da tutto il mondo e chiacchieriamo con coloro che hanno deciso di trasformare la propria passione per la fotografia analogica in un'attività. Dai laboratori di Monaco ai negozi analogici sull'Himalaya, esploriamo ogni angolo del mondo alla ricerca di coloro che forniscono un servizio vitale per le comunità fotografiche locali.

Oggi incontriamo il fotografo sardo Andrea Mignogna, di Positive Lab.

Ciao Andrea, puoi fare una breve introduzione ai lettori del nostro Online Magazine?

Ciao a tutti, mi chiamo Andrea Mignogna, sono sardo e ho 30 anni. Lavoro con la fotografia da una decina di anni, passando dall’analogico al digitale senza precise soluzioni di continuità. Dal 2019 il mio studio è diventato un laboratorio analogico, il Positive Lab, con un’ampia camera oscura in cui si sviluppa, si stampa e si sperimenta.

Positive Lab è uno dei tuoi tanti progetti che segui: quali attività svolgi in questo spazio e quali servizi offrite?

La fotografia commerciale mi ha portato a cercare una valvola di sfogo alternativa nella fotografia analogica. Al Positive lab si fa di tutto, è un luogo aperto al pubblico in cui si trattano prevalentemente linguaggi in bianco e nero. Offriamo anche numerosi servizi standard come sviluppi, scansioni e stampe.

Quando e come la camera oscura è passata da un'idea a uno spazio effettivo e cosa ti ha spinto ad aprire un laboratorio?

Per qualche anno lavorai esclusivamente in digitale, nel 2019 decisi di ritornare alle mie origini. Avevo appena iniziato i lavori per il nuovo studio e in men che non si dica ne è venuta fuori una camera oscura costruita ad hoc.

In questa era digitale, quali sfide hai incontrato nell'aprire uno spazio dedicato alla fotografia analogica? E quali sono le sfide quotidiane nel portare avanti questo progetto?

Credo che questo sia un periodo fiorente per i linguaggi analogici. Con il bianco e nero in particolare si possono esplorare mondi alternativi che poco hanno a che fare con l’attuale concetto di fotografia. Pandemia a parte, non ho riscontrato particolari difficoltà, anzi. Dai fornitori ai colleghi il riscontro è stato ottimo. Numerosi fotografi locali avevano tanta attrezzatura in disuso, quindi anche l’allestimento dello spazio è stato piuttosto semplice.

In questi ultimi anni, l'interesse da parte della gente, credi che sia aumentato o diminuito? E chi sono i tuoi clienti, professionisti o amatori?

L’interesse generale è notevolmente aumentato. Da troppi anni la fotografia vive sugli schermi, toccare con mano una foto è diventato inusuale. Io mi infilo in questo anfratto, con la forza di un processo tangibile, un’esperienza unica sconosciuta ai più. Dai professionisti agli amatori, son ben pochi ad aver lavorato in camera oscura. Infatti già dai primi anni 90 gli ingranditori vennero sostituiti dai mini-lab. Nel mio laboratorio passano i professionisti nostalgici in pensione come i liceali curiosi.

C'è un servizio che viene richiesto maggiormente rispetto agli altri?

Si, ancora oggi lo sviluppo e la scansione di pellicole a colori va per la maggiore. Per questo motivo abbiamo un secondo studio a Cagliari, gestito dall’amico e collega Marco Loi, in cui teniamo sempre attiva una Jobo CPE2.

Al Positive Lab di Olbia, invece, tendiamo ad estraniarci dai processi digitali, affidandoci prevalentemente alla chimica.

Hai mai ricevuto una richiesta particolare?

Nulla di scandaloso ma alle volte qualcosa di improbabile si. Dal resuscitare macchine palesemente devastate al lottare contro la convinzione che uno stesso rullino potesse essere sviluppato a diverse sensibilità contemporaneamente. Normale amministrazione per chi opera in questo campo.

Credi che prima o poi la fotografia analogica svanirà?

Dipenderà dai produttori, indubbiamente in questo momento è una moda, ma son certo che i veri cultori del settore non molleranno facilmente la presa.

Qual'è l'aspetto più gratificante della sviluppo/stampa in camera oscura?

La matericità. In dieci anni di carriera professionistica credo di aver scattato qualche milione di fotografie e sono stati rarissimi i casi in cui ho potuto toccare con mano le foto. Oggi posso ponderare ogni scatto, stamparlo e toccarlo, rendendo indelebile il ricordo di quel singolo istante. E’ una questione mentale logicamente, potrei stampare anche il digitale, ma non lo faccio.

Puoi darci una panoramica dei servizi che offri, i prezzi ed i tuoi contatti per chi è interessato ai tuoi servizi?

Per i servizi di sviluppo e scansione i prezzi sono in linea al mercato, tra i dieci e i venti euro a rullo, a seconda dello sviluppo e della qualità di scansione. Per quanto riguarda la stampa invece creo volta per volta dei pacchetti adatti alle esigenze del cliente. Non abbiamo ancora attivato nessun servizio online al momento, e non so se mai lo faremo. Ci tengo a sottolineare che la stampa ha costi accessibili a chiunque.

Ultimamente sto sviluppando dei corsi fotografici a basso costo, poche centinaia di euro, rivolti allo studio e sviluppo di linguaggi personali.

Potete trovarci al Postive Lab di Olbia in Via Benevento e al Efficio Lucem di Cagliari in via Mameli.


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Scritto da melissaperitore il 2021-04-12 in #cultura #persone #cameraoscura

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