Fotografia Analogica Contemporanea in un Mondo Digitale: Intervista a Sam Gregg

Ipnotizzati dai suoi ritratti su pellicola realizzati a Napoli, abbiamo voluto conoscere il fotografo britannico dietro questi scatti, Sam Gregg. In questa intervista ci svela come riesce a trasformare scene di vita quotidiana ordinaria in ritratti straordinari e di grande impatto.

© Sam Gregg

Ciao Sam, benvenuto! Potresti fare una tua breve presentazione per coloro che non ti conoscono?

Sono un fotografo ritrattista e documentarista, nato a Londra nel 1990. Attualmente non ho una base, ma negli ultimi nove anni ho vissuto a fasi alterne a Napoli.

Parlaci un po' del tuo background fotografico. Qual è la sua storia?

Ho iniziato a fotografare seriamente all'età di 23 anni. Mi sono dilettato durante l'adolescenza, ma ho perso poi interesse per qualche anno. Non ho terminato l'università e ho trascorso alcuni anni a lavorare nell'industria cinematografica e televisiva, che mi ha presto stancato e dalla quale non ho tratto alcun tipo di ispirazione. Prendere in mano la macchina fotografica è stato il mio modo di riprendere il controllo. Mi sono guardato intorno e ho pensato: "Se lo possono fare loro, allora posso farlo anch'io".

All'epoca stavo lavorando per una produzione televisiva a Bangkok e ho iniziato a fotografare una zona della città chiamata Klong Toey. Anche se il progetto, chiamato Neon Dreams, non è attualmente presente sul mio sito, è stato quello che mi ha fatto conoscere e mi ha dato il coraggio di andare avanti seriamente con il mio lavoro.

© Sam Gregg

In un'epoca innegabilmente digitale, come mai la scelta di fotografare su pellicola?

Innanzitutto per la qualità. La qualità di una stampa realizzata in camera oscura è assolutamente incomparabile. In secondo luogo, la pellicola mi costringe a lavorare in modo più controllato e attento. Sono consapevole del costo di ogni scatto e ciò mi fa pensare attentamente prima di premere il pulsante di scatto. Essendo prevalentemente un fotografo ritrattista, questo rallenta il processo e mi permette di catturare momenti più genuini ed emozionanti con i miei soggetti. Detto questo, scatto comunque in digitale alcuni lavori commerciali.

La tua fotografia si concentra principalmente sulle comunità emarginate. Come è iniziato questo viaggio? E qual è il tuo obiettivo nel documentare coloro che sono ai margini della società?

Mi sono sempre sentito un emarginato. Fotografo comunità e individui emarginati perché mi rivedo in loro. Mi sento a mio agio ai margini della società.

© Sam Gregg

Ti sei mai trovato in una situazione in cui hai deciso di mettere giù la macchina fotografica e di non immortalare una determinata scena o persona? Se sì, può raccontarci la tua esperienza ed il motivo?

Certo, mi capita spesso di avvicinarmi a persone con l'intenzione di fotografarle e a metà della conversazione decidere di non farlo. Forse hanno una disabilità mentale o fisica di cui non ero a conoscenza, forse non hanno l'aspetto caratteristico che mi aspettavo osservandoli da lontano. Esistono diverse variabili. Fotografo solo persone che sono orgogliose e sicure del proprio aspetto. Detto questo, fotografia o non fotografia, da ogni incontro traggo sempre qualcosa di non tangibile.

© Sam Gregg

La maggior parte di queste fotografie sono state scattate a Napoli. Cosa ti ha portato lì e qual è il suo rapporto con questa città unica?

Ci sono arrivato per caso nel 2014 per visitare un amico. Ero stato messo in guardia da diverse persone e avevo ovviamente già sentito il rumore di fondo dei media, ma al mio arrivo ho scoperto che Napoli era ben lontana dal luogo che mi ero immaginato. Mi sono innamorato immediatamente e mi ci sono trasferito l'anno successivo. Ho lasciato il mio lavoro e ho iniziato ad insegnare inglese. Insegnavo la mattina e la sera e di giorno fotografavo la città.

Credo di essere stato molto fortunato, nel senso che sono arrivato a Napoli nel momento giusto. La città stava iniziando a liberarsi della sua reputazione negativa e a orientarsi maggiormente verso il turismo. Sono arrivato prima dell'attuale Napoli mania, quindi la città era ancora incredibilmente autentica, e proprio nel momento in cui quartieri precedentemente considerati pericolosi cominciavano ad aprirsi. Ricordo che camminavo in zone come la Sanità e Forcella e non c'era quasi nessun turista, mentre oggi intere comitive di turisti si muovono per quelle vie. Se fossi arrivato 5-10 anni prima avrei probabilmente avuto problemi a fotografare queste zone.

© Sam Gregg

Quando ti abbiamo contattato ci hai svelato di essere molto affezionato a Lomography perché è stata la prima azienda che ti ha spinto ad avventurarti nel mondo della fotografia. Può spiegare ai nostri lettori in che modo?

La prima fotocamera che ho usato non è stata una Lomography, ma sono vostre le prime due fotocamere che ho acquistato: la Lomo LC-A e la Lomography Fisheye, le fotocamere che hanno scatenato la mia curiosità nei confronti della fotografia. Sono fotocamere entry level divertenti ed economiche per giovani fotografi.

Attraverso le tue fotografie riesci a trasformare scene di vita quotidiana ordinaria in ritratti straordinari. Qual è l'equilibrio tra le tue competenze tecniche, l'attrezzatura che usi, il tuo "occhio" e l'empatia verso i tuoi soggetti?

Direi che ho un buon occhio e una buona comprensione della luce, ma detto questo non sono per nulla tecnico, anche perché non ho mai studiato fotografia, sono un autodidatta. Direi che lo strumento più utile che posseggo è la capacità di leggere le emozioni delle persone. Potremmo chiamarla intelligenza emotiva. Ma soprattutto, ho una forte etica del lavoro. È molto semplice: più si cammina e più è probabile che ci si imbatta in momenti speciali.

© Sam Gregg

Cosa ti fa premere il pulsante di scatto?

Sono ossessionato dai personaggi, che stanno diventando una razza in via di estinzione. Il mondo e le persone stanno diventando sempre più omogenei. Sono ossessionato dalle persone che non hanno paura di distinguersi. Questo, insieme a momenti e situazioni emozionanti, è ciò che mi spinge a premere il pulsante di scatto.

Da dove trai ispirazione e chi sono gli artisti che segui?

La mia principale fonte di ispirazione deriva dall'osservazione delle banalità della vita quotidiana. Per quanto riguarda invece i fotografi, la mia maggiore ispirazione è Josef Koudelka.

I tuoi soggetti sono spesso sconosciuti incontrati per strada casualmente. Qual è il tuo segreto per far sentire le persone che incontri per la prima volta a proprio agio davanti alla macchina fotografica?

Non si tratta tanto di mettere le persone a proprio agio quanto di sapere quando premere il pulsante di scatto. Ovviamente faccio del mio meglio per mettere le persone a proprio agio, soprattutto con l'umorismo e una genuina curiosità, ma detto questo, anche agli individui più forti capita di abbassare la guardia anche se solo per un istante. Il mio consiglio è di fissare il mirino e, quando la loro espressione cambia, premere l'otturatore. È un po' come essere un cecchino.

© Sam Gregg

Cosa diresti a chi afferma: "Sono troppo vecchio per iniziare una carriera fotografica"?

Cercate su Google Letizia Battaglia, una delle più grandi fotografe italiane di tutti i tempi. Ha iniziato a fotografare a 36 anni con 3 figli.

Quali sono le sfide da affrontare quando si scattano su pellicola lavori editoriali di moda o altri progetti commissionati?

Personalmente non ci sono sfide perché ho sempre scattato in analogico e quindi per me è naturale, ma credo che per i clienti a volte ci sia un po' di ansia dovuta al fatto che non si possono vedere ed eventualmente modificare i risultati in tempo reale.

© Sam Gregg

Ha qualche consiglio da dare a chi sta pensando di passare alla fotografia analogica?

Personalmente consiglio sempre di iniziare con l'analogico, perché insegna a essere più attenti nella realizzazione delle immagini. Ma se volete fare l'inverso, allora fatelo. Ma preparate il vostro portafoglio, perché vi innamorerete e farete fatica a tornare al digitale.

Cosa ti aspetta in futuro? Hai in programma qualche progetto o collaborazione interessante?

È in uscita il mio primo libro sulla Santa Muerte messicana.


Scopri tutti gli incredibili progetti fotografici di Sam sul suo sito e sul suo profilo Instagram.

Scritto da melissaperitore il 2022-10-28 in #news #persone #streetphotography #napoli #fotografiadistrada

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