I diari Lomografici di Maika Elan

Ogni tanto ci imbattiamo in progetti creativi che attirano la nostra attenzione e curiosità. I Lomo Diaries di Maika Elan è uno di quersti. Più che un posto dove conservare ricordi fotografici, la sua serie è una collaborazione personale tra la fotografa e i soggetti fotografati. Qui, Maika ci racconta di più sulle sue radici di fotografa e sul suo percorso creativo con Lomography.

© Maika Elan

Ciao Maika! Potresti dirci qualcosa in più su di te?

Sono una fotgrafa freelance e vengo dal Vietnam. Potete chiamarmi Maika, il soprannome che i miei amici mi hanno dato da piccola (Elan non è neanche il mio cognome, ma semplicemente il nome della prima fotocamera che gho posseduto). Ho un marito, anche lui fotografo, e un figlio di 5 anni molto dispettoso. Amiamo tutti viaggiare, ascoltare musica assieme e vivere la vita nel modo più divertente possibile.

Come hai iniziato la tua carriera da fotografa?

Ho cominciato mentre studiavo sociologia all'Università di Scienze Umanistiche e Sociali ad Hanoi. Ho iniziato ad usare fotocamere Lomography per fotografare la mia quotidianità e vita privata nel 2005. Dopo poco tempo, mi sono dedicata alla fotografia professionale e iniziato collaborazioni con editori e aziende di moda in Vietnam fino al 2009. Nel 2010 ho deciso di dedicarmi alla fotografia documentaria e non ho più smesso.

Il mio primo progetto a lungo termine si chiamava The Pink Choice, si concentrava sulle vite personali di coppie gay in Vietnam (nel 2011 e 2012), ha vinto alcuni premi ed è così che mi sono fatta conoscere. Più tardi, ho continuato a scattare e raccontare storie su altri temi sociali come il progetto Ain't Talking Just Loving (sulle persone sole che vivono coi loro animali domestici), Like My Father (riguardo la lotta di mio padre contro il cancro) o più recentemente It Felt Safe Here (sugli hikikomori giapponesi, eremiti moderni che si chiudono nelle loro stanze senza avere contatti con familiari o la società esterna).

Come descriveresti il tuo stile fotografico?

Non saprei, non ho mai cercato di definirmi con un particolare stile. Posso chiamarlo semplicemente Maika's style? :)) Penso che il mio stile sia sempre variopinto, positivo e gentile.

Puoi parlarci dei tuoi Lomo Diaries? Cosa li distingue da tutti gli altri lavori?

Il mio primo diario risale al 2009, mentre l'ultimo al 2014, per un totale di 4 diverse raccolte.

Tuttavia, l'avvento di questi diari Lomografici derivano da un altro hobby. Oltre a fotografare e viaggiare, mi piace collezionare quaderni e taccuini. Sono appassionata di materiale cartaceo e artigianale. Durante il periodo 2005-2010, ho avuto centinaia di taccuini diversi e molti di questi venivano dall'India: con copertine fatte a mano o di pelle, qualche volta la copertina era perfino adornata di pietre. Ne avevo tanti e non sapevo come usarli tutti, così un giorno ho pensato di utilizzarli come album fotografici e attaccarci le mie fotografie.

© Maika Elan

E poi il mio destino con Lomography arrivò. Ricordo che era il maggio 2009, avevo quasi ventitre anni e una fotocamera analogica da quattro anni; ero stata scelta per partecipare ad un seminario fotografico internazionale a Malay. Era il mio primo viaggio all'estero per un programma fotografico come quello. Là, ho incontrato un fotografo indonesiano ma non ho fatto molto caso a lui. Anche perché, onestamente, non trovavo le sue fotografie così interessanti: c'erano troppi errori tecnici, qualche volta sovraesposte, non a fuoco, con dettagli non definiti... Quando la mostra di fine seminario ebbe luogo, tutte le sue fotografie sono state stampate e appese, quelle foto erano state scattate negli allevamenti di pecore di un villaggio del fotografo dell'Indonesia ed erano state ingrandite di quasi 2 metri - Devo dire che è stato impressionante! Non solo io, ma tutti i 50 fotografi, provenienti da diversi paesi, l'hanno trovate meravigliose, e nessuno riusciva a spiegare il perché di quella bellezza e peculiarità. È qualcosa di emotivo, di sentimenti forti che vengono prima persino dei tuoi pensieri e giudizi. Ricordo che in quel momento saltai di fronte al ragazzo Indonesiano e gli chiesi: "Come? Come hai fatto?" Ha risposto tirando fuori dal suo zaino e mostrandomi una macchina fotografica di plastica blu militare chiamata Holga!

Così, dopo essere venuta a sapere di Lomography, sono entrata subito in quel nuovo mondo comprandone alcune per me..la prima volta mi comprai sette diverse fotocamere Lomo! Non sorprendetevi, perché ora ne ho più del doppio. Grazie a quelle fotocamere mi è venuta l'idea dei Lomo Diaries, raccontare la mia gioventù dal giorno in cui mi sono presa una fotocamera Lomo.

© Maika Elan

Per me, fare foto con semplici fotocamere come quelle Lomography è un modo per rilassarmi, da alternare ai miei altri lavori, mi aiuta a trovare un equilibrio tra lavoro e gioco. Non mi ha fatto mai pensare che scattare fotografie fosse faticoso o un'azione stancante. Inoltre, fare fotografie con una camera molto compatta ti permette di avvicinare i soggetti senza farti notare e senza sembrare invadente. Posso anche rendere le mie storie più creative e poetiche con le caratteristiche uniche delle fotografie Lomography.

La tua storia è veramente stimolante! Potresti dirci qualcosa in più del lavoro dietro i Lomo Diaries?

Quando ho iniziato, ho scattato principalmente ritratti dei miei amici, come modo per familiarizzare con ciascuna caratteristica di ogni fotocamera. Poi lentamente ho usato quelle fotocamere in molte più occasioni, come fotografie di paesaggi, matrimoni, street o persino foto di reportage. A volte, invece di scattare ogni fotogramma individualmente, mi diverto a giocare a immagini sovrapposte scattando due o tre volte sullo stesso fotogramma. Anche adesso scatto spesso un rullino con una delle macchine Lomo che ho, poi riavvolgo e lo monto su un'altra macchina fotografica...per creare foto più interessanti con le doppie esposizioni.

Se guardi il mio diario Lomo, vedrai molti volti che ho incontrato in viaggi diversi, molte foto dei miei amici, la mia famiglia, delle cose che mi interessano... Per crearlo, la prima parte era fatta così: scatta fotografie, stampale in diverse dimensioni e incollale su pagine di carta, indicando l'ora e il luogo. Ma la parte successiva è molto più interessante: dopo aver messo la foto sul quaderno, cercavo di incontrare di nuovo ogni personaggio e dare loro il mio taccuino. Potevano disegnare, scrivere, decorare con qualsiasi volessero. Potevano anche commentare altre foto in altre pagine. Quindi, tutti i disegni a mano o decorativi nei miei diari sono fatti dai soggetti che ho fotografato, non da me.

© Maika Elan

Se il tuo viaggio Lomografico potesse essere riassunto in una canzone, quale sarebbe?

"I Thought I Was An Alien" di Soko

'C'è qualcosa che vorresti dire ai Lomografi là fuori?

Avete una gran bella community dove condividere bellissime storie, continuate a scattare e illuminare le vostre vite.


Vorremmo ringraziare Maika per condividere il suo Lomo-journey con noi. Ci auguriamo che storie come la sua possano ispirarvi a creare nuovi progetti. Se desiderate vedere altri lavori di Maika, visitate il suo sito o seguirla su Instagram.

2019-07-29

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