Il Diario Fotografico di Romane Bourgeois su Pellicola Earl Grey

A volte non ci facciamo caso, ma le pellicole ci accompagnano durante lunghi o brevi tragitti delle nostre vite; corrono quando corriamo, si fermano quando ci fermiamo.

La fotografa Romane Bourgeois, a cui abbiamo mandato una pellicola Earl Grey ISO 100 l'anno scorso, ci ha scritto: “Mi piace che questo particolare rullino abbia attraversato con me una serie di avvenimenti variegati del fine estate autunnale, quasi inverno. Penso che valesse la pena fare vivere a questa pellicola più situazioni, sensazioni. Ne va del valore che le attribuisco, e che restituisco.” Ad accompagnare queste foto, Romane ha scritto un testo per raccontare i momenti impressi sulla pellicola, come in una pagina di diario.

“Settembre, penso fosse il 3. Le amiche di Zélie sono arrivate in due ondate. Eravamo tutte a Bassano, al 33, il bed and breakfast di mia mamma. È un bel luogo, conviviale. Ci sono delle complicazioni di abitabilità ma alla fine riusciamo sempre a gestirle abbastanza bene. L’occasione di questa piacevole invasione era la grande festa di fine estate. A noi piace fare le feste. Ci piace piace piace. Ci piace ballare. Stare insieme. Faceva ancora molto caldo, eravamo già in 7-8, perché le amiche di Zélie arrivavano da Parigi e giustamente volevano cogliere l’occasione per sconnettersi qualche giorno. Come un tempo sospeso. Voce del verbo chillare.”
“La sera del 3 abbiamo deciso di andare a fare aperitivo alla Contrà Soarda. Una bellissima azienda vinicola che apre anche come bar tra le vigne sulle colline verso San Michele. A piedi dal centro di Bassano ci vorranno 40 min. Dimitri ha portato la chitarra che ci era stata prestata da Federica. Vino, colline e chitarra. Che vita bohème. È passata pure Giovanna a cantarci una serenata napoletana. Era lì con un altro gruppo. Eravamo in 8, abbiamo bevuto non so bene quante bottiglie di vino. A una certa cantavano talmente forte che ero quasi a disagio per le altre persone venute a bersi l’aperitivo. Mi faccio troppi problemi. O forse no?”
“[...] Poi, un altro giorno ancora, ho incontrato Magic Anita sul ponte vecchio. Aveva sotto il braccio un sacco di tubi da plotter recuperati da Grafiche Antiga, dove lavora. Presto li taglierò per farne spocchiosissimi contenitori per poster di Passenans, il progetto foto-editoriale che sto portando avanti assieme a lei e a Cesar, mia sorella. Un magazine delizioso, il racconto visivo di una realtà in divenire circoscritta in una casa. La casa di mio padre? La nostra casa? La mia casa? Ma secondo te, quand’è che la tua casa d’infanzia smette di essere la tua casa per diventare la casa dei tuoi genitori? Di tuo padre, di tua madre? E se la tua casa d’infanzia non c’è più? E se i tuoi genitori non condividono più lo stesso tetto? C’è una casa che è più tua di un’altra? Come accade questo? E l’altra casa è meno tua? È giusto che ti ci senta meno “a casa”? E se non senti questa sensazione né nell’una né nell’altra, come fai a riconoscerla? Come fai a riproporla a te stessa fuori dal contesto familiare? Mi faccio molte domande a riguardo. Chissà se esistono risposte.
Guardo Koshka e Ernest e mi dico che loro sicuramente non sanno rispondere. Per loro, dove stanno, dove mangiano, è la loro casa. Che pacchia essere un animale domestico.”
“[...] Un mese dopo, il 12 ottobre, tornata dalla mia pedalata Bassano-Monaco per l’Oktoberfest e altri bellissimi avvenimenti non impressionati su questa pellicola, Giovanna mi propone di andare in gita con i suoi nonni a caccia di funghi. Incredibile esperienza, grazie Giovanna per aver condiviso con me questo avvenimento intra-familiare, mi sono sentita molto fortunata. Pranzetto nel rifugio del Monte Grappa, io e Giovanna ci siamo smezzate bigoli al ragù di cervo e immancabile formaggio fuso con polenta e funghi. Il nostro must in assoluto. Paradiso.
Abbiamo raccolto tanti, tantissimi funghi. Le nonne di Giovanna sono impazzite, come drogate. La nonna Anna ha una vista bionica, dalla macchina riesce a identificarli e a gridare FERMA! a Giovanna, che si ferma istantaneamente. Inchioda secco, quasi ci ribaltiamo. Una miniera d’oro. Saremo state lì una buona mezz’ora a raccogliere queste montagne di funghi. Momentino panico, il nonno scompare tra gli arbusti, perdita di equilibrio, si era ritrovato a terra con la testa nei rovi. L’abbiamo soccorso, per fortuna tutto bene. Tornate a casa facciamo uno smistamento del bottino. Me ne danno una parte da portare a casa in un cesto di vimini. Anna è felicissima. Penso che lo siamo tutte.”
“Più di un mese dopo questo episodio, riprendo in mano questa Konica, determinata a terminare la pellicola. Non c’è più tempo, a breve parto, devo riconsegnarla prima. 25 novembre? Direi di sì. Sono di nuovo a casa, al 33, dopo quasi due settimane in Francia. Ho visto Parigi, ho visto Bruxelles, ho visto Gand. Incredibile viaggio. Osservo la luce rimbalzare sulle finestre della camera che abito e che attualmente è lo spazio più mio del mondo. È arrivato il freddo e vanno chiuse. Le apro perché, per la prima volta, sconvolgendomi, mia madre ha fatto pulire la stanza prima che arrivassi. Cornelia, la persona che si occupa delle pulizie al b&b, ha passato il mocio in camera. Tutto era chiuso, non si sarebbe mai asciugato. Ho aperto e sono stata ferma. Allora ho visto questa luce che rimbalzava. Morbidissima.
[...] Ho sviluppato il negativo e prima che fosse del tutto asciutto l’ho rovesciato e OPS, effetto lumaca. Mi piace.”

Grazie Romane per questo meraviglioso racconto di parole e immagini! Seguila su Instagram.

Scritto da ludovicazen il 2023-03-07 in #gear #persone

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