"La Natura Ama Nascondersi": Fotografia Europea dal 26 Aprile al 9 Giugno 2024

La XIX edizione del Festival di Reggio Emilia ci conduce a riflettere su un tema di grande urgenza: i legami tra Uomo e Natura, le trasformazioni immaginate dagli esseri umani, le dinamiche per superare l’atteggiamento di predominio.

Dal 26 aprile al 9 giugno, Reggio Emilia torna ad osservare i cambiamenti della contemporaneità attraverso gli occhi di grandi fotografi e di giovani esordienti con la XIX edizione di FOTOGRAFIA EUROPEA, il festival promosso e organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani e del Comune di Reggio Emilia, con il contributo della Regione Emilia-Romagna.

© Natalya Saprunova © J. Pons © Susan Meiselas/Magnum Photos

LA NATURA AMA NASCONDERSI

La natura ama nascondersi è il tema scelto dalla direzione artistica del Festival composta, anche quest’anno, da Tim Clark (editor 1000 Words), Walter Guadagnini (storico della fotografia e Direttore di CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia) e Luce Lebart (ricercatrice e curatrice, Archive of Modern Conflict). Un titolo che cerca di inglobare - recuperando il paradosso da un celebre frammento di Eraclito - la potenza di una natura che molte volte cela la sua essenza ai nostri occhi, ma che sempre più spesso la rivela in modi distruttivi, in un processo continuo che può essere inteso come un’oscillazione tra l’essere e il divenire.

© Matteo de Mayda © Yvonne Venegas © Lisa Barnard

Fotografia Europea 2024 si propone di catturare attraverso le mostre la natura, esplorando le interconnessioni fra occultamento e scoperta. La ricca e variegata serie di fotografie riunite per questa edizione tematizza il senso del doppio o della coesistenza come parte di tutta la vita sulla terra. Il contesto è quello dell'Antropocene e le storie si snodano da un lato su una scala iperlocale, dall’altro sul palco planetario, per parlare delle idee di simbiosi, sostenibilità e di emergenza climatica. La selezione vuole anche evocare le azioni positive o di trasformazione che gli esseri umani possono intraprendere, uscendo dall'asse di controllo dominante che la nostra specie esercita. In questo processo si scopre l'individuo, e insieme si celebra la coscienza ecocentrica, immaginando nuove narrazioni, forme e interpretazioni, presentando i vari modi in cui i concetti di natura sono stati rappresentati, e in alcuni casi destabilizzati, attraverso la fotografia e il cinema della contemporaneità.

© Archivio Eredi Luigi Ghirri © Alessandro Truffa © Markos Kay

IL FESTIVAL

Tra le mostre organizzate nei diversi spazi del festival, menzioniamo le dieci esposizioni dei Chiostri di San Pietro: la prima retrospettiva mai presentata in Italia di Susan Meiselas, fotografa americana nota soprattutto per il suo lavoro nelle aree di conflitto dell'America Centrale (1978-1983) e in particolare per i suoi potenti scatti della rivoluzione nicaraguense; Sky Album. 150 years of capturing clouds a cura di Luce Lebart e Michelle Wilson, in cui si celebra la vastità e la bellezza delle immagini di nuvole e l'unicità della pratica di fotografare il cielo da parte di scienziati, dilettanti e artisti; Within Sight di Helen Sear presenta una serie di opere multiple e composite che esplorano la dissoluzione della prospettiva a lente singola associata all'obiettivo della macchina fotografica; Yvonne Venegas con Sea of Cortez traccia una storia intergenerazionale in equilibrio tra l’esperienza della sua famiglia - che ha abitato le miniere di rame di Santa Rosalia, nella Bassa California, all’inizio del Novecento- e quella di un’intera generazione che ha sfruttato i territori intorno al Mar di Cortez; il fotografo indiano Arko Datto porta all’attenzione dei visitatori la questione incombente della catastrofe climatica e dei rifugiati che questa genera, attraverso una trilogia fotografica in corso da nove anni; There’s no calm after the storm, in cui Matteo de Mayda indaga gli impatti a lungo termine e meno visibili della tempesta Vaia, che ha colpito il Nord-est dell’Italia alla fine del 2018; Landscaping di Jo Ractliffe è interamente dedicata al paesaggio sudafricano ripreso durante i suoi viaggi in auto lungo la costa sud-occidentale; Natalya Saprunova espone il progetto Permafrost che racconta la vita delle popolazioni dell’estremo nord del continente asiatico; Terri Weifenbach in Cloud Physics esplora la vitale interconnessione tra le nuvole del nostro pianeta e le intime forme della sua vita biologica; Lisa Barnard con la mostra An Act of Faith: Bitcoin and the Speculative Bubble conduce alla riflessione sull’essenzialità della natura nella creazione di bitcoin, beni digitali che seppur immateriali richiedono un enorme sforzo ambientale; Bruno Serralongue dedica il suo progetto, dal titolo Community Gardens of Vertus, Aubervilliers, alla lotta - su scala locale, ma legata a una più ampia consapevolezza della necessità di preservare ambienti vivibili di fronte a progetti ecocidi – che alcuni giardinieri hanno iniziato nel 2020 per opporsi all’abbattimento di oltre 4.000 metri quadrati di orti, a favore di nuove costruzioni per i Giochi Olimpici di Parigi 2024.

© Pierre Zandrowicz © Antti_Karppinen © Massimiliano Corteselli

Oltre alle mostre arricchisce il Festival un calendario di appuntamenti che accompagnerà i visitatori dalle giornate inaugurali – 26, 27, 28 aprile – fino al 9 giugno.
In programma, oltre agli incontri con gli artisti, anche momenti di confronto con Mariangela Gualtieri, poetessa e scrittrice, Marco Paolini drammaturgo e scrittore, entrambi in dialogo con Loredana Lipperini scrittrice e giornalista. Inoltre presentazioni di libri, book signing, letture portfolio e [PARENTESI] BOOKFAIR, lo spazio dedicato agli editori indipendenti.

La terza edizione di FOTOFONIA, la declinazione musicale del festival curata da Max Casacci (produttore e fondatore dei Subsonica), ha come titolo Urban souls ed è dedicata alla Storia, al presente e al futuro di una musica italiana capace di fondere radici black e soul, con la complessità dei linguaggi urbani contemporanei, attraverso melodia e parole.

Anche per questa edizione il CIRCUITO OFF - l’evento collettivo e indipendente che arricchisce il Festival con una serie innumerevole di mostre diffuse in tutto il territorio cittadino – presenta progetti di fotografi professionisti accanto a giovani alle prime esperienze, appassionati e associazioni che dovranno misurarsi con il tema del fragile equilibrio tra Uomo e Natura esponendo i propri scatti in negozi, ristoranti, studi, cortili e case private, sedi storiche, gallerie d’arte.


Scopri il programma completo sul sito e sulla pagina Instragram del Festival.

Scritto da ludovicazen il 2024-03-12 in #cultura #news

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