La Quiete Negli Scatti di Federica Iannuzzi su Pellicola Potsdam Kino

Federica Iannuzzi è una fotografa brianzola che vive e lavora nella campagna siciliana, che di recente ha realizzato questa meravigliosa serie di scatti su pellicola Potsdam Kino B/N 35 mm ISO 100!

Le fotografie di Federica evocano una sensazione di calma che emerge sia nei dettagli delle piante sia negli scatti del concerto, in cui anche l'hardcore sembra cristallizzato in un attimo di quiete. In quest'intervista le abbiamo chiesto di raccontarci la sua storia fotografica e la sua esperienza con la Potsdam Kino. Guarda tutte le foto!

© Federica Iannuzzi - pellicola Potsdam Kino

Ciao Federica, benvenuta a Lomography! Potresti presentarti ai lettori del nostro Online Magazine?

Sono Federica e sono nata e cresciuta in Brianza, verso i laghi. Lavoro in ambito fotografico e di produzione e da pochi mesi ho terminato un master in editoria, quindi al momento sto lavorando anche come assistente editoriale. Dal 2020 mi sono trasferita nella campagna siciliana dove tutt’ora vivo e lavoro.

Raccontaci del tuo background fotografico. Qual è la tua storia? Quando hai iniziato a fotografare?

Era il 2008, mia sorella viveva e in Francia e in una delle sue sporadiche comparse a casa mi regalò quello che è poi stato il mio primo libro di fotografia: “The Other Side” di Nan Goldin. Solo anni dopo, non trovandolo più al suo posto, scoprì che mio padre, considerandolo osceno, decise di disfarsene. Ho iniziato a fotografare con coscienza da pochi anni e ancora sto cercando di comprendere qual è la distanza tra me e il magico universo della cultura visiva.

Ho sempre avuto difficoltà a capire su quale strada mi trovassi e quale strada percorrere, solo più recentemente ho realizato che il percorso si costruisce man mano che cammini e ti rendi conto molto dopo che quella che è la tua strada, la stai già percorrendo da tempo. Non mi sono presa seriamente finchè non ho capito quanto anteponessi (continuamente) l’approccio visivo alla lettura del mondo e quanto questo mi permettesse di esplorare, studiare, mettermi in discussione e ricominciare a cercare.

© Federica Iannuzzi - pellicola Potsdam Kino

Durante il primo lockdown, a marzo 2020, hai avviato il tuo progetto personale “Lunario dei giorni di quiete”, una serie di fotografie su pellicola in bianco e nero. C'è un motivo per cui hai scelto l'analogico, invece del digitale, per i tuoi scatti?

Il motivo principale è che con la pellicola il mio gesto fotografico non si esaurisce con lo scatto. I rullini vanno ancora sviluppati e stampati e nel buio di questi passaggi posso ancora far succeddere qualcosa alle mie foto. Guardo con segreta soddisfazione un graffio sul rullino che ho sviluppato perchè ogni traccia che lascio e ogni errore che faccio fa parte del processo di creazione, comprensione, miglioramento.

Hai realizzato queste meravigliose fotografie su pellicola Potsdam Kino B/N 35 mm ISO 100, in due condizioni e ambienti molto diversi tra loro. Dove hai scattato le foto?

Ero a Catania per lavoro e avevo il rullino della Lomography nella borsa da settimane cercando di capire cosa e come scattare, alla fine sono passata davanti all’orto botanico di Catania, mi sono intrufolata e ho scattato la prima parte del rullino. La seconda è stata scattata durante il Catania Hardcore fest che si è tenuto la stessa sera alla palestra Lupo. É stato il primo vero concerto a cui ho partecipato dopo molto tempo insieme a due amici. Era così pieno di aria viziata che si respirava solo il sudore degli altri. Ho caricato il flash e ho evitato gomitate tutta sera.

© Federica Iannuzzi - pellicola Potsdam Kino

Quale fotocamera hai utilizzato per gli scatti?

Una fedele Yashica da battaglia. La tratto abbastanza male.

I dettagli delle piante sono stupendi! Che rapporto hai con il mondo naturale? È un soggetto che prediligi spesso per le tue fotografie?

Non so se lo prediligo, di certo ne sono incuriosita. Ho una visione leopardiana della natura, mi rende irrequieta, malfidente e penso sempre che le radici di un albero potrebbero raggiungere i miei piedi, avvinghiarli e trascinarmi all’interno della tana sotterranea di qualche tasso assassino. Detto questo, quando la natura assume delle forme aliene o mi capita di passare in mezzo a un campo aperto in cui l’aria è sinistra, resto affascinata dal brivido che sale lungo la nuca.

© Federica Iannuzzi - pellicola Potsdam Kino

Quanto conta per te lo studio dell'immagine, rispetto all'istinto e all'improvvisazione?

Sono molto precisa nel quotidiano e questo mi fornisce una soddisfazione immensa. Per quanto riguarda il processo creativo credo sia vero il contrario. Non amo avere il controllo del mio strumento e mi faccio sorprendere dagli “errori” dettati, per esempio, da una chimica non esattamente a 20° usata per cinque volte di fila per sviluppare i rullini. D’altro canto guardo immagini, libri di fotografia, penso e parlo di fotografia la maggior parte della giornata, quindi fatico a capire quanto di quello che faccio sia dettato dall’istinto o meno. Penso che il background culturale di ognuno sia alla base di qualsiasi scelta e personalmente considero lo studio importante tanto quanto l’improvvisazione. Non credo si possa improvvisare senza la conoscenza della materia. O forse sì? Non lo so, penso che siano due presupposti di partenza entrambi validi e che dipenda solo dalla propria inclinazione.

© Federica Iannuzzi - pellicola Potsdam Kino

Cosa ti aspetta in futuro? Hai in programma qualche progetto interessante che vorresti condividere con i nostri lettori?

Mi sto specializzando in editoria e ho un forte interesse per l’archiviazione e per la fotografia come documento d’indagine e ricerca, quindi credo che il mio futuro andrà in queste due direzioni.

Quale canzone sceglieresti come colonna sonora di queste fotografie?

Domanda difficile perchè a volte ho la sensazione che si dia per scontato che la musica accompagni la quotidianità delle persone, per me spesso non è così, ma stranamente, il giorno che ho scattato queste foto ho ascoltato in modo bulimico I Troldskog Faren degli Ulver.


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Scritto da ludovicazen il 2023-02-01 in #gear

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