Le Stanze della Fotografia: la Nuova Casa della Fotografia a Venezia

Inaugura oggi il nuovo centro espositivo e di ricerca, Le Stanze della Fotografia, sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, con un’ampia e completa retrospettiva dedicata a Ugo Mulas, che presenta per la prima volta un’importante selezione di immagini vintage mai esposte prima d’ora.

© Ugo Mulas

Un sodalizio naturale quello tra la fotografia e l’isola di San Giorgio, in quanto la Fondazione Giorgio Cini - promotrice di questa iniziativi insieme a Marsilio Arte - custodisce una delle più importanti collezioni fotografiche d’Europa. Una raccolta preziosa che nel tempo si è arricchita con un capitale fotografico unico nell’ambito della ricerca storico artistica: un immenso patrimonio documentario costituito dalle raccolte fotografiche pervenute nel tempo all’Istituto di Storia dell’Arte e appartenute a importanti storici dell’arte, tra cui Berenson, Bettini, Fiocco, Pallucchini, a giornalisti e scrittori, come Ojetti, insieme a un cospicuo numero di fotografie prodotte da scambi con altre istituzioni culturali, dai rapporti intercorsi per alcuni decenni tra Vittorio Cini, Fondazione Giorgio Cini e la società Alinari. Un sodalizio che ha contribuito, fino al 1970, alla creazione della Fototeca che, ad oggi, conta quasi un milione di fotografie, liberamente consultabili negli spazi della Nuova Manica Lunga da studiosi, ricercatori, appassionati, su appuntamento; online, grazie al grande impegno che la Fondazione Cini ha avviato dagli inizi degli anni Duemila per la digitalizzazione del suo patrimonio.

Concepite come un vero e proprio centro internazionale di ricerca e valorizzazione della fotografia e della cultura delle immagini, Le Stanze proporranno, accanto alle rassegne a Venezia e in altre città italiane ed estere, laboratori, incontri, workshop, seminari con fotografi nazionali e internazionali, master, in continuità con il disegno culturale che ha animato finora la Casa dei Tre Oci, ma con una spinta e una visione ancora più internazionali.

In quest’ottica verranno sviluppate diverse partnership con le più importanti realtà del mondo della fotografia, quali l’agenzia Magnum Photos, il centro parigino Jeu de Paume, la Médiathèque du patrimoine et de la photographie, il Musée de l’Elysée di Losanna, solo per citarne alcune.

© Ugo Mulas

Ugo Mulas. L’operazione fotografica

La mostra Ugo Mulas, che verrà presentata in occasione dell’inaugurazione del nuovo centro e sarà visitabile dal 29 marzo al 6 agosto 2023, è realizzata in collaborazione con l’Archivio Mulas e curata da Denis Curti e Alberto Salvadori, direttore dell’Archivio. Il progetto coincide con i 50 anni dalla scomparsa dell’autore, avvenuta il 2 marzo 1973.

Più di 300 immagini, tra cui 30 foto mai esposte prima d’ora, documenti, libri, pubblicazioni, filmati, offrono una sintesi in grado di restituire una lettura che si apre alle diverse esperienze affrontate da Ugo Mulas (Pozzolengo, 1928 – Milano, 1973), fotografo trasversale a tutti i generi precostituiti e capace di approfondire tematiche diverse, cercando sempre la profondità della “quantità umana”. Tra le figure più importanti della fotografia internazionale del secondo dopoguerra, Mulas comprende presto, da autodidatta, che essere fotografo vuol dire fornire una testimonianza critica della società, ed è proprio questa consapevolezza che guida i suoi primi reportage tra il 1953 e il 1954: le periferie milanesi e l'ambiente artistico e culturale dei primi anni Cinquanta del celebre Bar Jamaica.

© Ugo Mulas

Mulas si impone rapidamente nei più diversi ambiti della fotografia, dalla moda alla pubblicità, pubblicando su numerose riviste come "Settimo Giorno", "Rivista Pirelli", "Domus", "Vogue". In questi anni il fotografo sviluppa un’importante collaborazione artistica con Giorgio Strehler, grazie al quale pubblicherà le fotocronache “L’opera da tre soldi” (1961) e “Schweyck nella seconda guerra mondiale” (1962). L'attenzione al mondo dell'arte e alla produzione artistica diventa uno dei principali interessi di Mulas, che fotografa le edizioni della Biennale di Venezia dal 1954 al 1972. Nel 1962 documenta la mostra “Sculture nella città” a Spoleto, dove si lega soprattutto agli scultori americani David Smith e Alexander Calder. Di questo periodo è anche la serie dedicata alla raccolta Ossi di Seppia di Eugenio Montale (1962-1965). L’estate del 1964 è significativa per Mulas. Alla Biennale di Venezia viene presentata la Pop Art americana al pubblico europeo; il fotografo ottiene la collaborazione del critico Alan Solomon e l’appoggio del mercante d’arte Leo Castelli, che lo introducono nel panorama artistico americano durante il suo primo viaggio negli Stati Uniti.

Il lavoro fotografico di Ugo Mulas offre un punto di vista imprescindibile sullo statuto dell’opera d’arte stessa, che ci spinge a riflettere sulla relazione, ogni volta nuova e peculiare, tra l’artista e il suo spazio di lavoro, l’ispirazione e il contesto che la esprime. L’ampia retrospettiva che inaugura Le Stanze della Fotografia dà conto di questa sempre presente «attualità» dello sguardo di Mulas, mostrandone ancheaspetti meno noti attraverso scatti, documenti d’archivio, video mai esposti prima d’ora e restituendoci il ritratto di un artista a tutto tondo, della sua visione dell’arte e della cultura del Novecento. Alberto Salvadori

Può, così, ritrarre importanti pittori al lavoro tra i quali Frank Stella, Lichtenstein, Johns, Rauschenberg e importanti presenze come Andy Warhol e John Cage. La collaborazione con gli americani continuerà poi nel 1965 e successivamente nel 1967, anno nel quale Mulas presenta la sua analisi del lavoro con gli artisti pubblicando il celebre volume “New York: arte e persone”. Fondamentale, tra le altre, anche la collaborazione con Marcel Duchamp, che rivela qualcosa di più profondo e generale nella concezione di Mulas dei ritratti d’artista. «Le fotografie di Duchamp – precisa Mulas – vorrebbero essere qualcosa di più di una serie di ritratti più o meno riusciti, sono anzi il tentativo di rendere visivamente l'atteggiamento mentale di Duchamp rispetto alla propria opera, atteggiamento che si concretizzò in anni di silenzio, in un rifiuto del fare che è un modo nuovo di fare, di continuare un discorso». All’analisi formale e concettuale della fotografia sono dedicate le Verifiche (1968-1972), una serie di tredici opere fotografiche attraverso le quali Mulas s’interroga sulla fotografia stessa.

Il titolo della mostra veneziana Ugo Mulas. L’operazione fotografica prende spunto proprio da una delle Verifiche e condensa la straordinaria riflessione del fotografo. Il percorso espositivo si snoda lungo 14 sezioni che ripercorrono tutti i campi d’interesse di Mulas. Dal teatro alla moda, con i ritratti di amici e personaggi della letteratura, del cinema e dell’architettura fotografati come “modelli in posa”, dai paesaggi e dalle città alla sua esperienza con la Biennale di Venezia e con gli artisti della Pop Art. Una sezione, naturalmente, è dedicata a Milano e al celebre bar Jamaica, che il grande Luciano Bianciardi descrive nel suo libro “La vita agra” come il “il bar delle Antille”.

Il Jamaica è il luogo degli incontri, delle amicizie complici, quelle con Mario Dondero, Piero Manzoni, Alfa Castalfi, Pietro Consagra, Carlo Bavagnoli e Antonia Buongiorno, che diventerà sua moglie. A questa sezione segue un capitolo dedicato ai progetti industriali e alle esperienze più interessanti con Olivetti e Pirelli. A chiudere il percorso, le “serie” più significative per lo stesso Mulas, quelle dedicate a Calder, a Duchamp e le fondamentali “verifiche”, che sono certamente da considerarsi come uno dei più interessanti “esperimenti di pensiero critico” sulla fotografia. Denis Curti
© Ugo Mulas

Il programma espositivo

Nell’autunno 2023 Le Stanze della Fotografia ospiteranno una mostra dedicata a Paolo Pellegrin (Roma, 1964), tra i più importanti fotoreporter contemporanei internazionali, che ha documentato molti dei maggiori disastri e conflitti mondiali. Il progetto, costruito come una vera e propria antologica, prende in considerazione anche il tema del cambiamento climatico e al rapporto tra uomo e natura. La mostra è curata da Denis Curti e Annalisa D’Angelo e realizzata in collaborazione con Magnum Photos. La rassegna, per molti aspetti inedita, restituisce tutti i principali temi che animano il percorso di Paolo Pellegrin, che nei decenni ha intrecciato la visione del reporter con
l’intensità visiva dell’artista attraverso disegni, quaderni, appunti, fotografie che illustrano la complessità del processo creativo dell’autore. Il percorso racconta una storia di infinita umanità nell'epoca presente grazie a installazioni, ingrandimenti, scatti inediti, con un corpus di immagini del più recente reportage in Ucraina, dove il fotografo si è recato nei mesi successivi allo scoppio della guerra.

Nella primavera 2024 sarà la volta della retrospettiva HELMUT NEWTON. LEGACY, curata da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation di Berlino, e Denis Curti, in occasione del centesimo anniversario della nascita dell’artista (Berlino, 1920 – Los Angeles, 2004). Attraverso 250 fotografie, riviste, documenti e video, la mostra ripercorrerà l’intera carriera di uno dei fotografi più amati e discussi di tutti i tempi. Accanto alle immagini più iconiche, un corpus di fotografie inedite, presentate per la prima volta in Italia, sveleranno molti aspetti meno noti dell’opera di Newton, con un focus specifico sugli scatti di moda più anticonvenzionali. Polaroid e contact sheet forniranno inoltre informazioni sul processo creativo di alcuni dei motivi iconici presenti, mentre pubblicazioni speciali, materiali d’archivio e dichiarazioni del fotografo contribuiranno a far comprendere al visitatore il contesto nel quale è nata l’ispirazione di questo straordinario artista.

Nell’ottica di un potenziamento e consolidamento di rapporti con istituzioni ed enti culturali anche al di fuori della città di Venezia, la mostra sarà esposta in esclusiva in Italia dalla primavera 2023 e fino all’estate 2024 con un tour in altre prestigiose sedi: a Milano, a Palazzo Reale, dal 24 marzo al 25 giugno 2023; a Roma, al Museo dell’Ara Pacis, dove approderà nell’autunno 2023; infine, a Venezia nella primavera 2024.


Per maggiori informazioni visita www.stanzedellafotografia.it.

Scritto da melissaperitore il 2023-03-29 in #cultura #luoghi #venezia #mostrafotografica #ugo-mulas #mostradifotografia #le-stanze-della-fotografia

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