Lomography x Spazio Labò - Inconscio Tecnologico: Intervista a Lorenzo Attolini

Lo scorso marzo si è tenuto un interessantissimo laboratorio nato dalla collaborazione tra Spazio Labo' e Lomography: stimolati dal saggio di Franco Vaccari, Fotografia e Inconscio tecnologico, in cui l’autore invita alla riflessione sullo strumento di ripresa e sul significato della fotografia nella società contemporanea, i partecipanti sono stati invitati a sviluppare un progetto fotografico con le fotocamere medio formato Diana F+, rullini Lomography e il kit di scansione DigitaLIZA Max. In questa intervista incontriamo Lorenzo Attolini, che ci parla del suo progetto.

© Lorenzo Attolini

Ciao Lorenzo, benvenuto sul nostro Online Magazine! Potresti fare una tua piccola presentazione per i lettori del nostro Online Magazine?

Mi chiamo Lorenzo, ho 20 anni e sono originario di La Spezia. In quest’ultimo anno mi sono trasferito a Bologna per iniziare la carriera Universitaria.

Raccontaci del tuo background fotografico: quando hai iniziato il tuo viaggio nel mondo della fotografia?

Ho iniziato a fotografare da piccolo quasi per gioco con una compatta digitale della Nikon, da lì in poi possiamo dire che questa mia passione non si è mai fermata: negli ultimi 6 anni il mio approccio alla fotografia è cambiato, col tempo ho cercato di acquisire maggiore consapevolezza del mezzo fotografico e della teoria fotografica in generale. Per quanto riguarda la fotografia analogica è stata una scoperta più tardiva: negli ultimi 3 anni mi sono divertito a fare qualche rullino ogni tanto, soprattutto quando il mio rapporto con il digitale va in crisi, mi piace poter usare l’analogica per l’approccio differente che si ha.

Cosa ti ha spinto a mandare la tua candidatura per partecipare a questo progetto speciale in collaborazione con Spazio Labò?

È stato grazie a un ragazzo di La Spezia, anch’egli appassionato di fotografia, mi ha girato il concorso siccome sapeva mi fossi trasferito a Bologna, a quel punto ho provato a mandare la candidatura e sono stato preso.

© Lorenzo Attolini

Per questi scatti hai utilizzato la nostra fotocamera medio formato Diana F+: quali sono le caratteristiche che hai apprezzato maggiormente?

L’ho vista come una sfida, per me Bologna è ancora una novità, e trasferendomi per l’università mi ero prefissato di cogliere qualsiasi opportunità che la città potesse offrirmi. Grazie alla Diana ho scattato per la prima volta con una pellicola 120, finora avevo avuto la possibilità di scattare solo con la pellicola 35 mm. Della Diana mi è piaciuto particolarmente il flash, che ho usato in grosso modo per qualsiasi scatto: oltre la grande utilità ha un estetica che mi piace moltissimo.

Per la scansione hai anche utilizzato il nostro Kit di scansione DigitaLIZA Max: come ti sei trovato?

Lo scanner è molto piccolo e comodo, se si vuole scansionare rapidamente può tornare utile. Credo riprenda a pieno la concezione che trasmette anche la Diana, da meno spazio ai tecnicismi ma rende il percorso creativo molto più fluido e istintivo.

© Lorenzo Attolini

Parlarci del concetto dietro questa tua serie.

In questa serie ho voluto raccontare ciò che ho anticipato prima: il cambiamento che ho avuto tra Spezia e Bologna. Avevo a disposizione 2 rullini e ho deciso quindi di scattare un rullino per città. Da una parte le mie origini, le tradizioni del golfo e il mio legame con il mare, dall’altra un ambiente nuovo, esplosivo e giovanile com’è Bologna. Ho voluto raccontare questo dualismo tra origini e novità. A Spezia ho avuto la possibilità di vivere una giornata lavorativa con dei “muscolai” o in italiano mitilicoltori. Era un esperienza che volevo fare da tempo, poter vedere da vicino uno dei mestieri più tradizionali e umili del golfo è stato straordinario. Sono uomini veramente forti, escono in mare tutto l’anno, nonostante il freddo, l’acqua gelida e la fatica sono estremamente allegri, sembra utilizzino l’ironia reciproca come per potersi scaldare. Credo anche che questo mestiere sia molto adatto per capire l’essenza del carattere spezzino. A Bologna invece ho voluto concentrarmi sui miei coetanei, grazie all’università la città è piena di giovani. Appena trasferito questo mi aveva sbalordito. Bologna è dinamica, la possibilità di annoiarsi è inesistente, genera costantemente nuovi impulsi e passioni, basta farsi trasportare dalla città. Ho voluto raccontare questo aspetto tramite i volti delle persone che ho conosciuto i questi ultimi mesi, raccontando una serata passata tra le vie del centro tra bevute e amici.

© Lorenzo Attolini

Quali tecniche creative hai sperimentato per questo progetto? La tua ricerca ha portato a qualche scoperta interessante di cui vorresti parlarci?

Oltre l’utilizzo del flash di cui ho già parlato, ho sperimentato molto con le doppie esposizioni, alle volte semplicemente per curiosità, altre per dare una sensazione di movimento alla scena. Ho trovato poi molto interessanti le gelatine colorate, che ho usato molto nelle foto a Bologna.

Hai progetti o collaborazioni interessanti in programma legati alla fotografia analogica?

Per ora sto utilizzando l’analogica per scattare in maniera più intima e affettiva, cercando di navigare in una sfera più personale ed emozionale. Questo in realtà fa si che l’analogico sia sempre presente nei mie progetti fotografici, però sotto una diversa veste rispetto al digitale.


Segui Lorenzo sul suo profilo Instagram per vedere tutti i suoi lavori.

Scritto da melissaperitore il 2023-06-29 in #gear #dianaf #medioformato #lomodiana #spaziolabo

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