Lomography x Perimetro - 36 Shots About, la tua Storia in un Rullino: Intervista a Umberto Verdoliva

Una grande open call: più di 250 candidature, un network di 39 partner tra istituzioni culturali, scuole di fotografia, magazine, laboratori e spazi creativi indipendenti che ci hanno supportato selezionando i 49 progetti finalisti, 7 per le 7 città, che hanno mappato questo viaggio tra le vostre storie. Visioni libere e personali tutte diverse tra loro, senza regole o temi da rispettare, per una fotografia che, in 36 scatti, riscopre il piacere della sorpresa e la bellezza dell’imprevisto. Oggi vi presentiamo il progetto di Umberto Verdoliva, dal titolo Lo Scugnizzo Liberato, realizzato su pellicola Lady Grey 400 ISO.

© Umberto Verdoliva - Pellicola Lady Grey 400 ISO

Ciao Umberto, benvenuto! Potresti fare una tua presentazione per i lettori del nostro Online Magazine?

Sono nato a Castellammare di Stabia nel 1961 ed ho iniziato a lavorare a Napoli nel 1985 nell’ambito del settore delle costruzioni e delle infrastrutture. Dopo aver vissuto per
lunghi periodi in varie città italiane, in questi ultimi sette anni sono ritornato a Napoli per l’ennesima opera pubblica da realizzare con la società per cui lavoro come tecnico di cantiere. In questi spostamenti la mia famiglia mi ha quasi sempre seguito ma dal 2003 abbiamo deciso di stabilirci definitivamente a Treviso; pertanto, sono a tutti gli effetti un pendolare: ogni due settimane ritorno a Treviso per trascorrere il fine settimana e ripartire poi il lunedì mattina per Napoli.

© Umberto Verdoliva - Pellicola Lady Grey 400 ISO

Puoi raccontarci del tuo background fotografico? Quando é iniziato il suo viaggio nel mondo della fotografia?

La mia passione nasce per caso nel 2006, avevo già 45 anni, vivevo a Treviso e lavoravo a Mestre. Mi fu chiesto di documentare con le fotografie l’avanzamento dei lavori e
spesso accompagnavo anche in cantiere dei fotografi professionisti che avevano ricevuto incarico dai vari studi di progettazione o dalle imprese presenti alla costruzione, di realizzare foto per la realizzazione di libri fotografici con lo scopo di pubblicizzare le loro attività. Non sapevo nulla di fotografia e neppure ne ero attratto: ci sono volute diverse coincidenze per avvicinarmi ad essa con un altro spirito.

La fotocamera che l’azienda aveva acquistato per permettermi di fotografare le opere realizzate è diventata praticamente mia e la usavo anche nelle passeggiate in città o quando con la famiglia si faceva qualche viaggio. Una foto scattata durante la regata storica a Venezia, notata da una mia amica che mi spinse a partecipare ad un concorso fotografico, mi permise di vincere questo concorso. Poi, il giorno dell'inaugurazione di un ospedale scattai una foto significativa che fu pubblicata sul gazzettino di Mestre. Ecco, da qui, piano piano, iniziò a crescere l’interesse verso la fotografia, ma non sapevo assolutamente nulla né di tecnica, né di storia e né di autori. Il primo approccio all’arte fotografica è avvenuto tramite il web, in questo ambiente virtuale che spesso è un’arma a doppio taglio. Ho iniziato a studiare grandi autori e le loro fotografie e, attraverso continui confronti, ho maturato un certo tipo di consapevolezza.

© Umberto Verdoliva - Pellicola Lady Grey 400 ISO

Raccontaci di questo fantastico progetto: come è nata l'idea?

L’idea è nata dopo la prima selezione fatta dalla giuria dei fotografi scelti per ogni città. Sono stato stimolato a partecipare in quanto, l’idea del rullo da 36 pose per raccontare una storia, mi ha sempre affascinato moltissimo. Questo approccio faceva già parte del mio modo di affrontare la fotografia, pertanto, è stato molto naturale per me. Una volta selezionato per la città di Napoli ci sono stati dati due mesi di tempo per realizzare il progetto, ma era essenziale trovare una storia da raccontare. Ho chiesto così a mio nipote che mi ha spinto a indagare questa incredibile realtà che da tempo frequentava come animatore e volontario: lo Scugnizzo Liberato. Oggi, lo Scugnizzo è animato da una comunità aperta, orizzontale ed inclusiva che rifiuta ogni forma di fascismo, razzismo, sessismo, sfruttamento ed emarginazione. La comunità di abitanti che autogoverna il bene comune si dedica quotidianamente alla cura e alla rigenerazione degli spazi dell’ex carcere e all’organizzazione delle attività di carattere educativo, culturale e sociale che vengono svolte all’interno.

© Umberto Verdoliva - Pellicola Lady Grey 400 ISO

Dal 2016 lo Scugnizzo Liberato è uno degli spazi riconosciuti come bene comune ad uso civico e collettivo dal Comune di Napoli. La comunità di abitanti che cura lo spazio è impegnata in quattro principali ambiti di attività: quello dell’autogoverno e della sperimentazione di economie alternative, la produzione culturale indipendente, l’auto recupero e l’architettura partecipata, il mutualismo e la tessitura di nuovi rapporti sociali solidali e orizzontali. Cosa si fa allo Scugnizzo Liberato? Negli anni allo Scugnizzo si sono svolte centinaia di iniziative tra concerti, spettacoli, festival artistici, presentazioni di libri e tanto altro ancora. In questo spazio convivono attività eterogenee, con vocazione culturale, sociale, lavorativa e sportiva. All’interno della struttura si trovano infatti un teatro (creato da Eduardo De Filippo per i minori del carcere Filangieri), una palestra popolare, una mensa sociale e un guardaroba solidale (organizzati dall’associazione Nessuno Escluso), spazi di lavoro condiviso e botteghe artigianali (laboratorio di ceramica, danza, restauro, vetreria, barbiere, ecc...), uno spazio per il supporto alla genitorialità, una biblioteca, un archivio, un giardino, un cortile per far giocare bambini e bambine.

© Umberto Verdoliva - Pellicola Lady Grey 400 ISO

Hai scelto di realizzarlo con la nostra pellicola Pellicola Lady Grey 400 ISO: come mai questa scelta e quali caratteristiche ti hanno colpito particolarmente di questa pellicola? 

È stata la prima volta che utilizzavo questa pellicola. Ne sono rimasto favorevolmente colpito sia dalla resa in fase di sviluppo dei negativi ma anche dalla grana che caratterizza
le immagini.

Quale fotocamera hai utilizzato?

Per me la fotocamera è solo uno strumento come un altro, una sorta di penna da utilizzare per scrivere qualcosa. I modelli e le marche esistenti mi sono completamente indifferenti. Per questo progetto ho utilizzato la Nikon FM2n con due obiettivi fissi da 35 mm e 50 mm: è una fotocamera che amo tantissimo ed è diventata la prosecuzione del mio occhio.

Avere solo 36 scatti a disposizione è stato per te uno stimolo oppure un limite per il tuo processo creativo? 

Come accennato prima ho iniziato a fotografare nel 2006 in digitale ma pian piano la mia attenzione verso la fotografia analogica è aumentata sempre più fino ad oggi, che fotografo quasi esclusivamente a pellicola. Avere a disposizione solo 36 pose, cambia il modo di approcciarsi ai soggetti e ai luoghi. Fai più attenzione a scattare istintivamente e le scene e i momenti sono quasi sempre più ponderati, pensati, attesi. Inoltre, l’errore fotografico è un qualcosa di diverso dall’errore fatto scattando in digitale, il tempo me lo fa accettare maggiormente.

© Umberto Verdoliva - Pellicola Lady Grey 400 ISO

Cambieresti qualcosa se potessi riscattare lo stesso rullino? 

Assolutamente no: gli scatti fatti rappresentano degli incontri, mostrano volti ed attimi che mi sono stati donati. Sono lì per sempre.

Che ruolo ha per te la fotografia analogica nel 2024?

Io amo soprattutto il processo classico fotografico così come è nato: per me la fotografia è quella e lo sarà per sempre. Certo ci sono artisti che si esprimono modificando digitalmente le immagini, oggi poi con l’AI si sta viaggiando verso cambiamenti profondi, ma io non faccio parte di questo modo di pensare. Anche se riconosco che possono nascere cose interessanti e valide, di sicuro non sono per me.

Ti piacerebbe continuare a documentare per un lungo periodo questa bellissima realtà ed allargare così il tuo progetto? 

Assolutamente sì: con i responsabili dello Scugnizzo Liberato ho già avuto il permesso di continuare a raccontare il luogo, la gente che lo frequenta e tutte le attività che di volta in
volta nasceranno. Senza nessun assillo ma solo seguendo le mie sensazioni a secondo delle opportunità che arriveranno. Già le fotografie del progetto saranno utilizzate per il calendario dello Scugnizzo Liberato 2024, e ne sono felicissimo.

© Umberto Verdoliva - Pellicola Lady Grey 400 ISO

Hai qualche progetto o collaborazione interessante in programma?  

Questi ultimi sette anni in cui sono tornato a Napoli hanno inciso moltissimo sulla mia storia personale. Il mio desiderio sarebbe quello di raccontare il mio ritorno a Napoli attraverso la fotografia. Ho raccolto più di 4000 scatti che in questo periodo sto selezionando con l’aiuto di un photo editor per trovare il filo conduttore della mia storia. Mi auguro che ne possa nascere un libro. Ecco, il mio desiderio sarebbe questo ma è tutto ancora incerto e prematuro sebbene ogni qual volta abbia presentato una piccola selezione scelta del lavoro, abbia già ottenuto importanti riconoscimenti.

Approfitto per ringraziare Perimetro, Lomography Italia e tutta la numerosa giuria per questo riconoscimento, ma desidero ringraziare soprattutto le persone che si sono lasciate fotografare dimostrandomi grande fiducia.

© Umberto Verdoliva - Pellicola Lady Grey 400 ISO

Segui Umberto sul suo profilo Instagram e lo Scugnizzo Liberato qui.

Scritto da melissaperitore il 2023-12-19 in #gear #35mm #italia #fotografia-analogica #concorso #rullino #pellicole-lomography #lomographyitalia #open-call #perimetro #36-shots-about

Maggiori informazioni

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